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Proteste in Russia, centinaia gli arresti

Migliaia di russi si sono riuniti per protestare contro i risultati delle elezioni politiche. Non accadeva da vent’anni che migliaia di persone scendessero in piazza contro il governo. La vittoria del partito Russia Unita è stata condizionata da presunti brogli. Tra gli arrestati anche il blogger Alexei Navalny e il leader dell’opposizione Boris Nemtsov

«Che cosa ha fatto Putin in tutti questi anni? – dice un manifestante – Ha controllato la Duma e beneficiato di un alto prezzo del petrolio. Ma se ci guardiamo indietro ci rendiamo conto che noi non abbiamo ottenuto nulla, non la riforma della polizia, non la riforma delle forze armate, nessuna lotta alla corruzione».

Quando i manifestanti hanno cominciato a dirigersi verso i palazzi del potere, la polizia è intervenuta arrestando centinaia di persone. Tra i fermati anche Alexei Navalny, famoso blogger moscovita che si batte contro la corruzione. I suoi legali non hanno potuto contattarlo. Sembrano svaniti nel nulla anche le centinaia di manifestanti anti-governativi trattenuti dopo le proteste di piazza seguite alle denunce di brogli nel voto delle legislative di domenica scorsa. In un’intervista poco prima del suo fermo, il blogger si era scagliato contro Putin e la corruzione nella politica.

«È assolutamente illegale – spiega Vadim Kobsev, avvocato di Navalny – Una persona in questa situazione ha il diritto di essere assistita da un avvocato dal momento che inizia un processo a suo carico. Da quando è stato fermato, questo è accaduto lunedì verso le nove di sera, sono sempre rimasto qui e non mi è stato permesso di incontrare Alex». Navalny è stato condannato ieri a 15 giorni di carcere per resistenza a pubblico ufficiale. Navalny era tra le decine di fermati a Mosca nella manifestazione di protesta dell’opposizione contro i risultati elettorali di domenica 4 dicembre.


La vittoria del partito Russia Unita, ottenuta con un calo notevole del numero dei seggi in parlamento, è vista dai manifestanti come una vera sconfitta, per di più condizionata da presunti brogli. In Russia non accadeva da vent’anni che migliaia di persone scendessero in piazza contro il governo. In precedenza, una manifestazione filo-governativa organizzata da un movimento giovanile, si era svolta nelle vie della capitale per celebrare il risultato elettorale.

E’ un muro contro muro sempre più evidente quello tra le autorità russe e gli oppositori del Premier Vladimir Putin e del partito di governo Russia Unita, vincitore di elezioni che i detrattori del Cremlino hanno definito una farsa.

I manifestanti continuano a sfidare il divieto di scendere in piazza: la risposta è stata una nuova ondata di arresti. Oltre 200 persone solo a San Pietroburgo. Fermato, e poi rilasciato secondo i media russi, anche Boris Nemtsov, leader del partito liberale Yabloko. Ieri un tribunale di Mosca, come dicevamo, ha condannato a 15 giorni di carcere Alexei Navalny per resistenza a pubblico ufficiale durante le manifestazioni.

Il presidente Dmitri Medvedev, durante un incontro con il Direttore della Commissione Elettorale Centrale, ha indirettamente risposto alle preoccupazioni per le accuse di brogli espresse dal rappresentante per la politica estera europea Catherine Ashton: «Se gli organismi internazionali hanno rilevato delle irregolarità è un conto, ma la questione del sistema politico della Russia non li riguarda. Tra poco ci dovremo aspettare che ci dicano come scrivere la Costituzione».

A sostegno di Russia Unita sono scese in piazza a Mosca migliaia di persone in una contro-manifestazione non autorizzata, come quelle dell’opposizione. Ma le forze dell’ordine non sono intervenute.

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