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 Home page > Tribuna Libera > Sull’intervista a Casaleggio: ma il paese reale dov’è?

Sull’intervista a Casaleggio: ma il paese reale dov’è?

L’intervista (23 giugno) concessa al Corriere della Sera, con il titolo “ la democrazia va rifondata”, è lunga. Ben ventisette risposte ad altrettante domande. Si legge, in maniera fluente, per chi pazientemente, scorrendo il testo, aspetta di conoscere in maniera più adeguata le verità culturali ed ideologiche dell’"altro pensiero” sulle assillanti questioni di merito (tante) che ci riguardano.

Alla fine, però, rimane la sensazione del vuoto. Una enorme bolla si sapone che libra “elegantemente” nell’aria, separata dal contesto reale. Si parla della “democrazia da rifondare”. Della Rete che è, o sarà, al centro dell’ “Universo”.

Però mancano le carni e le ossa; le emozioni, le esigenze vitali, le enormi problematiche in atto; la cruda quotidianità, degli interessati, cioè degli Umani, uomini e donne; i Soggetti costituenti, nel dolore, nella gioia e nella speranza, nella forma soggettiva ed oggettiva, della “democrazia rifondata”.

È come se gli Umani, dall’Italia alla Gaia Terra tutta (dato che il pensiero espresso è in chiave universale), fossero terminali, utili per schiacciare un tasto, in una megastruttura di comando non meglio definita.

Al servizio di Chi e per Che cosa? Nulla viene esplicitato, almeno nella forma adusa alla comprensione del normale umano pensiero.

Si parla di “rinnovamento della democrazia”, con la realizzazione della democrazia diretta tramite l’utilizzo potente della Rete (Web), in uno scenario che sembra ovattato, gaudente, ove improvvisamente, quasi miracolosamente, spariscono le mille e più violente contraddizioni che caratterizzano il Mondo, l’Europa, l’Italia.

Non c’è traccia dei poteri finanziari e dei loro perversi giochi, del comando imperioso delle multinazionali che fanno e disfanno nell’uso della globalizzazione; delle enormi concentrazioni delle ricchezze in poche mani, sempre più divaricanti, dei giganteschi squilibri tra paesi opulenti e paesi poveri, ove decine (centinaia) milioni di persone di fatto sono prive degli elementari “attrezzi” della sopravvivenza. Non c’è nessuno riferimento alle spese folli per gli armamenti e alla conclamata potenzialità nucleare di polverizzazione della Gaia Terra. I potenti rischi ambientali, gli inquinamenti, le desertificazioni, l’innalzamento dei mari, la sparizione delle foreste, gli avvelenamenti alimentari, non vengono trattati.

Eppure, il rinnovamento della democrazia, al di la degli orpelli tecnici, dovrebbe essenzialmente riguardare la garanzia della vita, a tutti, al di là del luogo di presenza; la certezza di un’equa distribuzione delle risorse economiche, materiali, naturali e culturali, con una estensione generalizzata dei benefici conseguenti.

La Storia, quella prodotta dall’evoluzione del pensiero e dall’esperienza umana, non si può cancellare. È quella che ha determinato, in particolare nei tempi recenti, dopo le grandi guerre mondiali, la definizione di Accordi e il tentativo di pratica, anche se ancora in maniera fortemente nominalistica, della Pace, diritti civili, solidarietà, accoglienza.

Sul piano nostro, più direttamente coinvolgente, del cosiddetto nazionale, il rinnovamento della democrazia dovrebbe essenzialmente significare mettere mano alle grandi contraddizioni che caratterizzano il Paese. Una democrazia rinnovata, nell’esaltazione della partecipazione, negli strumenti e nel modo, diretta, de visu, giusto per sentire sudori e umori, non tanto nell’isolamento della gabbia dello strumento telematico, per affrontare le questioni lancinanti che riguardano la gran parte dei cittadini.

A partire dal 10/50 – sui perché (e sui rimedi) nel corso degli ultimi decenni il 10 per cento della popolazione detiene, in forma sempre più crescente, la ricchezza nazionale, ad ora già al 50 per cento -, che è sempre stato bel oltre la crisi; sull’enorme e strutturale evasione fiscale, a danno di chi possiede “busta paga”, in forma salario, stipendio o pensione; sugli oltre 500 miliardi di euro ancora non incassati dalle strutture preposte al perseguimento dell’illegalità – Equitalia -; sugli enormi introiti derivanti dalle attività criminali e dalle pubbliche e private corruzioni; sul drastico abbassamento del potere d’acquisto dei “soliti noti”, quelli che, dato il numero, fanno statistica, sempre al ribasso; per dare risposte ai sempre più crescenti poveri, quelli che vanno a ramazzare nei bidoni della spazzatura, sperando di trovare il vuoto in vetro di uno champagne di lusso, da scambiare per un panino.

Il dato è che senza pubblici soldi “ non si canta messa”.

Sulla gestione della democrazia nei luoghi di lavoro; per un normale e funzionale rinnovo dei contratti di lavoro; per un efficace controllo delle dinamiche lavorative affinché nessuno ritorni in bara nella propria casa.

Per l’occupazione, specie giovanile, contro lo smantellamento del tessuto produttivo del paese, in gran parte dovuto al desiderio imprenditoriale di “tessere” con gli strumenti finanziari della Borsa, e fabbricare, lontano, là dove vige il medioevo, al motto di “ meno grasso, più profitti”.

Sui servizi pubblici, a partire da quelli essenziali: scuola, sanità, trasporti... nulla da dire.

Nulla di nuovo “ sul fronte occidentale”… anzi, si confonde il popolo. A beneficio di Chi e Che cosa? Nulla è da sapere!

 

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.51) 25 giugno 2013 15:02

    Sono sostanzialmente d’accordo con l’Autore dell’articolo: le idee (se ci sono) di Casaleggio danno l’impressione di qualcosa di un idealismo esagerato, avulso dalla realtà e dalla natura umana. L’unico (modestissimo) appunto all’articolo, lo rivolgerei a quella parte che si occupa (pur legittimamente) di argomenti forti e concreti, come armamenti, finanza, lavoro, ambiente e via dicendo. Non è che io non sia d’accordo (potrei esserlo o non esserlo, non è questo il punto), ma credo che il marciume che si riscontra in tali ambiti non sia altro, in realtà, che un epifenomeno, conseguenza di un degrado molto più profondo: quello culturale, interiore, oserei dire "spirituale", che sta dilagando trasversalmente senza distinzioni geografiche o sociali. La società moderna è ancora incastrata in quel conflitto cognitivo tra la rivoluzione scientifica e la tradizione animistica, magistralmente identificato e descritto a suo tempo da Jacques Monod ("Il caso e la necessità", 1970). In queste condizioni è facile che emergano personaggi come un po’ tecno-futuristi e un po’ pseudo-mistici ed è altrettanto facile che le masse, ormai totalmente disorientate, li seguano. Secondo un antico adagio, anche gli uomini piccoli fanno un’ombra lunga, quando il Sole è basso.

    Per quanto riguarda l’idea di democrazia diretta esposta da Casaleggio, penso che sia un’illusione, per vari motivi: 1) la politica, soprattutto internazionale, non sempre può essere completamente trasparente perché ci sono anche situazioni che per motivi di sicurezza (non necessariamente di natura "militare", ma comunque per la salvaguardia della pace) richiedono riservatezza e quindi non possono essere affidate a dibattiti pubblici e consultazioni plebiscitarie; 2) il vero desiderio della maggior parte della gente è quello di poter vivere onestamente coltivando i propri interessi in santa pace e questo dovrebbe essere anche il suo vero diritto, più che interessarsi continuamente dell’amministrazione della cosa pubblica; e anche se inizialmente potrebbe funzionare, ho molti dubbi su quanto tempo durerebbero la passione e l’entusiasmo della massa per una partecipazione così intensa come quella prefigurata da Casaleggio, il quale però mi sembra esserne tacitamente consapevole e allora mi chiedo se per caso dietro tanta fuffa non covino ben altre, recondite e inquietanti intenzioni; 3) il problema di cui nessuno parla è il plagio permanente a cui il popolo è già da ora fin troppo sottoposto dalle forze politiche che dall’alto cercano di condizionare le scelte degli elettori a forza di inganni e manipolazioni varie dell’informazione; e cambiare forma democratica, da quella rappresentativa a quella diretta, non cambia niente perché non risolve questo problema, anzi, forse lo potrebbe anche peggiorare: saremmo comunque ostaggio dello stesso clima di propaganda permanente e non ci salveremmo comunque dal rischio di prendere decisioni inconsapevolmente imposte dall’alto attraverso il lavaggio del cervello esercitato su di noi: sempre schiavizzati, ma "più democraticamente".

    D’altra parte basta guardarsi intorno per accorgersi che la civiltà o l’inciviltà di tanti popoli non dipendono dalla forma di governo, ma semmai dalla loro impostazione culturale. L’idea che tutto dipenda dalle regole è illusoria, perché a dover far funzionare le cose, alla fine, siamo sempre noi, "le carni e le ossa": se noi siamo onesti, ragionevoli e coscienziosi, possiamo vivere bene anche in un sistema imperfetto; viceversa, senza tale cultura, nemmeno il sistema più perfetto del mondo ci gioverebbe. L’aspetto che mi sembra più valido di M5S, è infatti l’aver sostituito, in Parlamento, almeno un po’ dei vecchi "avvoltoi", con nuove persone, sicuramente più pulite (anche se non tutte e non alludo alla diaria ma all’aspetto ideologico); peccato, però, che questo sia stato collegato ad un programma politico troppo legato proprio agli stessi temi degli altri partiti, anziché alla ricerca, per esempio, del ripristino di una vera dignità morale dei politici, per la quale non basta che non vi siano condanne penali: questo è un aspetto puramente formale e comunque l’immunità parlamentare fu prevista per prevenire il ritorno di un regime totalitario attraverso l’arresto di tutti gli oppositori; chi si appresta (e si propone) alla guida di una nazione, dovrebbe saper condurre una vita dignitosa, senza concessioni a costumi lascivi e dovrebbe essere una persona onorevole anche di fatto e non (come, al contrario, si pensa nell’area M5S) nemmeno di nome. Mi chiedo: perché anche M5S si preoccupa (pur legittimamente) più dei problemi legati al denaro che non, per esempio, a quelli legati all’uso di droghe in Parlamento, come invece già denunciato non solo dalle "Iene" ma anche da coraggiosi giuristi, che ne evidenziavano il conseguente rischio di potenziale annullabilità di qualunque atto pubblico (Leggi e Decreti inclusi) prodotto in tali condizioni?

    Alla fine la mia conclusione è praticamente la stessa: nulla si chiarisce e tutto si confonde. Ma a beneficio di chi e di cosa? Nulla trapela.

    Manny

  • Di (---.---.---.78) 25 giugno 2013 15:38

    Io del sogno di Casaleggio non ho capito un punto. In realtà tanti, ma mi sono soffermato su uno: in un sistema in cui sia prevista la democrazia diretta, non rappresentativa, in cui un cittadino esprime il suo voto direttamente, ogni volta... a che serve il parlamento? A che servono i portavoce, come li chiama lui? Se il cittadino la esprime la propria voce direttamente, a che serve quella che diventa una casta la cui funzione diventa fumosa? 


    Sempre più fattoria degli animali, tutti uguali ma alcuni più uguali di altri.

    Non so se avete notato una cosa nell’attuale corso del M5S: tutti sono a tempo, da chi ricopre cariche pubbliche (massimo due mandati) a chi fa il portavoce, tutti con una scadenza nota sin dall’inizio. E’ un modo per depersonalizzare i ruoli, evitare personalismi e che qualcuno emerga con il suo carisma (eventuale). Insomma, evita che i singoli abbiano visibilità, diventano sostituibili. Tutti tranne due: Grillo e Casaleggio, che a questo punto assumono un ruolo fondamentale non solo per la posizione impari che assumono, ma per la continuità della stessa, cosa che offre loro una visibilità notevole.

    In un sistema-movimento in cui tutti sono a scadenza, loro sono l’unica certezza, l’unico punto fermo.

    Un po’ comodo diventarlo così, per statuto.
  • Di paolo (---.---.---.138) 25 giugno 2013 17:42

    Cari amici ,ammiro la sagacia critica con la quale avete scoperchiato il nulla travestito da visione politica .
    Il fatto è che non c’è nulla di nuovo sotto il sole .Il meccanismo comunicativo di Casaleggio è di una semplicità disarmante ,ovvero creare visioni che diano la dimensione di un cambiamento sociale possibile ,baipassando gli attuali schemi politico istituzionali .E’ una visione deterministica con l’uomo singolo attore del proprio futuro senza dipendere dalla mediazione delle istituzioni ,svincolato da qualsiasi forma ,anche surrettizia ,di coordinamento e di indirizzo , che si concretizza con una super democrazia diretta planetaria a metà di questo secolo ( 2054 ) .La visione messianica di un destino che passa attraverso una guerra mondiale tra economie planetarie .

    Un personaggio del genere non dovrebbe essere neanche intervistato , è evidente lo stato psichico di chi ,avendo fatto fortune con lo strumento informatico e conoscendone l’aspetto utilitaristico come progettista di software ,è entrato in una dimensione di esaltazione dello strumento tecnologico .L’uomo viene appiattito nella dimensione binaria del linguaggio della macchina e lui , che ne è l’artefice e l’interprete , diventa il centro del mondo .

    Il blog-partito di Beppe Grillo è la riproduzione plastica di questa concezione metafisica di una "democrazia liquida " che affida alla rete il ruolo normalmente affidato ai partiti politici . Chi è padrone della rete è padrone delle scelte e degli indirizzi della società .
    Esattamente lo stesso concetto che ha guidato Silvio Berlusconi alla conquista dei media televisivi per imporre il proprio modello sociale e controllarlo . In forma riduttiva si può dire che Casaleggio rappresenta l’evoluzione comunicativa di Berlusconi . 

    Ma come dice giustamente l’autore e sottolineano i vostri commenti ,alla fine il popolo ,quello in carne ed ossa ,dov’é e quali sono gli scopi veri ed ultimi del modello che viene proposto ?
    Buio pesto.

  • Di (---.---.---.4) 25 giugno 2013 20:02

    CARNE, OSSA e SANGUE, ce li mette ad abundantiam Grillo, che è infatti l’anima popolare, per così dire, del Movimento.
    Ma chi cerca di esprimere in poche battute una visione strutturata di problemi così grandi e di inquadrarla in un contesto globale, pur in una semplice intervista (di cui bisognerebbe anche capire cosa è stato riportato fedelmente, cosa omesso, ecc; ma questo è un’altro problema), è costretto a banalizzare ed a restare nel fumoso.
    Applicando i criteri di questi commentatori, di Platone, Kant, di Agostino, di tutti i pensatori insomma, andrebbe fatto un bel falò, perchè fumosi ed astrusi. Con ciò di sicuro non mi azzardo ad accostare il Casaleggio-pensiero ai grandi filosofi, ma se si ragiona dei massimi sistemi occorre parlare con un linguaggio adeguato, che anche se non necessariamente riservato ai soli iniziati, neanche deve scadere nella chiacchiera da bar.

    • Di (---.---.---.229) 25 giugno 2013 20:28

      Ecco ce li mette Grillo. Peccato che la società sia fatta da una pluralità di carne, ossa e sangue e non da un singolo.


      Esprimere in poche battute una visione strutturata di problemi grandi non è obbligatorio, si può anche concepire una corposa opera che spieghi le sfumature. Però non avrebbe la stessa incisività di uno slogan e questo chi studia comunicazione lo sa benissimo.


      In quanti hanno letto l’opera integrale di Platone, Kant e Agostino?

      Ma poi Platone si occupava di massimi sistemi o della pratica politica? Non mi risulta fosse un governante o aspirante tale. 

      Io dissento sulle conclusioni di Paolo per un solo motivo, sono ancora più pessimista. Il duo Grillo-Casaleggio non è l’evoluzione del Berlusconismo, è altro.

      Berlusconi, a detta dei suoi detrattori, è entrato in politica per difendere i propri interessi economici. Produce prodotti, aveva bisogno della politica per continuare a mantenere una certa posizione nel mercato.

      Grillo e Casaleggio hanno invece creato il prodotto-politica, un qualcosa che può far guadagnare bei soldi, vendono un’utopia, un sogno, un pensiero consolatorio, l’illusione di purezza. Ti registri sul loro sito, partecipi alle loro discussioni e il mondo ti sembra meno brutto. Il mondo virtuale ovviamente. Una specie di matrix.

      Pertanto non credo che il loro interesse sia realizzare ciò che propongono, ma anzi fare in modo che il sogno diventi condiviso e lontano dal realizzarsi, per un motivo o un altro, spostando sempre più in là l’asticella. Avevano avuto la possibilità di governare, ma non bastava, bisognava avere il consenso bulgaro... Non c’è niente di peggio di un sogno che diventa realtà, difficilmente sfugge al rischio delusione. O comunque diventa un bisogno ormai soddisfatto.

      Solo la mia opinione, per carità.
    • Di paolo (---.---.---.138) 25 giugno 2013 21:33

      Difatti avevo detto "in forma riduttiva " . Ma guarda che Berlusconi non produce alcunchè se non comunicazione ,in veste pubblicitaria o di talk show ,se non è zuppa è pan bagnato .
      Cosi’ come Silvio anche il marketing di Casaleggio è solo la "comunicazione ".

      Certo ,hai ragione ,per molti aspetti Casaleggio è ancora più preoccupante di Berlusconi perché mentre il Cav .ha interessi personali palesi che guidano la sua azione politica , in una sorta di linearità funzionale ,Casaleggio naviga in una dimensione ibrida con finalità oscure ,oltretutto senza neanche un impegno diretto ma con un "megafono " ,ovvero Grillo .E’ un ulteriore salto di qualità in chiave di eterodirezione deresponsabilizzata .Dirigo ma non rispondo , e chi meglio del web può consentirlo ? ovvero l’area comunicativa globale che non risponde alle regole tradizionali e non impegna gli strumenti tradizionali , ossia giornali e tv ,che in ogni caso comportano una mediazione con linee editoriali ,scelte politche , confronto ecc... .
      In sostanza calo il verbo dall’alto e la mia ricerca consiste nel dragare chi lo assume come verità assoluta .Trovati gli adepti li spingo nella direzione che voglio.
      E’ la forma più antica di reclutamento ,avvalendosi di uno strumento mediatico tecnologicamente avanzato .

  • Di (---.---.---.4) 25 giugno 2013 21:26

    SOLDI, SOLDI , SOLDI. Alla fine solo di questo si tratta? E allora, perchè parlare di Carne, Sangue, di PASSIONE, insomma? Volete un mondo fatto solo di questo? Tenetevelo pure, buon pro vi faccia.

    • Di (---.---.---.218) 25 giugno 2013 22:44

      Guarda che non sono mica io a fare soldi sulla politica.


      Io voglio un mondo di passione, carne e sangue, ma non lo vedo. Di certo non in un blog che è l’antitesi della materia.
    • Di (---.---.---.10) 25 giugno 2013 22:56

      A proposito di soldi, osserverei che mentre gli elettori M5S fanno offerte per sostenere il movimento e gli eletti rinunciano alla diaria, Grillo e Casaleggio intascano gli introiti pubblicitari dei loro siti....

    • Di (---.---.---.218) 25 giugno 2013 23:06

      Standing ovation, contento?


      A me interessa relativamente che gli eletti restituiscano l’eccedenza della diaria se poi non possono esercitare pienamente il mandato elettorale. Di rappresentanti del popolo impossibilitati ad agire il paese non ha bisogno.

      Io non mio riferivo a loro comunque. I soldi dei click sul blog di Grillo chi li intasca? Vorrei sapere perché per leggere le dichiarazioni di un deputato/senatore dello stato italiano, che rappresenta tutti i cittadini e non solo i suoi elettori, devo caricare la pagina web di un privato cittadino. O perché le sorti di un rappresentante dello stato italiano debbano essere decise da un manipolo di iscritti ad un blog privato.
    • Di (---.---.---.218) 25 giugno 2013 23:17

      scusa, avevo letto male. 

    • Di (---.---.---.10) 25 giugno 2013 23:26

      per (---.---.---.218) 25 giugno 23:17

      di nulla, io ho fatto anche di peggio (vedi sotto)

      è che avevo pure dimenticato di "firmare"

      Manny

  • Di (---.---.---.10) 25 giugno 2013 22:16

    per (---.---.---.4) 25 giugno 20:02 e 21:26

    Non disprezzo l’impegno di Grillo, al quale, anzi, credo si debba riconoscere almeno l’aver dato uno scossone contro il torpore di molti cittadini "distratti". Io non voglio avere pregiudizi contro nessuno, ma questo (secondo me) vuol dire non averne nemmeno a favore. Ho l’impressione che noi italiani finiamo sempre per schierarci a favore o contro quel personaggio o quell’altro e non valutiamo più le cose per capire quali sono eventualmente favorevoli o contrarie a... noi.

    Sui dubbi riguardo l’intervista, mi sembra strano che uno come Casaleggio, a cui conoscenza e intelligenza certo non mancano, non riesca ad essere chiaro e sia costretto a rimanere "fumoso"; ma ammettiamolo pure: il fatto è che a dispetto di tutti i discorsi e di tutti i mezzi utilizzati, da lui e da Grillo, la chiarezza non arriva lo stesso.

    Per quanto attiene a Platone, Kant e tutti i pensatori, a parte che non si sono mai inseriti in Parlamento, erano i primi loro stessi a mettersi in discussione e ritenevano prezioso il dubitare. Quindi non si tratta di farne un falò, su questo sono d’accordo, ma nemmeno di concedere (non ai filosofi ma ai nostri politici) una fiducia eccessiva, di cui rischiamo di pentirci. Per esempio: in Gran Bretagna, qualche tempo fa, il Primo Ministro ha governato così bene, che è stato rieletto; il secondo governo è stato addirittura migliore del primo, ma alle elezioni successive il popolo, pur considerandolo al massimo della bravura, ha votato in modo opposto, mandandolo a casa; persone di mia conoscenza, elettori britannici, mi diedero questa spiegazione: "perché ha già governato abbastanza, ora basta altrimenti si rischia che si creino clientelismi". Mi si obietterà che questo è proprio quello che dice M5S: "due mandati, poi a casa", ma io dico di no perché c’è una differenza fondamentale: secondo M5S questo dovrebbe essere imposto per Legge, mentre quello che è successo in Gran Bretagna è stato imposto dalla coscienza civile del popolo, fatto di persone che pensano perché dubitano. Noi italiani, invece siamo stati condizionati prima dalla Storia (Imperi, Signorie, Papati, Monarchie e infine la dittatura) e poi dalla malapolitica che ne ha approfittato, a ragionare da sudditi e non da cittadini, per cui siamo "naturalmente" portati a valutare i personaggi anziché le idee, per scegliere qualcuno da seguire, anziché da controllare.

    Ogni partito della malapolitica che ne ha approfittato, lo ha fatto sempre creando confusione per disorientarci e poi presentarci il proprio leader come portatore di chiarezza e quindi "salvatore"; è tutta psicologia. Il problema è che anche M5S sta usando lo stesso sistema; e allora la differenza dov’è? Come dice il Sig. DI PAOLO (con il quale mi complimento per l’acutezza, in generale): non c’è niente di nuovo sotto il sole.

    Per quanto riguarda i soldi, ribadisco quanto affermato in conclusione del mio precedente post delle 15:02.

    Cordialmente.

    Manny

    • Di (---.---.---.10) 25 giugno 2013 22:49

      Mi sono accorto ora di un possibile equivoco, che vorrei prevenire.

      Ho scritto :

      "...da lui e da Grillo, la chiarezza non arriva lo stesso"

      e poi ho affermato:

      "Ogni partito della malapolitica ... e poi presentarci il proprio leader come portatore di chiarezza ... anche M5S sta usando lo stesso sistema"

      il che sarebbe contraddittorio.

      Allora faccio immediatamente "chiarezza" (è proprio il caso di dirlo!).

      Nella prima parte alludo al fatto che non si capisce come si vorrebbe far diventare l’Italia: cambiare per diventare cosa?

      Nella seconda mi riferisco alla determinazione psicologica del leader, che si propone come personalità "vincente", "uno sicuro di sé" che "ha le idee chiare" perché "sa cosa vuole"; questo ispira fiducia e di conseguenza raccoglie voti. Peccato che, ripeto, cosa vogliano certi leaders lo sappiano soltanto loro.

      Mi scuso per l’imprecisione.

      Manny

  • Di GeriSteve (---.---.---.164) 26 giugno 2013 09:52

    Sostanzialmente condivido l’articolo e i commenti, ma aggiungo un punto:

    Casaleggio non trascura soltanto i problemi reali del mondo, Casaleggio trascura il fatto che chi controlla la rete controllerebbe la sua "democrazia diretta".

    Gli utenti non hanno alcun modo i sapere ciò che la rete censura e ciò che la rete manipola, a cominciare dai loro voti.

    Il problema non è futuribile, è attuale. Come farebbero oggi gli iscritti certificati al blog di Grillo a sapere se i conteggi sulle loro opinioni o voti sono sinceri o manipolati?
    Casaleggio non sfiora neanche il problema e sottintende il falso, cioè che la rete sia uno strumento imparzaile e non manipolabile: PERICOLOSISSIMO!
    GeriSteve

    GeriSteve

    • Di (---.---.---.140) 26 giugno 2013 13:42

      Sono d’accordo. Vorrei aggiungere che secondo me Casaleggio il problema di chi controllerebbe la rete non lo trascuri affatto, anzi lo conosca benissimo: la controllerebbe proprio lui (e Grillo). Cosa pensare, infatti, su quando avvenuto per la Sen. Gambaro, quando la votazione è stata aperta solo per poche ore e, come sostenuto da un’altra persona eletta anch’essa nel M5S, proprio in quelle ore in cui solo i pochi e più fedeli "talebani" (come si fanno chiamare loro stessi, a quanto pare) potevano votare, mentre gli altri erano occupati in impegni lavorativi? Questo si direbbe esattamente un condizionamento del voto attraverso il controllo (indiretto, tramite la gestione degli orari) dell’accesso, avendo preventivamente analizzato i dati statistici di navigazione associati all’orientamento ideologico, per poi concludere che "la decisione è stata presa dalla rete"; ma se la mia ipotesi è vera, è stata una farsa. Come avveniva nella vecchia URSS: quando il regime voleva vincere in una data regione, vi trasferiva migliaia di militari (e relative famiglie), giusto nel numero sufficiente a garantire il successo elettorale, poi ostentato trionfalmente sulle pagine della "Pravda" (in russo: "la Verità"), spacciandolo come "entusiastica espressione della volontà popolare"....

      Manny

  • Di (---.---.---.14) 26 giugno 2013 11:05

    mi vegogno per chi ha tirato fuori platone per paragonarlo a casaleggio: platone si è occupato di politica ne la repubblica, e in quel libro non c’erano le banalità sparate da casaleggio; senza contare che quella era una società sotto alcuni aspetti più semplice, e i problemi erano meno sfaccettati: è ridicolo pretendere da platone risposte sulla globalizzazione, ma questi, a differenza di casaleggio, ha qualcosa da dire sulla redistribuzione della ricchezza. stesso discorso per kant, che ha scritto "sulla pace perpetua" e appartiene a quella corrente illuminista considerata troppo sinistrorsa per piacere a gente come casaleggio o bossi. e un discorso simile potrebbe essere fatto anche per agostino, dato che i suoi discorsi esprimono le istanze a favore della redistribuzione della ricchezza proprie al messaggio di cristo. e in questo contesto è abbastanza ridicolo che casaleggio si definisca francescano a parole quando nei fatti non solo non si spoglia di tutte le sue proprietà, ma si rifiuta persino di renderne trasparente il bilancio. una persona per essere un pensatore deve essere intellettualmente onesto. e il problema e che io con casaleggio di onestà ne vedo poca in generale

    • Di (---.---.---.140) 26 giugno 2013 13:16

      Vorrei solo spezzare una lancia a favore dell’amico che ha citato Platone e Kant; a me non sembra che li abbia voluti paragonare a Casaleggio, anzi lo dice lui stesso: "... non mi azzardo ad accostare il Casaleggio-pensiero ai grandi filosofi ...". Saluti.

      Manny

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