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Renzi, l’ultimo magliaro

"Magliari" soleva chiamare Montanelli i politici nostrani, ossia venditori ambulanti che offrono merce scadente e vogliono imbrogliarti. Più passano i mesi più l'atteggiamento di Renzi sembra quello del "magliaro".

Questa volta l'imbroglio non gli è riuscito, anzi la brutta figura è stata bruciante, perché alle strette ha pure ammesso di essere stato lui ad aggiungere l'art. 19 al decreto della delega fiscale, che riguarda la frode fiscale ed avrebbe avvantaggiato Berlusconi e tutti quelli in odore di frode fiscale. Se avesse fatto finta di non sapere, non gli avrebbe creduto nessuno, ma almeno non avrebbe ammesso esplicitamente di sapere sin dall'inizio che ci sarebbe stato il tentativo d'imbrogliare alleati, oppositori e soprattutto i cittadini onesti.

Caro Renzi, ti stai sgonfiando come tutti gli altri che ti hanno preceduto. La tattica è sempre la stessa. 
Far finta di voler cambiare tutto senza in verità cambiar nulla. Hai gettato fumo negli occhi dei cittadini elettori, elargendo 80 € elettorali e resecando un po' d'Irap alle aziende, senza che ripartissero i consumi, mentre dall'altra parte ripartivano al rialzo tutte le accise e le tariffe possibili. Taglio della spesa pubblica e aumento delle spese improduttive sono rimaste inalterate. Il vanto della trasparenza è rimasto sulla carta! Ti sei sempre rifiutato di render pubblici i suggerimenti di Cottarelli, che avrebbero smentito la tua sicumera, perché tutti sanno quel che chiedevano Cottarelli, Bondi, Giavazzi ed i vari commissari chiamati a indicare i tagli di spesa.
 
Così come la riforma della Pubblica Amministrazione finirà per produrre altre leggi ed altre complicazioni burocratiche, giacché non c'è bisogno di altro che di applicare le leggi esistenti, per combattere corruzione, evasione ,malaffare. Abbiamo 153.000 leggi (pressappoco dieci volte in più degli altri paesi civili occidentali), ma nessuno le applica. Chi dovrebbe applicarle si gira dall'altra parte o sfacciatamente propone altre disposizioni o la creazione di autorità per studiare o risolvere i problemi, duplicando la burocrazia. Questo continua a succedere da decenni! Se non è opera di magliari, non so come chiamarla.
Si fa una riforma del mercato del lavoro, dopo secoli di discussioni, ma varrà solo per i nuovi assunti e non per il pubblico settore. E la chiami riforma, caro Presidente. Ma mi faccia il piacere! -avrebbe detto il grande Totò.
 
Non parliamo poi della legge elettorale e della riforma della Costituzione. Una legge elettorale, che reintroduce i capilista bloccati dalle segreterie dei partiti, le pluricandidature in più collegi dei capi e portaborse da salvare dalla trombatura elettorale, e le preferenze, che alimentano il voto di scambio e le scorrerie della malavita nell'agone elettorale, che riforma è se non da magliari. Quanto alla riforma della Costituzione, se si riduce all'abolizione del bicameralismo e del senato, senza abolire le regioni a statuto speciale, senza attuare gli art. 39-40 e49 della Carta che riguardano lo stato giuridico di partiti e sindacati, o non si stabiliscono con chiarezza e precisione i compiti delle varie istituzioni, meglio non toccare nulla. 
 
In questi ultimi 20 anni sono già state tentate riforme parziali delle istituzioni con risultati irreparabili.
E non farti soverchie illusioni. Anche tu hai perso il momento favorevole per cambiare veramente le cose, ma dopo un anno mi sa che anche la tua stella si sia appannata e stia declinando. 
Il quaranta per cento di consenso è lontano. E recuperare- temo- ti sarà difficile. Il prossimo parlamento, ahimè, sarà più frammentato, il Paese più ingovernabile e l'astensione in crescita. Parola di realista, non di gufo!
 
Foto: Palazzo Chigi/flickr
 

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