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Salvini, ovvero "Radio padania" al potere

Basta, non se ne può più, continua l'overdose mediatica di questo descolarizzato che ha una concezione delle istituzioni da bar sport.

Capisco che dopo la lugubre esperienza dei governi piddini possa andare bene chiunque ma per favore qualcuno lo fermi, ci sta martellando dalla mattina alla sera come le sue dirette facebook o le sue apparizioni ovunque c'è da raccogliere lo share, ma non è in un format televisivo, è al governo del paese. Quello che ci propone è una sagra di ovvietà, per non dire banalità, tra appelli mistici e bracciali della fortuna, con quelle dita delle mani che si intrecciano continuamente come un riflesso condizionato. Da essergli riconoscenti per averci sdoganato dal servilismo pederastico di governi indecenti e privi di dignità, adesso comincia a stufare. Complice, bisogna dirlo, una stampa e media televisivi da terzo mondo che lo pompano come un pallone areostatico, sparando in continuo percentuali di voto favorevoli alla Lega che crescono giorno dopo giorno come la panna montata. Al netto dell'indubbio consenso che sta raccogliendo è chiaramente una illusione, un tranello per indurlo a fare il passo di rottura con i grillini, ma questo sembra crederci davvero. E' convinto di poter realizzare la Lega nazionale; da nord a sud tutti leghisti.

Prendiamo la giornata di ieri contrassegnata da un iter parlamentare a dir poco burrascoso. Il premier Conte riferisce al Parlamento sui punti critici all'ordine del giorno, il TAV, il presunto "Russiagate" che chiama direttamente in causa lo stesso Salvini, il decreto sicurezza bis, l'autonomia differenziata, le prospettive nella prossima finanziaria ecc..., insomma tutti i punti caldi che sono sulla graticola. E su uno di questi, ovvero il via libera ufficiale ai lavori della TAV, si consuma il dramma dei grillini che in seguito, per protesta sia nei confronti della decisione che per l'assenza di Salvini, abbandoneranno gli scranni del Parlamento. Un atto da parte del partito di maggioranza relativa che non si era mai visto. 

Conte riferisce e Salvini non c'è. Lui è a "lavorar ", come ama ripetere ad ogni pié sospinto questo stacanovista del sudore che però è sempre sotto i riflettori dei media a diffondere il suo verbo casereccio, infittito e rafforzato dal gesticolio delle sue mani. Non c'è ed è non solo uno sgarbo istituzionale nei confronti del Parlamento, ma soprattutto nei confronti della maggioranza di governo, e in primis, dello stesso Conte chiamto a difenderlo dai dubbi di "tangenti" alla Lega pagate dalla Russia, per tramite Savoini, amico e sodale di vecchia data dello stesso Salvini.

Conte lo difende perché è molto probabile che si tratti di una colossale montatura, anche se la magistratura continua ad indagare, ma in un passaggio è costretto a riferire che Savoini non è un semplice occasionale al seguito della delegazione leghista, ma un personaggio che ha ricoperto ruoli di fiducia da parte dello stesso Salvini, sebbene non aventi carattere istituzionale. Una affermazione, quella di Conte, supportata da documentazione fornita dagli stessi uffici parlamentari, senza aver mai potuto tuttavia godere della versione del suo vice premier. Una verità che smentisce la snobberia furbesca sul punto di Salvini, che quindi ha mentito al paese. Un fatto di gravità indiscutibile che tuttavia non viene colto neppure dalle opposizioni, tutte impegnate ad un attacco frontale al governo su ogni tema, anche i più pretestuosi, frutto della disperazione da mancanza del potere che annebbia la vista.

Così è andata, a quanto pare Salvini non ha digerito il chiarimento fornito da Conte e medita vendetta. Sullo sfondo i grillini, che pur di non far naufragare questo governo sono disposti ad ingoiare tutti i rospi. Gli italiani, dopo i disastri del renzismo, dovrebbero ringraziarli ed invece li puniscono nelle urne.

Cosi è se vi pare.

 

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