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Sardinia Film Festival 2010

Il festival dell’isola che in cinque anni ha saputo creare una pista dell’immaginario per carovane di autori e di un pubblico resistente alla desertificazione incombente.

Sardinia Film Festival 2010

Si è conclusa sabato 26 giugno la 5^ edizione del premio internazionale di cortometraggi, organizzata dal Cineclub Fedic Sassari, con la collaborazione della Consulta Fedic Sardegna. La manifestazione che si è svolta nel piacevole quadrilatero dell’Università di Sassari, si conferma evento culturale e mediatico rilevante, non solo per la Sardegna, con 1300 opere provenienti da 62 Nazioni.
“Un Sardinia Film Festival da record” così ha titolato “la Nuova Sardegna” il maggiore quotidiano sardo, nella sezione cultura dedicando al festival, meritatamente, un’intera pagina.
 
Il cinema è sempre stato strumento di formazione, ragionamento e indagine sociale e individuale, specchio dei tempi. Una specie di istantanea sulle cose del mondo. Il direttore artistico Carlo Dessì, non ha avuto timore nelle coraggiose scelte delle opere in concorso e quelle presentate fuori concorso. Colta la selezione della programmazione sostenuta da un pubblico numeroso che ha apprezzato, oltre la visione, lo stimolante approfondimento al termine di ogni turno, documentato da sorridenti e disponibili giovani dello staff che hanno registrato e fotografato tutto per il miglior successo del cinegiornale pubblicato sul sito del festival.
 
E’ stata testimoniata l’attenzione e l’interesse per i giovani registi, le espressioni innovative e la sperimentazione. Gli eventi Speciali sono stati presentati da Lorenzo Saglio, critico cinematografico e presidente del cineclub Fedic Nuovo Circolo del Cinema.

Negli occhi, documentario di due giovani registi romani, Daniele Azellotti e Francesco Del Grosso, vincitore del Nastro d’Argento 2010, che raccontano in maniera affascinante l’attore Vittorio Mezzogiorno, con la voce narrante di Giovanna Mezzogiorno, la figlia dell’attore. Con sottolineature sonore, tra le altre, di Pino Daniele.
 
Identità: la vera storia di Juan Piras Peròn, la leggenda che non accenna a spegnersi e Chiara Bellini svela il mistero aleggiante intorno alla figura di Giovanni Piras, emigrato dalla Sardegna in Argentina ai primi del Novecento e identificato con Juan Domingo Perón. Un divertente e commovente “ film della strada” sulle tracce della storia sarda.
 
Ansia d’infinito, di Clarita Di Giovanni sull’artista sarda Maria Lai classe 1919, considerata la figura più significativa del dopoguerra italiano.
 
Altra efficace proiezione fuori concorso, il documentario diretto dal regista sardo Marco Antonio Pani, Arturo torna dal Brasile, vincitore del premio “Storie di emigrati sardi”, un’ emozionante e differente storia di emigrazione.
 
Tra le opere in concorso, i principali premi assegnati: Io sono qui di Mario Piredda, Bologna; Uerra di Paolo Sassanelli, Pescara; Sinner, di Philip Meni da Ramat Gan, Israele; Anna Politkosvkaja concerto per voce solitaria, di Ferdinando Maddaloni, Roma; Pigeon: Impossible, di Lucas Martell, Austin, Texas USA; 3 Sai: a rite of passage, di Paul Emmanuel, Joannesburg, South Africa; Salim, di Tommaso Landucci, Sorbano Del Vescovo, Lucca. Per il Fedic d’oro Sciola: Oltre la pietra di Franco Fais del Cineclub Fedic Sassari; per il Fedic Scuola, Insuperabili, di Tiziana Spennacchio, del Cineclub Fedic Piemonte.
 
Tra i non premiati, molto bello, metafisico, accattivante, gioioso e triste La inercia del cubano Capó Ramos Armando, un’opera per raccontare un viaggio verso il nulla attraverso l’unica ferrovia elettrica nella Cuba di oggi. Un finale in piano sequenza, apparentemente lungo, con mdp immobile su un binario con un gruppo di persone che si allontana lentamente e in maniera cadenzata per sparire trasformandosi in un quadro sfocato che stenta tra realtà e presenza, fino a rendere quasi irriconoscibile l’immagine dell’ origine restituita intensa e misteriosa, come l’intero racconto. Applaudissimo dal pubblico che non si è fatto ingannare e ha saputo aspettare i titoli di coda.

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