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Terremoto e ricostruzione | L’Italia trema sotto i colpi del terremoto e degli scandali di corruzione

Purtroppo è successo ancora, la terra ha ripreso a tremare. Se non fosse che questo paese è così bravo a dimenticarsi delle tragedie nella stessa misura in cui è capace di attivare straordinariamente la macchina della solidarietà, il dramma del terremoto di Amatrice sarebbe ancora vivo nelle nostre menti. 

Invece no, invece siamo l’Italia e come sempre siamo pronti a mostrare al mondo il nostro sbigottimento davanti ad un evento cui saremmo dovuti essere abituati, per nostro triste destino. A soli due mesi di distanza dal sisma che ha devastato e spezzato vite, la terra ci conferma ancora una volta che conserva in se la forza necessaria a distruggere tutto. Non solo, mette a nudo, come se non fossero già evidenti, tutte le nostre inadeguatezze strutturali che ci impediscono di fronteggiare un fenomeno naturale a cui siamo esposti con una frequenza veramente impressionante.

Il terremoto che in questi giorni ha colpito di nuovo le zone del centro Italia non ha provocato vittime, ma il prezzo in termini di devastazione è stato comunque alto, con paesi rasi al suolo e migliaia di persone che hanno perso tutto in poche ore. La conta dei morti è stata scongiurata poiché la prima scossa, quella delle diciannove, che ha preceduto di due ore quella più devastante, ha permesso di evacuare gli edifici e mettere in sicurezza le persone. Adesso ci attendono giorni di passerelle dei politici nelle zone colpite e i soliti discorsi sulla necessità di ricostruire tutto nel più breve tempo possibile; e soprattutto di ricostruire bene e in modo efficace. Tutto giusto, per carità, ma la parte difficile sta sempre nel far seguire i fatti alle parole.

Come se non bastasse, in questi giorni la cronaca è impegnata a snocciolare un problema che sembra essere diventato endemico della nostra società. Lo scandalo di corruzione legato alla realizzazione delle grandi opere, che per un beffardo gioco del destino e per una spaventosa concomitanza di eventi sembra essere legato a doppio filo con il terremoto. Soprattutto con quella che sarà la gestione del post-terremoto. La fitta rete di corruzione e la negligenza sui lavori delle grandi opere evidenziate dagli investigatori, ci mettono in guardia rispetto al tema della ricostruzione. Perché, per chi non lo avesse capito, il piano di messa in sicurezza del territorio dai rischi sismici ha la stessa valenza del Terzo Valico Genova-Milano o della Salerno-Reggio Calabria, se non di più. Un’urgenza strutturale che rende questo intervento paragonabile ad una grande opera. L’idea di affrontare questa sfida epocale con il rischio di incappare nelle solite ruberie e negligenze fa rabbrividire, perché ne va del futuro e della credibilità del paese, oltre che della incolumità dei cittadini. Purtroppo abbiamo già avuto prova di edifici crollati dopo essere stati adeguati con norme anti sismiche. Il più delle volte la causa sta in lavori fatti male e con materiali inadeguati al tipo di intervento.

Questo vuole essere un monito a chi ha la responsabilità di agire in fretta e in maniera adeguata. In una situazione in cui dobbiamo già fronteggiare i vincoli di spesa imposti da una UE sorda e cieca ai problemi dei popoli, risolvere i nostri problemi interni che dipendono esclusivamente da noi sarebbe già un grande passo in avanti. Vedremo nei prossimi giorni se i nostri politici saranno in grado di trasformare una tragedia in un’occasione di rilancio da non perdere assolutamente.

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