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Referendum | Un calcio alla Costituzione: il cambiamento renziano spiegato ai tifosi

Sarà che di bravi costituzionalisti favorevoli alla cosiddetta Riforma Renzi-Boschi non se ne trovano molti in giro, sarà che “il calcio è la sola religione del mondo che ho intorno” (per dirla alla Dario Brunori), fatto sta che il Comitato Nazionale Basta un Sì ha affidato nientemeno che a Bruno Pizzul e Arrigo Sacchi (no, non è uno scherzo!) il compito di dissertare sulle ragioni del Sì al referendum costituzionale che si terrà il prossimo 4 dicembre.

Arrigo Sacchi

L’ ingresso in campo (mai metafora calcistica fu più appropriata) dell’ ex telecronista Rai e dell’ ex Ct della Nazionale italiana è un’occasione da cogliere al volo per illustrare il concetto di cambiamento, tanto caro sia ai renziani sia ai diversamente renziani, con qualche chiarissimo esempio calcistico: la retrocessione della Juventus dalla Serie A alla Serie B; i tre gol con i quali, nel 2005, il Liverpool di Rafael Benítez soffiò al Milan una Champions League che sembrava ormai nelle tasche dei rossoneri; la perdita del primato in classifica da parte dell’Inter nel corso dell’ultima giornata del massimo campionato 2001/2002; il trasferimento del bomber argentino Gonzalo Higuaín da Napoli a Torino.

Si tratta, come detto, di cambiamenti. Grandi cambiamenti. Positivi o negativi? Dipende, ovviamente, dalle simpatie calcistiche di ognuno. Ciò a significare, laddove ce ne fosse ancora bisogno, che il cambiamento non è un valore buono di per sé, da perseguire in ogni caso ed a tutti i costi come qualcuno si ostina a credere o a far credere. E il cambiamento à la Matteo Renzi, in particolare, ha già dimostrato di coincidere spesso con una sostanziale involuzione. Basti pensare, per averne contezza, a due mostriciattoli partoriti dall’ attuale squadra di governo: l’ orribile Jobs Act e la non tanto buona Buona Scuola. Per tacere dell’ Italicum, già al vaglio della Corte Costituzionale su istanza dei tribunali di Messina, Torino e Perugia.

La musica non cambia nel caso della revisione della Costituzione. Sono addirittura i sostenitori del Sì ad ammetterlo, affermando che “non si tratta della migliore delle riforme”. “È almeno un passo”, aggiungono quasi a giustificarsi. Un passo sì, ma verso dove? Verso, al di là dei truffaldini spot, un procedimento legislativo pasticciato (nuovo articolo 70), una cattiva modalità di elezione del presidente della Repubblica (nuovo articolo 83), un aumento del potere del Governo (nuovo articolo 72, comma 6 e nuovo articolo 94, comma 1) ed una sostanziale diminuzione del potere dei cittadini. Insomma, un passo che porta dal bicameralismo perfetto ad una democrazia imperfetta. Classico cambiamento à la Matteo o, se preferite, nuovo ballo del Zaza.

Foto: Nazionale di Calcio/Flickr 

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.53) 7 novembre 2016 19:52

    INTERMITTENZA >

    Il segretario-premier RENZI fa sfoggio di una memoria di ferro. Ma solo per le cose di suo interesse e tornaconto.


    Ad esempio quando “rimprovera” a D’ALEMA di dire che la riforma l’avrebbe “fatta meglio” per arrivare poi a chiedersi “perché non l’ha fatta” in tanti anni.

    Forse DIMENTICA (?) che l’unica precedente modifica della Parte II, confermata dal referendum (ottobre 2001) con il 64% di SI, fu quella promossa proprio da M D’Alema, che ormai da 3 anni (2013) non si è più candidato al Parlamento.

    Forse ignora (?) che sugli stessi temi da lui trattati esistono, da tempo, più formulazioni alternative messe per iscritto da vari esperti qualificati.

    Ancora.

    Forse DIMENTICA (?) la generale sorpresa (e sconcerto) provocata dalla SUA iniziativa di convocare al Nazareno un summit con Berlusconi e che LUI, almeno 2 volte durante l’iter parlamentare, ha minacciato di far cadere il governo se non avesse avuto il consenso di tutti gli eletti del partito.


    NOTA.

    Per non citare il documento appena partorito dalla Commissione sull’Italicum che, tanto per cambiare, dovrà superare indenne una serie di esami (giudizi) prima di essere preso a base di riferimento per un nuovo testo di legge.

    Sintesi.

    La memoria del premier Renzi sembra funzionare a intermittenza.

    Forse non è Tutta colpa di Carosello se memorizza solo facili slogan e spot …

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