• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > Quali sono i fronti contrapposti a Taranto

Quali sono i fronti contrapposti a Taranto

Tutti, ma proprio tutti impostano la questione di Taranto secondo un dilemma tra chi vuole solo salvaguardare l'ambiente indipendentemente dal lavoro e chi invece, nel nome della conciliazione dell'uno e dell'altro privilegia però la salvaguardia del posto di lavoro. 

Naturalmente è una falsa visione del problema o quantomeno una visione forzata e interessata nel porre la questione e le forze contrapposte sono, sempre secondo i main stream mediatici, tra le forze consapevoli, responsabili, operai cittadini, imprenditore, forze politiche locali e nazionali, giornalisti e dall'altra una sparuta minoranza di estremisti, centri sociali, irresponsabili e via di questo passo. 

Se però di persona parliamo con la gente, sia quelli che protestano con il sacchettino del "perfetto manifestante" (donato dai Riva e con la giornata pagata), sia parlando con quelli "dell'APE", ci si accorge che la linea di demarcazione non è questa. Entrambi i fronti dei cittadini lavoratori vogliono sia il lavoro che la salute. Entrambi, nessuno escluso, vuole lavorare e non morire di cancro. Non può essere diversamente. Ognuno di loro ha in famiglia un malato di cancro, molti almeno due parenti morti per la stessa causa. Qual è allora la questione che li differenzia? Che li vede apparentemente su fronti contrapposti. 

Da un lato coloro che parlano prima del lavoro e poi anche della salute, si aggrappano disperatamente alle illusioni che ancora una volta viene loro fatte balenare. Vogliono credere che questa volta sia diverso, a differenza delle altre innumerevoli volte in cui sono stati presi in giro. Credono, si illudono, vogliono illudersi che questa volta l'imprenditore di turno e le forze politiche e sindacali che li assecondano, vogliano veramente risanare e conciliare l'ambiente.

Non si accorgono di entrare in contraddizione, quando chiedendo se conoscono i colpevoli, tutti all'unisono gridano i politici e i sindacalisti. Gli stessi a cui si aggrappano, come a chiunque altro assicurerà che questa volta sarà diverso. Se chiedi loro quali sono stati gli interventi per la salute e l'ambiente in fabbrica, tutti rispondono che niente è stato fatto, che la polvere ti entra nei polmoni, che il lavoro è malsano che ai Tamburi come a Paolo VI si respira come ai parchi minerali, che in fabbrica si muore di lavoro e di salute. Ma non hanno alternativa, devono credere e vogliono credere, credere e sperare, se no cosa rimane loro? Gli chiedi: “Ma credi che i 336 milioni dello Stato e i 146 promessi da Riva basteranno a risanare una città e una fabbrica”, qualcuno ride, qualcuno ti guarda sarcastico, qualcun altro abbassa lo sguardo. Poi qualcuno risponde, ma si vede che non ci crede, "devono bastare!". 


E l'altro fronte? Gli altri sono più determinati. Non hanno dubbi! Loro sanno che anche questa volta sarà una presa per i fondelli. Sono coscienti che per risanare non bastano pochi spiccioli. A Marghera ci sono voluti 5 miliardi e gli impianti non erano obsoleti come quelli di Taranto. Sanno che Riva non spenderà, come mai ha speso una lira, che anche questa volta (e le inchieste per la corruzione e concussioni lo dimostrano) ungerà, corromperà e con il ricatto occupazionale ancora una volta farà profitti a scapito della salute e della città. Vogliono l'intervento dello Stato direttamente e se Riva non ci sta, che si confischi la fabbrica! 

Allora si vede che in sostanza il fronte si sposta. Da un lato i lavoratori, i cittadini, tutti coloro che vogliono salute e lavoro sano. Dall'altra parte il padrone, le forze politiche e sindacali alleati, coloro che con fantasmagorici voli pindarici vogliono convincere, vogliono spegnere l'incendio, saltare il vero problema, vogliono la pace sociale e continuare a fare quello che hanno fatto in tutti questi anni. 

La dimostrazione? Basta guardare attentamente le dichiarazioni che fanno un'ora sì ed una no. Ma niente di concreto, nessun piano, nessuna data sicura e certa, nessuna penale in caso di mancato rispetto degli impegni, niente di niente. Tutti insieme coloro che dovrebbero fare e coloro che dovrebbero controllare, controllori e controllati. Soldi finti, soldi già stanziati e mai messi a disposizione, mai arrivati. 

Allora che si sappia chi siamo noi e chi è l'altro, chi sta da una parte e chi dall'altra, quali sono gli interessi in campo, che sono interessi inconciliabili, non fra ambiente e lavoro , ma fra profitti privati e salute e ambiente!

Commenti all'articolo

  • Di Renzo Riva (---.---.---.8) 21 agosto 2012 14:44
    Renzo Riva

    Perché non riproporre di riportarla ITALSIDER e che mai niente aveva fatto con dei sindacati scodinzolanti e cinghia di trasmissione dei partiti e che ripianavano la malagestione con i soldi dei contribuenti?

    Ve lo siete già dimenticato?

    Riva, chiudi il gas e vai in pensione che te la sei meritata e lascia questa gente in balia dei quaquaraqua politicanti.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares