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Paranormal Activity, l’horror che ha sbancato gli Usa arriva in Italia

Arriva nelle sale il 5 febbraio la creatura prodigio di Oran Peli. Costato 15.000 dollari, ne ha incassati, solo negli Stati Uniti, più di 100 milioni.
 
Girato in una sola settimana, realizzato con una telecamera ad alta definizione, Paranormal Activity si incardina nel genere iniziato da The Blair Witch Project, del finto documentario. La Paramount ha organizzato una campagna pubblicitaria che ha previsto, per il 25 settembre, una proiezione di questo film in soluzione unica, a mezzanotte, in sole 12 sale.

Successivamente, attraverso il web, sono state raccolte le richieste di visione da parte di altre città degli States. Al raggiungimento di un milione di richieste, il film è stato distribuito a livello nazionale.
 
Girato interamente all’interno di una casa, Paranormal activity è incentrato sulla vita domestica di una coppia americana appena trasferitasi in una nuova residenza. Notano strani suoni, spostamenti di oggetti, sospiri insidiosi. Lui decide di dare testimonianza degli eventi comprando una telecamera, con la quale tenterà invano di ottenere un strip dalla fidanzata e documenterà (assai meno invano) le gesta del demon (diverso dal ghost poiché il primo non è mai stato umano) molestamente appassionato alla sua consorte.

Il genere horror è assai prolifico e la percentuale di boiate è la più alta fra i vari generi. Viene da chiedere se non è troppo pretendere da queste opere che riescano sì, a far paura ma, al contempo, ad essere bei film in senso generale.

 
Paranormal activity riesce nel primo obiettivo in modo davvero molto efficace. I momenti notturni in cui la telecamera sta fissa sulla coppia che dorme, e in cui l’oscura presenza si fa più ardita, riescono davvero a pietrificare per la tensione. L’angoscia nasce da questa demoniaca entità, che comunque non si manifesta mai troppo esplicitamente, ma che trasmette una profonda inquietudine che, nel mio caso, mi ha accompagnato per più di qualche giorno.
 
A tratti il film veramente fa paura.
In generale, si percepisce la crescente inesorabilità del destino della ragazza, prescelta dal demone, che sembra scendere, giorno dopo giorno, i gradini che portano alla fine, alla follia, come se questo male fosse una metafora della morte o della malattia.

Col secondo obiettivo invece il film fa cilecca. Nei momenti di non tensione la trama è monotona, i dialoghi troppo banali e ripetivivi. Si evidenzia la poca professionalità della produzione.
 
 
Rimane comunque l’idea di fondo che vale. Quell’idea che quando si ha, si può davvero scardinare ogni sistema e sbaragliare ogni aspettativa.
 
 

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