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The Bloody Beetroots in concerto a Napoli. Cyberpunk da fine del mondo

 

E così stasera andremo a vedere anche questi fantomatici Bloody Beetroots – Death Crew 77 (alla Casa della Musica a Napoli) che si trovano a passare per Napoli. A dispetto del nome questi sono italianissimi, eppure hanno un successo abnorme all’estero, come dicono i giovani: spakkano.
 
A tradurre il nome nell’italico idioma viene fuori una cosa tipo “Maledette Barbabietole Rosse” o, se si preferisce, “Barbabietole Rosse Sanguinanti”, insomma non proprio una cosa leggera.
 
Cerchi delle immagini in rete e quello che trovi sono due tizi vestiti di nero con tanto di maschera (quella dell’Uomo Ragno cattivo e mutante, Venom) e chiodo (non si vedevano chiodi in giro dai tempi degli Iron Maiden); poi se vogliamo sbizzarrirci sulle foto dei live si apre l’abisso: folle oceaniche, sound system monumentali, orrorifici teenager piuttosto promiscui.
 
Metti il disco nel lettore e quello che viene fuori è una sorta di musica cyberpunk da fine del mondo: tastiere sintetiche, battiti animali, urla belluine. Roba per gente tosta, pare che si chiami electroclash: scontro elettronico.
 
Insomma, quello che ci aspetta stasera non pare che sia cosa per animi delicati, astenersi quindi sanremesi convinti e concertisti da camera; tanto più che stasera i due punk (quel 77 non è certo messo lì a caso) si presenteranno in versione estesa, un vero e proprio concerto, altro che djset: ci sarà un tizio a picchiare per davvero sulle pelli di una batteria, e la cosa non può che far presagire un aggiunta q.b. di sano metallo urlante e pe(n)sante. Si tornerà a casa belli sazi, insomma.
 
Che poi la notte ci riservi un agguato di incubi horror, o una più prosaica seduta sul cesso (come ben illustrato dal maestro Tanino Liberatore sulla copertina del disco d’esordio dei nostri), la cosa non preoccupa: le barbabietole rosse ci sono sempre piaciute.
 
Ci vediamo in mezzo al pogo, cari miei temerari.

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