Omofobia & Sessuofobia
Si scavano fossati, si inventano presupposti scientifici inestistenti, si appellano ai testi sacri ed alla natura... ma hanno semplicemente paura di capire.
"Diverso da chi?" verrebbe da dire ripropronendo il titolo di un ottimo film italiano di qualche tempo fa.
Piace molto agli inquisitori di turno annoverare l’omosessualità tra le malattie umane nello sforzo di accreditare l’atto discriminatorio con il pietismo e con l’accondiscendenza che si rivolgono ad un malato terminale. Vengono poste a margine, o totalmente escluse, le implicazioni affettive: i sentimenti, le passioni, l’amore, la gioia, il dolore, la fedeltà, tutte quelle emozioni che rendono un individuo un essere umano che vive una situazione di coppia.
Tutto il focus si concentra sul sesso, sull’atto sessuale, sull’innaturalezza, così definita, di una pratica che non conduce alla naturale procreazione.
Questo atteggiamento ci fa essere sempre più certi su quale sia il vero motore che anima tutto il processo discriminatorio: la sessuofobia. E’ il sesso così vissuto fuori dai parametri "regolari" che sconvolge certe menti; soprattutto quelle dedite a pensare che regole scritte e formulate millenni or sono, possano essere adatte per tutta l’era dell’umanità. Considerando che il "messaggio" è quanto mai artificioso, costruito politicamente a tavolino (vedi la scelta dei vangeli canonici) e che è stato arricchito nel tempo di elementi estranei (vedi l’infallibilità del pontefice) e che buona parte di questi testi si basano su presupposti storici dubbi (ricalcano pari pari divinità pagane precedenti) e "verità" assolutamente antiscientifiche (immacolate concezioni e via dicendo), forse sarebbe ora di domandarsi seriamente quanto questi "messaggi" siano fonte credibile per giudicare in modo così duro un fenomeno che appartiene al regno animale, ed umano, dalla notte dei tempi.
Veniamo al mondo come maschi o femmine per un "banale" cromosoma. Non lo scegliamo il sesso, ce lo ritroviamo, ci piaccia o meno, e dobbiamo solo sperare che tutto il nostro corpo ed il nostro essere sia conforme alla scelta del cromosoma. E se non è così? Se la "natura madre" ci ha costruito e, forse voluto, diversamente? E che ne è di tutte quelle caratteristiche fondanti della persona umana che esistino oltre al sesso? Le cancelliamo per via di un cromosoma?
C’è un mucchio di gente che ulula al vento aria fritta per difendere 4 cellule che sono "potenzialmente una vita", ma sono sempre 4 cellule, e non ha decenza e riguardi per le persone vere, in carne ed ossa, compiute, adulte, capaci di sentire dolore, tristezza, malinconia per essere colpite ed infangate per qualcosa che non hanno scelto ma che fa parte della loro persona e del loro diritto di essere come sono.
Sarebbe a dire che, per qualcuno, se accettiamo l’omosessuale come persona... tutti diventiamo omosessuali. Una stravaganza ignorante, tra l’altro, perché ignora la nostra vera identità di noi individui composti da entrambi i soggetti dell’equazione: maschio e femmina. L’identità dei due generi alberga sempre dentro di noi e si può anche manifestare in quello sconfinato mondo, così poetico e fantasioso, che sono le fantasie sessuali. Il mondo della sessualità è una sterminata prateria di immaginazione tipica dell’essere umano. E ciò che ci differenzia dal semplice animale che esegue il coito per puro istinto naturale con il solo obiettivo della riproduzione.
Ma questo è ciò a cui vorrebbero ridurci. Coniglietti (adorabili) che proliferano senza fantasia e per "puro" dovere.
Non è colpa nostra se costoro non sanno apprezzare la gioiosa, naturale, fantasiosa, dialettica del cuore e della mente che attraversa una coppia felice nel vissuto dell’atto sessuale; sia esso etero od omo. La malattia del sesso sta in coloro che ne sono succubi o che piegano ad esso ogni relazione (sia etero che omo), non in chi la vive con lo spirito naturale e quindi "divino" dell’amore. Il "peccato" è un concetto estraneo alla natura, l’ha inventato chi ha deciso che "gli altri" devono essere posti sotto il controllo di una qualche autorità, in genere, guarda caso, la sua.
La "paura" del sesso e di chi lo pratica diversamente da noi è, questa sì, la vera malattia che fornisce presupposti per discriminare, per disprezzare, per incitare all’odio del diverso.
Costoro sono i veri "estranei" alla divinità che alberga nell’umanità profonda degli individui che amano, sempre e comunque, senza concedere ai libri od alle parole di negare l’esistenza dell’altro, qualunque forma, sesso, razza, colore, preferenze sessuali esso abbia.
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