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Beppe Grillo e "il diritto all’estinzione". Siamo sicuri?.

Il primo Beppe Grillo era quello della battuta sui cinesi " se sono tutti socialisti allora a chi rubano?".

Era l'era di Bettino Craxi e la battuta gli costò l'espulsione a vita dalla RAI. Poi lo ritroviamo a pubblicizzare, nei suoi show comici, le famose palline Biowashball; una sorta di palline in ceramica che messe in lavatrice lavavano senza detersivo, con una durata di tre anni. Non ho mai saputo se fosse vero ma l'Italia scoprì la prima forma di ecologismo casereccio. Erano i primi segnali di un comico che, in maniera paradossale e non convenzionale, assumeva una dimensione politica. Poi arrivò Gianroberto Casaleggio, un perito elettronico con conoscenze informatiche, che intuì la potenza dell'essere presenti sulla rete web e allora nacque il Blog di Beppe Grillo. Il M5S iniziò come movimento antisistema, in un'ottica antipartitica, per porsi come argine ad una classe politica corrotta, becera e dedita solo ai propri affari. Poi quando quel genio di Piero Fassino, esponente di punta del PD in quel di Torino, esortò i grillini a costituirsi in partito per vedere chi li avrebbero votati, Grillo, che nel frattempo era stato ripudiato proprio dal PD, lo fece. Al primo colpo, elezioni del 2013, il M5S si confermò primo partito d'Italia alla Camera con oltre il 25% (votò con la legge Calderoli (porcellum) il 75% degli aventi diritto). Il resto e fino ad oggi è storia nota. Quello che ha determinato sbandamenti nel partito, perché ormai questo è il M5S seppure con connotati che lo differenziano da gli altri tradizionali, è stata la morte di Casaleggio. Lasciato nelle mani di Grillo, sulla cui verve comica, a tratti geniale, ho avuto sempre alcune riserve, non si poteva che finire a Di Maio.

Malgrado qualche cedimento ad una sorta di infantilismo ideologico, nel 2018 il M5S vince le elezioni con il 32% e viene incaricato di formare il nuovo governo. L'offerta si indirizzò al PD, che nel frattempo era crollato elettoralmente, ma l'anima renzista del partito rifiutò. Allora, per non buttare al macero il consenso popolare, non rimase che ripiegare sulla Lega, pur con tutti i mali di pancia del caso. Si arrivò al Conte 1 e poi al Conte 2, passando dalla Lega del golpista Salvini al PD, mentre infuriava l'epidemia di Covid. E' un dato di fatto che, unico finora nella storia di questo paese, il M5S realizzò oltre l'80% del suo programma elettorale. Ed è proprio da qui che comincia l'attualità. 

Quando serve si provvede. Siccome il M5S andava di traverso ad una classe politica che non si rassegnava a rinunciare ai propri comportamenti predatori, et voilà eccoti servito un bel governo tecnico Draghi. Gli artefici del colpo Mattarella(PD, Letta (PD), lo stesso Draghi (PD) e il cameriere Di Maio, spinto dalla non disinteressata partecipazione proprio di Beppe Grillo. Perché proprio non disinteressata? Perché nel 2019 era scoppiato il caso Ciro Grillo, figlio di Beppe, accusato di una brutta storia di stupro di gruppo ai danni di una turista norvegese, con il processo tuttora in corso. Nessuno mi toglie dalla mente che questa vicenda abbia avuto un peso su Beppe nel forzare, è proprio il termine giusto, un recalcitrante Conte ad entrare nel governo Draghi. Un Beppe che diceva di avere visto in Draghi non un banchiere con il pelo sullo stomaco ma un grillino, " è uno di noi", come disse anche a proposito del ministro Cingolani, prendendo una cantonata topica. Seguirono altre vicende che evidenziarono la sempre maggiore distanza tra un Grillo mentalmente intorpidito e un Conte sempre più infastidito dall'azione guastatrice del fondatore, al punto che si è arrivati all'epilogo finale. Conte promuove la Costituente del partito, incaricando 300 iscritti selezionati su migliaia ( ho avuto anch'io l'invito ma non ho partecipato), a metterne le basi fondative. Grillo non accetta il ruolo di contribuente esterno al pari dello stesso Conte, vuole mettere il becco in virtù di una condizione di "primus inter pares". Conte lo inchioda pubblicamente e annuncia pure di recidere il contratto che prevede a favore di Grillo il rimborso di 300.000 euro l'anno per sostegno alla comunicazione del partito. Presa di posizione più che giustificata, dal momento che da tempo Grillo bastona quotidianamente Conte e il M5S, cercando in tutti i modi di far morire la "sua creatura". E' il dramma di un uomo intelligente ma con un background culturale non proprio di primaria grandezza, che non si rassegna ad un ruolo marginale. Il fondatore che vuole la morte della sua creatura perché vede in Conte l'usurpatore. Non ha capito nulla di quello che è successo negli ultimi 15 anni di storia politica italiana. Una sorte che ci ha consegnato il peggior governo di destra fascistoide dai tempi di Mussolini. Ma io, che invito Grillo a farsi da parte come già feci molti anni fa proprio su questo blog, continuo a pensare che ancora molto di buono il M5S ci ha lasciato e continua ad interpretare. E poi basta vedere le alternative. 

Foto Wikimedia

Commenti all'articolo

  • Di libero palumbo (---.---.---.252) 3 novembre 2024 19:29

    Molto bello l’articolo, è stato un piacere leggerlo, diciamo che tutta la parabola (discendente a questo punto) del movimento 5 stelle potrebbe diventare un caso di studio per i sociologi... Personalmente ( non sono un sostenitore del movimento) il movimento 5 stelle ha avuto il merito (indiretto) di aprire una riflessione sulla incompatibilità tra movimenti e politica. Per quanto mi riguarda Beppe Grillo dovrebbe semplicemente ritirarsi ma alla fine è rimasto vittima delle sue stesse invettive....

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