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Se i nostri parlamentari avessero imparato la lezione dei Padri Costituenti...

In queste ultime ore lo scenario della politica italiana si caratterizza per la formazione disperata di un nuovo governo. Le elezioni di febbraio come è noto, non hanno conferito al Paese una maggioranza in grado di garantire la governabilità. Il Partito Democratico ha ricevuto il 29,55% dei voti, il Pdl ha ottenuto il 29,18% e il Movimento Cinque Stelle ha raggiunto il 25,55% . Da questo quadro è emerso fin dai primi istanti la necessità di avviare delle consultazioni trasversali tra i vari schieramenti politici, con la speranza di trovare i “numeri” necessari per ottenere una rocambolesca maggioranza alle due Camere.

La storia la conosciamo tutti: Grillo ha chiuso la porta a Bersani, quest’ultimo a sua volta sembra volerla sbarrare nei confronti del Pdl mentre Renzi nelle ultime ore, ha teso la mano verso il centrodestra facendo storcere il naso al resto della sua allegra compagnia! In poche parole, nelle ultime settimane è accaduto in Italia tutto quello che in nessun altro paese civile e democratico del mondo accadrebbe!

In questo variopinto e avvilente contesto, si inserisce ancora una volta l’attivismo del nostro Presidente della Repubblica il quale ha dato forza ad alcune personalità fuori dal Parlamento, di formulare ed avanzare delle proposte convincenti capaci di mettere d’accordo un po’ tutti. Pertanto, se nelle prossime ore i leader dei maggiori partiti italiani non troveranno un’intesa, e soprattutto non si discosteranno dalle loro reiterate posizioni di parte, si prevede la costituzione di un nuovo governo guidato, molto probabilmente, da un altro “tecnico”, in piena continuità con il precedente targato Monti!

Se tutto questo avverrà, il voto di milioni di italiani andrà perso, dacché un eventuale esecutivo tecnico, non sarebbe un’espressione democratica derivata dalle elezioni; non rappresenterebbe la sovranità popolare, bensì una scelta caduta dall’alto, proveniente dalle stanze del Quirinale e non dalle aule dei seggi elettorali. Dunque, alla luce di quanto sta avvenendo si prospetta l’ennesima sconfitta della politica italiana e soprattutto dei partiti, i quali pur di non compiere un passo indietro rinunciando ad una parte dei propri interessi faziosi ed ideologici per il bene comune, stanno svendendo la fiducia e il voto ricevuto da milioni di italiani, ai nuovi tecnici di turno.

Se non si riuscirà a costituire una maggioranza di larghe intese (pur temendo le conseguenze che deriverebbero da un eventuale governo eterogeneo), l’unica possibilità per scongiurare un nuovo esecutivo tecnico, sarà quella di andare alle elezioni, a patto che l’attuale governo in uscita si prenda la responsabilità entro tre mesi, di cambiare la legge elettorale in vigore e dare respiro alle imprese e alle famiglie italiane, gravate da una pressione fiscale asfissiante. Quest’ultima possibilità a parer mio potrebbe essere la migliore a condizione, però che siano rispettati i punti suddetti.

Insomma lo scenario è sotto gli occhi di tutti e a questo punto non ci resta altro che sperare e attendere gli sviluppi delle prossime ore.

Intanto, nel provare a leggere e commentare la situazione nazionale odierna mi ritorna in mente quel grande insegnamento dei nostri Padri Costituenti, i quali, pur appartenendo a schieramenti politici opposti, pur professando ideologie in parte antitetiche, riuscirono di comune accordo a dare vita alla nostra Carta Costituzionale. Come è noto alla Assemblea Costituente, sedevano uno accanto all’altro cristiani, liberali e socialisti, personalità radicalmente e storicamente diverse, ma tutti remavano verso la stessa direzione: la ricerca del bene comune.

In quella fase storica, fare il bene dell’Italia significava traghettare il Paese fuori dal disastro della Seconda Guerra Mondiale: oggi, a distanza di 68 anni, consiste nel superamento della crisi economica, sociale e antropologica in atto. Per queste ragioni penso che se i nostri Parlamentari avessero imparato la lezione dei Padri Costituenti, ora molto probabilmente avremmo un governo pienamente operativo e persino multiforme, perché quando si accantonano gli interessi individuali per inseguire il bene comune nulla è impossibile.

Comprendo molto bene gentili lettori che il mio pensiero è cosi imbevuto di romanticismo e distaccato dalla realtà da non risultare credibile soprattutto se consideriamo chi sono i nuovi e i vecchi “salvatori della Patria”!

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.126) 9 aprile 2013 11:44

    Pur nel rispetto delle idee dell’autore, e soprattutto dei padri costituenti, a me pare che ci siano due significative differenze rispetto al dopoguerra, tra cui:

    - la guerra in questo caso non è finita (mi riferisco alla battaglia in corso fra i governi per buttarsi addosso gli effetti negativi della crisi finanziaria)
    - nel dopoguerra, il principale responsabile della sconfitta italiana era morto assassinato. Oggi, il presidente che, governando negli ultimi 10 anni (a cui è attribuibile il 30% del debito pubblico italiano) che ha consegnato l’Italia alla più grave crisi finanziaria del dopoguerra, è ancora vivo (e gli auguriamo una lunga vita). Inoltre, continua ad essere il principale esponente del suo partito che, a sua volta, continua ad avere molto seguito fra gli italiani.
    • Di F.Cammarano (---.---.---.109) 9 aprile 2013 13:06

      Sono l’autore dell’articolo e in primo luogo ti ringrazio per averlo letto.

      Concordo pienamente con il tuo commento.
      Certamente la situazione attuale è intrinsecamente diversa da quella postbellica.
      Tuttavia sarebbe prudente in una realtà profondamente complessa come questa , prendere come modello l’insegnamento dei Padri Costituenti. Ovviamente questo auspicio è una chimera considerando chi sono gli esponenti dei maggiori schieramenti politici!
      Per quanto riguarda invece l’ individuazione del responsabile vorrei focalizzare l’attenzione su due aspetti. 
      1) Provo il tuo stesso senso di indignazione nell’ osservare che una figura politica come Silvio Berlusconi,dopo quasi 20 anni, possa ancora oggi essere il leader del suo partito! Un leader dopo due mandati deve farsi da parte. Questo discorso ovviamente vale per tutti i politici e gli schieramenti! 
      2)In merito al debito pubblico , da 25enne mi sento certamente sdegnato per tutto quello che è accaduto negli ultimi 10 anni, ma lo sono ancor di più nel comprendere e nell’osservare che il debito prima del 1994 si aggirava già intorno al 116%!
      Per tali motivi, precisando che il Sig. Berlusconi non mi sta per niente simpatico , invito un pò tutti a soffermarci sull’evoluzione del debito pubblico italiano e sulle cause eterogenee che lo hanno generato: oltre alla sua responsabilità, c’è quella dei governi precedenti ed intermedi , e poi c’è la grande parte riguardante il ruolo delle banche all’ interno dell’ assetto economico europeo ed occidentale. 


    • Di (---.---.---.126) 9 aprile 2013 14:15

      Riguardo al debito, se lo desidera, può leggere il seguente articolo:



      Se le interessa, mi scriva all’indirizzo e-mail sottostante, posso inviarle la mia personale ricerca:



    • Di F.Cammarano (---.---.---.109) 9 aprile 2013 19:01

      L’articolo che mi ha suggerito è particolarmente illuminante ed approfondito. La contatterò anche privatamente tramite posta elettronica per leggere la sua inchiesta. Intanto la invito a visitare e commentare il mio blog neodemocraziasociale.altervista.org Grazie

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