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Riflessioni di una neoblogger - Sofia Riccaboni

Questo libro è una semplice raccolta di momenti di ogni giorno, di pezzi di attualità e di pensieri che in qualche modo mi hanno colpita.

Ho sempre cercato di mantenere un mio pensiero sulle cose che accadono nel mondo quotidianamente.
Questi scritti nascono dalla voglia di dire la mia opinione. Nulla di più.

Gli argomenti spaziano da eventi accaduti a problematiche sociali, quali la donazione degli organi o malattie particolari che vengono spesso ignorate.

Questi "articoli" sono comparsi su un blog, per il quale scrivevo quasi gratis, con l’unico scopo di esprimere la mia opinione. Sono diventati un e-book perchè in molti, che mi hanno conosciuta in un secondo momento, hanno chiesto di leggere tutti i miei pezzi. Per fortuna ho trovato un editore che ha creduto nel mio progetto e che mi ha appoggiata, prima con l’e-book e poi con la stampa del libro che uscirà nei prossimi giorni e che verrà presentato poi in varie città italiane.


Realizzare un’intervista ad un’amica è qualcosa di particolare e difficile, richiederebbe più tempo, più attenzione, ma allora diventerebbe qualcosa di ricercato e si allontanerebbe dall’intento di questa rubrica.
Rimaniamo incollati e fedeli al copione.

Sofia: una donna, una madre, una scrittrice, una giornalista. Un essere umano in continuo mutamento. Un punto in perenne movimento alla ricerca dell’attimo da cogliere.
Ma tu, sei riuscita ad afferrare il tuo essere e la tua vita?


Il mio essere? O la mia vita? Sono per me due cose diverse. A me interessa, come dice una persona cara, l’esistenza, che alla fine è composta dall’essere e dalla vita. Afferrarla vorrebbe dire essere arrivati. E io non credo arriverò mai in fondo. Sarebbe la fine. Non avrei più nulla da dire, nulla da raccontare. E poi, scusami, ma che senso ha afferrare la propria vita? Non è già sufficientemente complicato riuscire a vivere serenemente ogni attimo?

Come riesci ogni giorno ad affrontare "tutto" senza mai crollare? (e qui scatta il sorriso d’obbligo pensando ad un certo subentro che ti ha lasciato senza luce per dieci giorni... in cinque minuti dalle lacrime all’atto pratico!)
 
Io crollo, anche spesso. Ma dura poco, i famosi cinque minuti. Giusto il tempo di ricordarmi, guardando negli occhi mia figlia Pamela o il carissimo Gabriele, che i problemi sono altri. Che le cose per cui davvero crollare sono altre. E se loro non crollano, come posso crollare io? Se mia figlia di fronte ai suoi momenti difficili, (un trapianto di fegato e ora un rigetto cronico) non crolla, ed ha solo 10 anni ancora da compiere, come posso permettermi io di crollare? Ho capito,che le cose vere sono ben lontane da quelle che molti credono di sapere e di vedere ogni giorno. Per questo non crollo. Perchè non ha senso crollare per cose effimere che alla fine non ti lasciano nulla o quasi. Ci sono cose veramente importanti che ti danno la forza e la gioia di continuare a sorridere. I miei figli, Pamela e Dejan, i miei amici, quelli veri, quelli che mi hanno creduto da subito, anche senza conoscermi.
 
Voglia di arrivare e voglia di combattere. E’ sempre stata così o hai scoperto una te stessa nuova ed inaspettata?
 
Non sono mai stata un carattere facile. Mio papà, ma soprattutto mia mamma, possono confermartelo. Voglia di arrivare.. mah! mi suona male detta cosi. Voglia di riuscire, forse. Voglia di combattere, tanta. Soprattuto dopo aver avuto Pamela, soprattutto dopo essermi scontrata con la realtà delle malattie rare in Italia che, mio malgrado, continuano a far parte a pieno titolo della mia vita. Prima Pamela, poi io, ora un caro amico. Credo che sia una cosa che tutti noi abbiamo dentro. Ad un certo punto, qualcosa la scatena. O la fa tacere, dipende dai casi. Nel mio, la voglia di combattere sempre è forte, come quando vedo soprusi o ingiustizie, soprattutto quando riguardano bambini o persone che si trovano in difficoltà. Prima o poi mi metterò in qualche pasticcio ma se ne vale la pena, si fa tutto.

 
Partire da episodi e costruire una vita... si può fare?

Sì. No. Forse? Non lo so. Dipende da chi si trova ad affrontare gli episodi. Per me sì. Anzi. La mia vita è ripartita da un episodio che mi ha ferita e fatta star male, ma che, alla fine. mi ha regalato una nuova consapevolezza e una nuova visione di quello che volevo fare.
 
Vivere emozioni e raccontarle: un’esperienza editoriale che farebbe gola a molti, ma la scrittura è un’amica capricciosa, a volte si cela a volte si manifesta. Con te è sempre stato un rapporto d’amore?
 
I miei professori di lettere forse sarebbero più indicati per rispondere a questa domanda. A scuola non ero la prima della classe. Nemmeno in italiano. Quello che so l’ho imparato strada facendo, leggendo, soprattuto. La scrittura è venuta come conseguenza. Nasce sempre da se’. E’ sempre, da che si è manifestata, un rapporto d’amore, anche se alcune volte molto combattuto. Come tutti i rapporti d’amore a volte ci litigo, altre mi ci arrabbio, altre ancora ci mandiamo reciprocamente a quel paese, ma alla fine, torno sempre alla mia Moleskine.

So che lavori adesso per una casa editrice, la "tua" casa editrice. Conoscendo entrambi i lati della medaglia, nessuno meglio di te può esprimere un giudizio sul come e sul cosa, nessuno meglio di te può elargire consigli... fungere, ancora, da madrina del settore...

Madrina io? Divento rossa. La mia avventura con Libertà Edizioni è nata per caso. Una piccola casa editrice di Lucca, che per scelta non distibuisce nelle librerie. Eliminare i parassiti e dare visibilità e gratificazione agli autori emergenti. Non me ne vogliano le librerie. E’ difficile fare gli editori. Tutti credono di poterti mandare qualsiasi cosa da pubblicare, ma non è così. Effettuiamo una attenta cura e scelta del materiale che pubblichiamo.
Il come. Noi abbiamo scelto di lavorare con internet, di pubblicare e-book, oggi molto graditi, scaricabili in formato pdf e fruibili con diversi mezzi elettronici. Facciamo anche formati cartacei ma li vendiamo solo nelle presentazioni e negli incontri con i nostri autori o via internet. Crediamo molto nell’incontro tra chi legge e chi scrive. Un momento di confronto che serve da entrambe le parti. Per chi legge (anche io sono una lettrice accanita) è bello vedere che esiste davvero chi ha scritto e ci ha regalato tante emozioni. Per chi scrive è grtificante vedere che ci sono persone che ti apprezzano, senza contare che chi scrive raccoglie emozioni e momenti che poi possono essergli utili per nuovi racconti.
Il cosa? é difficile. Noi puntiamo sulla qualità delle emozioni, che siano poesie, racconti, romanzi o articoli, devono prima emozionare noi. Se non è così allora non va. C’è molta gente in gamba che scrive bene ed è una soddisfazione leggere certi manoscritti. Meritano di trovare il loro spazio.
Comunque, tengo a precisare, che la casa editrice non è MIA. Siamo diverse persone, ognuna con un suo compito, ognuna che crede nel progetto.
E’ la nostra casa editrice.

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