• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > Non ci vuole molto per stabilire un contatto umano: solo la (...)

Non ci vuole molto per stabilire un contatto umano: solo la voglia

Da due mesi a questa parte, m'imbatto in una di quelle situazioni che le prime volte mi hanno fatto imbestialire e che oggi, invece, ricevo semplicemente come un dono. Spoglio il momento da tutti gli orpelli più o meno utili e guardo a quei cinque (o forse meno!) minuti come a un pezzetto in più della mia giornata.

Mi catapulto giù per le scale della stazione metro Barberini, almeno per tre volte alla settimana, intorno alle 16 e 30. Dribblo i tornelli con l'abbonamento annuale, mi affaccio alla scala mobile... E ci trovo davanti una ragazza. Aspetta con occhi impauriti che qualcuno fermi quel mostro d'acciaio che va giù. Mi volto per vedere se posso fare qualcosa e una ragazza dal gabbiotto dei controllori si precipita a darle una mano.

La invita a prendersi per mano e vanno giù. Tutto nella norma.

Una settimana dopo la scena si ripete come un “copia e incolla”, ma stavolta la ragazza addetta al controllo abbonamenti non è di turno. Riconosco la ragazza in cima alla scala mobile e mi avvicino per aiutarla. Lei non mi conosce, dunque non si fida, e si rifiuta di scendere con me. Decido allora di andare verso il gabbiotto e di chiedere aiuto all'addetto di turno.

"Si può fermare la scala mobile? C'è una ragazza che ha paura di scendere!"

"Impossibile Signora, la scala non si può fermare... E' la legge!", il mio punto interrogativo stampato sulla fronte viene ignorato. Lui si volta e io sono punto e a capo.

Mi avvicino e sorrido a Valentina (questo il suo nome!): "Dai ce la dobbiamo fare da sole perché la scala mobile non si può fermare". Le prendo la mano, la stringo e lei mi guarda. Contatto stabilito.

"Uno, due e... Tre!". Siamo sopra. Lei trema un po' e io non so di che parlare, sembra quasi che questo “volo” sia il primo per entrambe. Piange e mi dice: "Ho paura!". "Anche io ho paura, ma ora siamo insieme".

La gente dietro cerca d'investirmi per la fretta che ha. Noi ignoriamo il tutto. Manca poco alla fine, lei mi stringe forte la mano evidente che anche la discesa è un problema.

"Uno, due e... Tre!". Siamo sulla terra ferma. Lei scappa in direzione Battistini e io lì, ferma come un totem che ci rimango male per non averla potuta neanche salutare. Ogni dieci giorni ci rincontriamo. Voliamo giù per la scala e stavolta mi saluta. Non ci vuole molto per stabilire un contatto. Solo la voglia.

Roma è affollata, caotica, frettolosa, invadente ma ci si può fermare un attimo, conoscere realtà diverse e stabilire contatti, seppur brevi. E credo si possa anche fermare una scala mobile per una volta, perché la legge deve poter fare delle eccezioni. O almeno non lasciare una persona lì, con tutti i segni della punteggiatura intorno alle scarpe.

Commenti all'articolo

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares




Ultimi commenti