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 Home page > Tribuna Libera > Referendum: i "poteri forti" votano... NI

Referendum: i "poteri forti" votano... NI

Un isterismo collettivo pervade i giorni che precedono il referendum.

A colpire è soprattutto l’isterismo del fronte del NO, convinto che dietro il SI vi siano i proverbiali “poteri forti” (a questo proposito viene spesso citato un documento del 2013 della JP Morgan che auspica “governabilità” per le costituzioni del Sud Europa, come se la giurisprudenza costituzionale italiana non si auspicasse da 40 anni la stessa cosa…).

Effettivamente per il SI si sono apertamente dichiarati Obama, Marchionne, il Financial Times…

Eppure, nell’immaginario collettivo del fronte del NO, qualcosa non quadra.

Monti, Berlusconi, De Benedetti, il Wall Street Journal, l'Economist… hanno pubblicamente preso le parti del NO. Invece di accettare, a questo punto, che forse c’è qualcosa di sbagliato nelle dietrologie del NO, qualcuno, come l’irriducibile Diego Fusaro, ha cercato comicamente di ipotizzare che in questo modo i “poteri forti” vogliono confondere le acque.

Aldilà di queste simpatiche facezie, occorre invece registrare un dato di fatto puro e semplice: mentre a favore della costituzionalizzazione del pareggio di bilancio i “poteri forti” erano compatti, nel caso di questa riforma sono divisi, ed è facile capire il perché.

Come mantenere il controllo su cosa succederà dopo? Come impedire al M5s di crescere o di governare? Basta un SI? Al contrario. Vediamo perché.

Innanzitutto bisogna capire che ciò che ha generato maggior confusione è il fatto che Renzi ha presentato insieme riforma e Italicum. Ma quello che il fronte del NO non comprende è che la riforma per Renzi era solo il pretesto per far passare l’Italicum (una mostruosità che altera l’equilibrio dei poteri), ecco perché è una buona riforma, la classica cosa “buona” fatta per mascherare un progetto “cattivo”, e ciò spiega perché la maggior parte dei costituzionalisti è schierata per il SI.

Chi vuole approfondire perché si tratta di una buona riforma democratica clicchi qui, dove in 10 punti si sconfessano, testo alla mano, 10 bugie che vengono ripetute sul referendum, come la panzana dei senatori non eletti.

Se si fa attenzione, si nota infatti che gente come Zagrebelsky, Rodotà, Scarpinato ecc…, non contesta tanto la riforma, ma il combinato disposto riforma+Italicum. Tutto ciò che è stato detto su eventuali derive autoritarie riguarda l’Italicum, non la riforma.

Ma noi il 4 dicembre voteremo la riforma, non l’Italicum.

Ma votare SI alla riforma favorirà in qualche modo l’entrata in vigore dell’Italicum? Assolutamente NO! Anzi, piuttosto è il contrario. La riforma (e questo è uno dei suoi pregi) prevede che ogni legge elettorale passi prima dalla Corte per poter essere promulgata. Negli ultimi anni abbiamo spesso avuto leggi elettorali dalla Corte dichiarate incostituzionali, ma esse restavano in vigore (appunto perché la Corte le giudicava dopo) per garantire il cosiddetto principio di continuità dello Stato (qualcuno deve governare). Per questo motivo ci troviamo da anni in una sorta di limbo incostituzionale, oscillando tra governi tecnici e “governi di minoranza”, distanti dalla rappresentanza elettorale (come il Governo Renzi). Con la riforma questo non sarà più possibile.

Ecco spiegati i dubbi dei “poteri forti” (continuo a virgolettare perché ritengo superficiale questo modo di esprimersi)… sarà molto più difficile, se vince il SI, pensare a leggi elettorali che tengano fuori l’ondata populistica senza ledere diritti costituzionali.

Il problema nasce dal fatto che Renzi, probabilmente per megalomania, contava sull’Italicum e non si è reso conto che esso porterà al governo i 5 stelle, non lui. Se ne sono rese conto tutte le forze politiche, tranne Renzi e i 5 stelle.

Per questo l’Italicum è una falso problema. Comunque vada il referendum, esso verrà abbandonato.

Bisogna votare quindi senza pensare all’Italicum, a derive autoritarie o a complottismi di varia specie. Bisogna pensare solo al testo della riforma, che è una buona riforma democratica che opera alcuni miglioramenti senza modificare il rapporto tra esecutivo e legislativo (ripeto, per capire ciò nel dettaglio, clicca qui).

Commenti all'articolo

  • Di vittorio (---.---.---.166) 26 novembre 2016 18:05

    UN PO’ DI SERIA IRONIA FA BENE ALLA SALUTE E AL PAESE :

    I partigiani del NO non sono affatto sorpresi che gli imprenditori, piccoli medi o grandi che siano, si dichiarino pubblicamente e massicciamente per il SI al referendum del 4.12.

    Sanno bene che l’imprenditore italiano tende a privilegiare le motivazioni ideologiche e politiche di parte rispetto alle condizioni economiche e normative che determinano le possibilità di sviluppo e redditività della sua attività; sanno bene i partigiani del NO che se le associazioni di categoria Coldiretti, Confcooperative, Confindustria, Confartigianato e Confederazione Italiana Agricoltori si sono apertamente schierate per il SI è solo perché sono state plagiate da “poteri forti” tipo Goldman Sachs, Merkel, Draghi e Federal Reserve !

    I partigiani del NO plaudono poi appassionatamente alla recente decisione della Consulta di “sospendere” una parte della Riforma Madia e in particolare quella che sopprime “il posto fisso” dei dirigenti della P.A. e ne prevede la mobilità. Figuratevi un po’ che questi alti burocrati avrebbero, d’ora in poi, un incarico di soli 4 anni rinnovabili e, in caso di mancato rinnovo, percepirebbero unicamente lo stipendio fisso (intorno ai 100.000 €) perdendo però la parte variabile (determinante per arrivare a fine mese poiché può raggiungere il 60% dello stipendio); come se non bastasse, dopo 2 anni in stand by potrebbero persino essere ricollocati d’ufficio in altra Amministrazione Pubblica !

    La Consulta ha deciso quanto sopra in “virtù” del fatto che questa tematica rientra nelle ”materie concorrenti” fra Stato  e Regioni dell’attuale titolo V art. 117; testo che la riforma “Boschi” pretenderebbe di sostituire con il concetto di “chi decide cosa e chi fa cosa”; infatti l’art. 31g) prescriverebbe (figuratevi un po’ !) che “lo Stato ha legislazione esclusiva ... per l’ordinamento e organizzazione amministrativa dello Stato e degli enti pubblici nazionali ... e sulla disciplina giuridica del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche tesa ad assicurarne l’uniformità sul territorio nazionale” , neanche volessimo diventare uno stato unitario con leggi eguali per tutti i burocrati nazionali !!!

    Suvvia, precipitiamoci a votare NO per impedire ai “poteri forti” di plagiare i nostri suggestionabili imprenditori (Goldman Sachs p.e. è assai ascoltata dagli agricoltori !) e al Paese di mortificare i dirigenti delle pubbliche amministrazioni rendendoli soggetti a dover talvolta cambiare di posto, se non addirittura di perderlo dopo soli 6 o 10 anni di lavoro infruttuoso !

  • Di GeriSteve (---.---.---.168) 26 novembre 2016 19:29

    chi vuol vaneggiar vaneggi, del doman referendario non v’è certezza...

    GeriSteve

  • Di linuxfan (---.---.---.236) 27 novembre 2016 09:48

    Il documento di JP Morgan non riguarda solo la governabilità, parla pure di costituzioni "troppo socialiste". E’ QUESTO il punto importante, e non va taciuto.

    La giurisprudenza italiana, poi, auspica sì la "governabilità", ma senza distorcere la rappresentanza parlamentare. Troppi però interpretano questo intento a modo loro.

    In ogni caso, io non voto sì a una riforma che contiene pochi elementi positivi, e UNA MAREA di schifezze a partire da CHI la propone, COME la propone, e PERCHE’.

    Ritengo fortemente che invece di questo andava fatto altro. Modificare la Costituzione non è cosa da poco, io non accetto di farlo in questa maniera; ci sarà ancora tempo per fare una riforma migliore, se proprio si desidera, ma soprattutto CONDIVISA da una buona maggioranza, non dal 50% degli italiani.

    • Di vittorio3 (---.---.---.174) 28 novembre 2016 13:01

      I partigiani del NO fanno giustamente osservare che la riforma proposta non è stata abbastanza condivisa .

      Infatti deve ora essere sottoposta al referendum confermativo del 4 dicembre poiché non è stata approvata dai 2/3 dei membri delle Camere ma solo dal 57% del Parlamento e 56% del Senato.

      I più accesi fautori del NO, Fassina dell’estrema sinistra e Meloni dell’estrema destra, si candidano a scrivere una loro proposta certi che sarà così saggia, giusta e condivisibile da essere agevolmente approvata, non solo dai 2/3 dei deputati, ma anche dai 2/3 più 1 del Senato (315 + 5 senatori a vita = 320 x 2/3 = 213 +1 = 214).

      Che sarà mai infatti affiancare ai voti dei senatori di Sinistra Italiana e SEL (10) e a quelli di Fratelli d’Italia (zero) tutti quelli, ovviamente senza franchi tiratori, del PD (113), di F.I. e PdL (cioè i 42 di Romani, Gasparri, ecc.), di Lega Nord (i 12 di Calderoli & co.)  nonché quelli dei senatori tutti del Mov. 5 Stelle (35) ? A questi 212 senatori, concordemente ammaliati da questa nuova proposta, si uniranno entusiasticamente i due senatori a vita Napolitano e Monti ... e saremo a cavallo !

      Semplice no ? E allora buttiamo subito a mare la “riforma Boschi” non fosse altro per non perdere l’occasione di avere fra poco quella “Meloni-Fassina”

      P.S. : siccome dilinuxfan parla di una MAREA DI SCHIFEZZE dovrebbe citarne almeno qualche decina o non le sa !

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