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Argentina, due anni fa la brutale repressione delle proteste nella provincia di Jujuy

Esattamente due anni fa la popolazione della provincia di Jujuy scese in piazza per protestare contro le proposte di riforma costituzionale. Ne seguì una repressione brutale delle proteste pacifiche, con l’uso eccessivo della forza e la criminalizzazione delle persone manifestanti.

Gli agenti della polizia provinciale usarono in modo illegale pallottole di gomma, proiettili a impatto multiplo, gas lacrimogeni a iosa e armi non esattamente regolamentari come sassi, fruste e fionde.

I feriti furono almeno 170, colpiti per lo più al volto tanto che tre di loro persero la vista da un occhio.

Uno di loro è Joel Paredes (nella foto), un ceramista di 29 anni, che il 30 giugno stava prendendo parte a una manifestazione nella piazza di Humahuaca. La polizia iniziò a sparare pallottole di gomma contro la folla e una di queste centrò l’occhio destro di Joel.

Almeno 99 manifestanti – anche minorenni – vennero arrestati, soprattutto durante le proteste del 17 giugno a Purmamarca e del 20 giugno a San Salvador de Jujuy; 86 di loro sono tuttora sotto indagine per “resistenza”, “sedizione” e “ostacolo alla circolazione”.

Negli ultimi due giorni, Amnesty International si è recata nella zona per presentare il suo rapporto su due anni di mancata giustizia, incontrare persone attiviste e vittime della repressione e ricordare alle autorità che hanno un debito enorme con la società civile jujeña, soprattutto con le popolazioni native.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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