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Home page > Attualità > Siamo in Grecia a Moria, Lesbo, Europa e il futuro?

Siamo in Grecia a Moria, Lesbo, Europa e il futuro?

Bambini anche di pochi mesi con gli occhi rossi per il gas, un corteo pacifico guidato dalle famiglie attaccato senza pietà dalla polizia. Chiedono giustizia, libertà, rispetto dei più elementari diritti umani, questo quello che ricevono in cambio.

E' quanto leggo sulla pagina di Federica Tourn, su Facebook, ci sono le foto che accompagnano sempre i suoi scritti di attenta e partecipe giornalista...sono gli scatti di Stefano Stranges.

Siamo in Grecia a Moria, Lesbo, Europa

Da Greekreporter.com "La polizia sull'isola dell'Egeo orientale di Lesbo ha usato gas lacrimogeni per disperdere una marcia di richiedenti asilo e migranti dal famigerato campo di Moria e impedire loro di raggiungere la capitale di Mytilini lunedì 3 febbraio.La polizia si è scontrata con circa 1.000 manifestanti, che stavano cercando di sfondare un cordone allestito sulla strada principale che porta da Moria a Mitilene. Molti manifestanti stavano marciando insieme a tutte le loro famiglie.Alcuni manifestanti hanno anche incendiato un'area vicino alla centrale elettrica di Public Power Corporation (PPC), mentre un altro gruppo è riuscito a raggiungere la città e ha occupato la strada centrale che porta al porto, installando tende davanti al teatro municipale di Mytilini.La marcia, iniziata intorno alle 10:30 di lunedì, è stata organizzata per protestare contro le spaventose condizioni di vita nel campo gestito dallo stato, che dovrebbe ospitare ed è stato costruito per accogliere".

A settembre 2019 - 59.726 i richiedenti asilo giunti via mare sulle coste greche - si leggeva: " Tragedia nel campo profughi di Lesbo dove la situazione era già insostenibile da mesi con oltre 13.000 persone in una struttura che ne può ospitare 3500. Una donna e un bambino sono morti nell'incendio (sembra accidentale) di un container dove abitano diverse famiglie ma le vittime potrebbero essere di più. Una quindicina i feriti che sono stati curati nella clinica pediatrica che Medici senza frontiere ha fuori dal campo e che è stata aperta eccezionalmente."

Il ministro Mitarakis, ha detto in un’intervista a Radio Thema 104.6: “Le regole del gioco sono cambiate,la Grecia non è un posto dove può arrivare chiunque a proprio piacimento. Stiamo difendendo i nostri confini“.
Non a caso migliaia di persone hanno protestato il 23 gennaio contro i campi di immigrazione sull'isola greca di Lesbo, chiedendo l'immediata rimozione dei richiedenti asilo. Il più grande campo dell'isola di Moria ospita oltre 19.000 richiedenti asilo in un campo con una capacità di 2.840 persone.La maggior parte dei negozi sono stati chiusi e i servizi pubblici sono stati fermati sulle isole di Lesbo, Chios e Samos, dove alcuni campi profughi hanno un numero di persone 10 volte superiore a quello per cui sono stati costruiti. Zlatica Hoke di VOA riferisce che i manifestanti greci vogliono una chiusura dei porti di ingresso e una più equa distribuzione dei migranti in tutto il paese. 

A novembre 2019 in un video tutto girato nel campo di Moria a Lesbo, Alessio Boni, quello che noi conosciamo come attore, si rese disponibile per Medici Senza Frontiere e vide con i suoi occhi e noi così sappiamo,che "oltre 15.000 uomini, donne e bambini vivono in condizioni disumane: un inferno alle porte d’Europa. Nessuno dovrebbe vivere in questo inferno. L'Unione Europea e le autorità greche devono evacuare urgentemente le persone più vulnerabili dal campo di Moria. Msf.it/grecia Msf ringrazia per la sua testimonianza Alessio Boni che ha visitato i nostri progetti di assistenza medica e psicologica sull'isola e ha portato la sua testimonianza a tutti voi."
 
E' passato Natale, siamo presi dal coronavirus, sono sempre più soli e abbandonati, è stato già tanto avere sentito la notizia iniziale al Tg3.
 
Siamo in Grecia a Moria, Lesbo, Europa e il futuro? Posso solo immaginare e poco, come sarà la loro vita in quell'isola,i l tempo, quando se ne andranno le temperature miti di questo strano inverno e arriverà il gelo pungente, tra pochi giorni...

Torna alla mia mente la musica che ascoltavo nelle vacanze in Grecia 50 anni fa, il rebetiko

Doriana Goracci

 

 

Commenti all'articolo

  • Di Doriana Goracci (---.---.---.96) 4 febbraio 2021 07:41
    Doriana Goracci

    L’aggiornamento più recente 21.1.2021"...in quell’isola, che diede i natali alla poetessa Saffo, si muore, o si sopravvive in modo indegno, o si assiste a violenze e soprusi nel silenzio generale.Spariscono bimbe e bimbi, ci si prostituisce per 5 euro, governano i clan, si soffre senza protezione alcuna di diritti elementari: la Grecia è stata lasciata sola a portare un peso che meriterebbe invece, in virtù della sua eccezionalità, il sostegno di tutti gli Stati membri. Ma se già negli anni scorsi in pochi se ne sono occupati, figuriamoci oggi con la crisi sanitaria e quella economica che premono sulle cancellerie europee.La decisione europea di concludere un accordo milionario con la Turchia di Erdogan per tenere segregati su suolo turco 5 milioni di siriani ha avuto come appendice anche il lazzaretto di Lesbo, che non deve essere scoperto oggi visto che è lì, nella sua drammatica e tragica interezza, ormai da anni.E’ stato un errore consentire che a Lesbo, a fronte di una capienza da 3000 ospiti, ne vivessero poi 12mila; è stato un errore da parte dell’Ue dimenticarsene e scaricare su Atene la gestione; è stato un errore non immaginare soluzioni alternative, come hotspot sulla terraferma da un lato e pressioni su Ankara dall’altro. La sola presa atto di una contingenza allucinante come quella in cui si trovano i bimbi a Lesbo non è purtroppo sufficiente né a sopire sofferenze e drammi, né a costruire quel ponte tra politica e solidarietà che oggi appare crollato...https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/01/22/lesbo-la-grecia-e-stata-lasciata-sola-i-migranti-meritano-piu-di-una-generica-solidarieta/6074697/

    ultime notizie dicembre 2020: "In Grecia nel “nuovo” campo di Kara Tepe oltre 7mila persone vulnerabili sono costrette a vivere in condizioni disumane. Succede anche sull’isola di Samos. I trasferimenti sulla terraferma e le richieste di protezione procedono a rilento... Dopo l’incendio le persone sono state trasferite nel nuovo campo profughi di Kara Tepe, costruito su un ex poligono di tiro di fronte al mar Egeo dal governo greco, sostenuto dalla Commissione europea. “Oggi ci vivono almeno 7.300 persone e almeno la metà sono bambini. Non sono ancora stati raggiunti gli standard minimi d’accoglienza. I bagni e le docce sono insufficienti. Manca un sistema di drenaggio e le tende si allagano a ogni pioggia, oltre a non essere adatte alle temperature invernali, all’umidità e al vento che soffia dal mare”, spiega Maranghino. “L’elettricità è fornita solo alcune ore della giornata e non c’è illuminazione. Una mancanza grave perché non consente di stare al sicuro con gravi conseguenze per le donne”.Gli effetti della dichiarazione congiunta Ue-Turchia del 2015 secondo cui i migranti sbarcati sulle isole del mar Egeo devono fare domanda di asilo sul luogo e lì devono attendere l’esito della richiesta: Le procedure possono durare anni e fino all’ottenimento della risposta, e durante l’eventuale ricorso per un diniego, ai richiedenti asilo non è permesso trasferirsi sulla terraferma. L’impropriamente detto “accordo” con la Turchia (marzo 2016) ha limitato gli arrivi in Grecia e sulle isole ma non li ha interrotti completamente: nel 2020, secondo Unhcr, le persone arrivate a Lesbo sono state 4.609. https://altreconomia.it/dopo-lincendio-di-moria-a-lesbo-continua-la-crisi-del-sistema-di-asilo/

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