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Twitter: l’aiuto viene dalle Api

Come ampiamente detto e ridetto durante l’anno appena passato, il 2008 è stato indubbiamente l’anno dei social network e del microblogging. La cosa che si conosce meno però, è che lo scorso anno è stato l’anno di Twitter. Nonostante altre realtà di social network come Facebook e MySpace abbiano molti più utenti e visitatori (FB con oltre 150 milioni e MySpace con poco meno), Twitter ha dimostrato che i suoi due milioni di utenti hanno incrementato il range fino a portarlo ad un aumento annuo - dal settembre del 2007 allo stesso mese dell’anno successivo - di oltre il 600%, inoltre, nello stesso report di Nielsen, si denota che gli stessi mostri del social network descritti prima, sono in assestamento nel caso di Facebook, mentre per quanto riguarda MySpace il suo andamento è addirittura in calando.

Tutto questo incremento lascia però dei forti dubbi sul futuro dell’uccellino che cinguetta. Infatti non si sa tuttora come sarà il futuro di Twitter: continuerà sulla stessa strada, andrà alla ricerca di una nuova e più espansiva realtà digitale, o verrà acquisito - come dicono molti rumors - da Facebook? L’unica cosa certa a questo punto pare che lo stesso sito di microblogging dovrà ampliare il suo contest di contatti tra amici e scambio di 140 caratteri su Internet. In uno studio del Social Computer Lab degli HP Laboratories di Palo Alto pubblicato lo scorso dicembre, si denota che molto spesso i contenuti inviati tramite Twitter, non riescono a veicolare le informazioni in profonde discussioni via web come accade in altre realtà sociali, ma si tramutano solamente in link autoreferenziali con scarsi approcci relazionali e di amicizia vera e propria. E questo la dice lunga sul “prodotto” Twitter a scapito del molto più influente e produttivo social network dove il contenuto virale, delle idee e delle tendenze, la fa veramente da padrone.

Quindi, se non potrà essere questo il futuro di Twitter, probabilmente lo saranno altri settori come l’implementazione nel nucleo organizzativo aziendale molto in auge in questo periodo. Ma essendo Twitter una piattaforma aperta, quindi con delle Api sfruttabili dagli sviluppatori, se non sarà la stessa azienda di San Francisco ad ampliarle e migliorarle, saranno sicuramente altre piattaforme equivalenti ad anticiparne i progetti e divulgarle al suo posto togliendole una grossa fetta di mercato.

I primi passi sono stati già fatti. A settembre è nato Yammer, una sorta di versione business di Twitter che da la possibilità di amministrare il proprio circuito chiuso all’interno di un proprio gruppo di lavoro fornendo un accesso esclusivo ai “What are you doing?“. Il progetto si basa sul miglioramento della posizione geografica degli utenti coordinando ancora meglio il lavoro di gruppo aggiornandolo in tempo reale. Ma si saprà solamente tra qualche mese se le aziende hanno ben recepito questo tipo di innovazione, al contrario delle organizzazioni no-profit e umanitarie che hanno adottato pienamente l’uso dei 140 caratteri per divulgare il loro pensiero all’interno di un progetto molto importante per gli utenti facendolo diventare, sin da subito, un’applicazione cruciale per la loro attività. Le aziende business invece non riescono ancora a recepire l’immensa possibilità che offre Twitter al loro lavoro: mettere in contatto una platea di possibili clienti ad un costo molto basso, in tempo reale e a seconda della loro posizione geografica si ha la possibilità di veicolare le informazioni in modo quasi perfetto. Ci arriveranno.

Le potenzialità di Twitter, e del microblogging attinente, si sono viste perfettamente durante la campagna elettorale americana. Il sistema elettorale americano è molto complesso e scarsamente decifrabile anche perché le regole cambiano da Stato a Stato. L’unica proposta innovativa data dalla rete, è stata quella di far capire all’elettorato americano come votare, come comportarsi e soprattutto non farlo disaffezionare al diritto di voto. È stato creato Twitter Vote Report: un coordinamento di volontari hanno fatto sì, che tramite Twitter, si rendesse più facile e intuitivo il modus operandi delle operazioni di voto e di scrutinio con le indicazioni inviate dagli elettori stessi. Questo esperimento ha portato ad una mappa aggiornata in tempo reale e a disposizione di tutti gli utenti. Come detto: facile ed intuitivo.



Ma come funzionava in pratica Vote Report? Facile anche questo: tramite i “Tag” o meglio, gli “Hashtag“. In pratica si inseriva l’hash, ovvero il cancelletto “#”, al tag del twitt dando modo agli altri utenti di sapere all’istante di cosa si parlava, dove era rivolta l’informazione, di quale regola elettorale si discuteva - e quindi dello Stato -, delle varie forme di voto e molto altro. Tutte queste informazioni hanno fatto in modo di creare quella mappa in tempo reale. Ma il sistema di “hashtag” non si è fermato certo alle sole elezioni americane. Nell’ultimo attacco terroristico di Mumbai, in India, i twitter hanno preso a piene mani dai siti web, dai social network e dai giornali online, creando a sua volta l’ennesima mappa in tempo reale ragguardando gli utenti sulle ultime vicende indiane.

Tutto questo avviene in modo gratuito - come le opere filantropiche - ma che si intrecciano tra loro fino a creare quella immensa rete di informazione, di notizie e di aggiornamenti che l’utente cerca, e facilmente trova, senza sborsare una lira in termini prettamente economici, ma che funge da interscambio culturale e umanitario. Uno dei più importanti gruppi che si occupano di azioni umanitarie è l’Innovative Support to Emergencies, Diseases and Disaster. Fondato tra gli altri da Google.org - il lato umano e filantropico dell’azienda di Page e Brin - l’InSTEDD cerca di convogliare le nozioni delle comunità in crisi alle altre nelle stesse condizioni e che ne hanno bisogno in quel momento, con la particolare differenza che usando il web e la tecnologia, apportano migliorie in tempo reale evitando ulteriori disastri, prevenendo e contrastando eventi catastrofici o epidemie. Ma nella pratica come funziona? Semplicemente con le chat georeferenziate e i browser di ultima generazione, ovvero quei browser che analizzano e strutturano più coerentemente il flusso di Alert e le richieste da più fonti. Ultimamente però si è fatto ricorso alle Api di Twitter. Come sappiamo Twitter funziona anche tramite gli Sms, e quindi il miglior supporto per richiedere o dare aiuto diventa il cellulare. La scelta della Api di Twitter soddisfa perché anche il cellulare “citofono” funziona con gli Sms, quindi è diventata la soluzione migliore e più economica per portare aiuto alla gente che soffre. E questo rafforza la scalabilità delle applicazioni web.
Il prossimo passo probabilmente sarà convertire le amicizie online, in una vera e propria catena di S. Antonio reale, che porti l’aiuto là dove c’è bisogno perché mancano le strutture tecnologiche adatte. Non ci vorrà molto tempo, statene certi.

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