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Se l’Italia non vuole rinunciare a crescere

In questo contesto sarebbe decisivo rivedere e riformare il ruolo delle assicurazioni e dei fondi pensione che diventerebbero centrali in questa prospettiva di promozione ed investimento per la crescita, ripensando, dove è necessario, ai molti aspetti che coinvolgono normativa, regolazione, fisco, principi contabili e così via. 

Se l’Italia non vuole rinunciare a crescere, perché non riesce ad emergere da una "trappola di troppo debito" - situazione assai simile a quella del Sol Levante - dobbiamo trovare in fretta una strada che, tanto politicamente quanto economicamente, ci veda impegnati ad occuparci più del futuro, e nella fattispecie delle soluzioni necessarie a finanziare la crescita.

L’ha appena fatto la Commissione Barroso, approvando un "libro verde" (il “colore” significa un documento di consultazione) dall’ambizioso titolo: “Long term Financing of the European Economy”. All’interno del testo vengono indicati alcuni dei possibili percorsi da gestire in maniera distinta e parallela, che si sintetizzano in due domande poste a tutti gli stati europei, tanto quelli creditori, quanto quelli debitori :

  • come riduciamo il troppo debito, cioè come realizziamo il deleveraging di medio termine, evitando il distruttivo credit crunch;
  • come torniamo a crescere, finanziando i necessari investimenti, pubblici e privati.” 

Nella speranza di superare le ottuse, ed al momento uniche, politiche di austerity volute dalla Germania e al fine di darci un futuro (nonostante la distruzione di tante imprese, con la speranza che l'Europa voglia continuare ad essere un'area sviluppata che allo sviluppo non rinuncia), occorre che, soprattutto nei paesi come l'Italia che sono da sempre "banco-centrici" e dotati di molte imprese piccole e medie, si sviluppino operatori e mercati in qualche modo intermedi tra banche e borsa.

Dovrebbero essere capaci di collegare gli investimenti da realizzare con il risparmio, ovunque si accumuli, magari prendendo ad esempio Paesi ed economie meno avanzati, che hanno creato ed inventato soluzioni per finanziare idee, progetti e uomini, che vanno dal microcredito, alla creazione di fondi dedicati dagli stati di appartenenza. Tutto ciò sarebbe utile a promuovere la creatività ed in definitiva il futuro dei popoli, sempre più proiettati al domani, mentre noi forse continuiamo a vivere solo di passato.

In questo contesto sarebbe decisivo rivedere e riformare il ruolo delle assicurazioni e dei fondi pensione che diventerebbero centrali in questa prospettiva di promozione ed investimento per la crescita, ripensando dove è necessario molti aspetti che coinvolgono normativa, regolazione, fisco, principi contabili, e così via. 

Inoltre, come sottolinea anche la Banca d'Italia, va valorizzata la complementarietà tra attività bancaria e crescita dei mercati.

Alle tante domande che il Libro Verde elenca, occorre dare risposta. La Commissione attende le risposte degli interessati entro il 25 giugno prossimo al seguente indirizzo

Mentre l’Europa aspetta, quindi attende una nostra risposta, noi restiamo vittime della sempre più sfinente attesa di un governo che possa fornire risposte, prima di tutto a noi italiani, e che ci restituisca una visione del domani, e non come al solito tanta nostalgia del futuro...

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