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 Home page > Tribuna Libera > Portentoso Eyafjallajokull, noi ti salutiamo

Portentoso Eyafjallajokull, noi ti salutiamo

Siete pronti a entrare nella leggenda con entrambi i piedi? E’ tornato Eyafjallajokull D’Alema! Ecco il video e il report dell scazzo di ieri con Sallusti. E ora provate a dirmi che Bersani a Annozero è stato grandioso.

Era da un po’ che la massa gassosa partorita dal suo rovente stomacone non si faceva sentire. Eppure solo qualche tempo fa il mondo si diceva ai suoi piedi, vinto: niente più funzionava, perdite incalcolabili. Spostamenti verso il centro, traiettorie incomprensibili. Ieri sera, fortunatamente, Giovanni Floris ha avuto la bontà d’ospitarlo in studio. Mai fosse successo: Eyafjallajokull te lo piazzano di fronte ad Alessandro Sallusti, tenace salottiero televisivo della nidiata di Via Negri. E’ provato. Immobile, come al solito, ma provato. I fumi di sua produzione salutano con una nuvoletta, di tanto in tanto, per buona parte della puntata.

L’oggetto del dibattito, e sarebbe blasfemia il contrario, sono le dimissioni di Scajola, ancora calde. Sallusti, provvido, s’adopera nell’archivio. Sta a vedere, pensa, che mi toccherà di cacciar fuori la tirata d’affittopoli. D’altro canto, è stato il Giornale, nel ‘95, a serrare lo scudo. E’ giochetto, che presto si fa storia: vulcano Eyafjallajokull biasima il ministro uscente, come norma prevederebbe. Sì, ma “Anche lei ha dovuto lasciare la casa dell’ente che aveva in affitto”.

Adesso, se potessimo calcolare l’attività tellurica di terra e acque intorno a Eyafjallajokull, e confrontarla a quella delle sue tempie, giungeremmo a esiti preoccupanti. Preoccupati. Gli tocca rispondere, morde la lingua.
“È stato fatto un accostamento che non c’entra nulla. Io ero in affitto, non ero né ministro né capo di governo, ero in un ente previdenziale pubblico e pagavo l’equo canone previsto dalla legge. Quando uscì la questione che i politici non potevano restare, e io non pagavo con i soldi che mi dava uno speculatore amico mio, io la lasciai. Io ebbi gratuitamente la sensibilità di lasciare la casa”.

Ora, la cosa si muove più o meno in questo modo: Sallusti, fresco di palestra, reputa fesseria la rispostina a tono. Medita e prepara, dritta al cono. Bum-bum, senza sosta. Immaginatevela, e tenetevela cara in testa:

- “Gli operai del suo partito pagavano tre volte tanto, lei era un privilegiatoLei si è accorto che stava pagando troppo poco?”

- “Io non pagavo troppo poco, io pagavo quanto previsto dalla legge”.

- “Allora perché se ne è andato?”



- “Me ne sono andato perché…” Esitazione. Mai, nella vita, esitare in faccia a Sallusti, Porro, Belpietro e al vescovo dell’arcidiocesi di Pietralcina. Accade che accade l’irreparabile.

- “Come Scajola, lui da ministro lei di casa”.

E’ la tag. La query che chiude il circuito. Come Scajola. I fumi dirompono: torri di controllo agitate non hanno più un problema semplicemente “da avere”. Conoscono un incubo. E Giovanni FlorisRai Tre, in prima serata, ce lo fa conoscere. Siatene grati: perché Eyafjallajokull dirompe. L’universo mondo torna nell’incubo della nube vulcanica.

“No no no”, dice prima. Catarsi, quindi. Poi la spada.
Ma vada a farsi fottere!”. Il nostro inguaina l’arma, e l’assicura: l’aria è tetra ma l’emotività non c’entra: lapilli. Che suonano “Lei è un bugiardo. E un mascalzone!”. Di nuovo, tutto d’un fiato. “Lei è un bugiardo e un mascalzone!”

Nel deliquio estatico del sublime, l’amante dei crateri e il neutro discernitore di politica assumono ingordi, di fronte allo schermo, ciò che resta di un’estate. Un’estate, la scorsa, senza che Eyafjallajokull accennasse alle frequentazioni del presidente del Consiglio. Non che potesse, che Tarantini su facebook è più di un’amicizia suggerita, fra i due. Ma lo sfogo delizierà parecchie notti. “È pagato per venire qui a fare il difensore d’ufficio del governo. Le daranno un premio, le manderanno qualche signorina..”

- “Le signorine le usavano i suoi uomini in Puglia per corrompere”

- “No, le signorine andavano dal suo presidente del Consiglio e datore di lavoro”.
Una pagina che in parole non è possibile raccontare. I fotogrammi, indelebili, credo dovrò custodirli a lungo: il vulcano devastatore torna sui piccoli schermi. E niente sarà più come prima. Un’altalena d’emozioni. Io, davvero, mi sento di ringraziare Floris, RaiTre, i media in senso lato, persino l’autore dello spot del detersivo col bambino che rappa. Perché ho trovato la mia strada. E l’ho trovata ieri sera. Ora grazie a Eyafjallajokull del vescovo dell’arcidiocesi di Pietralcina non so più che farmene. Detto ciò, vogliamo ancora dire che Bersani ad Annozero è stato wow?
U‘

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