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 Home page > Tribuna Libera > Noemi Durini: uomini e donne, amore e abusi su Facebook

Noemi Durini: uomini e donne, amore e abusi su Facebook

Sulla morte violenta di Noemi Durini vorrei aggiungere qualcosa. Tutto il bel mondo dell'informazione, che dovrebbe essere culturalmente informato, ha ripetuto come fossero sue le parole scritte da Noemi: "non è amore se ti fa male non è amore se ti controlla non è amore se ti fa paura di essere ciò che sei non è amore, se ti picchia...". Anche Sgarbi ha avuto modo di dire la sua. 
 
Il ragazzo che doveva essere interrogato, reo confesso dell'omicidio di Neomi Durini, si è avvalso della facoltà di non rispondere e i suoi avvocati, che si sono opposti alla conferma del fermo, hanno annunciato che chiederanno la perizia psichiatrica.
Non era difficile vedere che sotto alla foto del post di Noemi c'era la fonte di un' altra pagina in lingua spagnola che riportava la traduzione.
Da altre parti lo stesso manifesto riporta "Fuente: Ventre Feminista"
 
Noemi a soli 16 anni aveva intuito la forza di un pensiero scritto accompagnata da una foto di sofferenza ma non ce l'ha fatta, ha creduto ancora una volta alla possibilità di vederlo parlarci chiarire, ha sperato nella forza dell'amore, che era solo malato fino a diventare criminale.
E non basta a nessuno, e tantomeno a nessuna di noi, la sola condivisione di una lettura, l'emozione di una canzone, la poesia che parla con tenerezza e coraggio dell'amore, la foto... a salvarci.
 
Facebook, grande contenitore di tutto, porta via molto tempo, anche quello che potrebbe essere dedicato a scegliere di vivere, dopo aver letto e praticare la vita, il rispetto dei nostri diritti.
Tutto qui direte?
C'è da aggiungere un oceano di pensieri e parole scritte: le mareee sono basse e alte e alla mia età guardo e spero in chi attraversa il mare, sia pure a braccia, sia pure con uno straccetto di vela: ànemos, dal latino anima, in greco è soffio, vento.
 

Commenti all'articolo

  • Di Doriana Goracci (---.---.---.250) 4 ottobre 2018 14:38
    Doriana Goracci

    gli hanno dato 18 anni e una manciata di mesi come gli anni che aveva, lui, l’assassino: E’ stato condannato a 18 anni e 8 mesi di reclusione Lucio Marzo, il 18enne di Montesardo Salentino reo confesso dell’omicidio della sua fidanzata sedicenne Noemi, uccisa il 3 settembre del 2017. Lo ha deciso il Tribunale dei Minorenni di Lecce dove il processo si è celebrato con rito abbreviato."Non potrò mai perdonarlo, bisogna dargli l’ergastolo", ha detto Imma Rizzo, la madre di Noemi. Con Lucio, ha spiegato la donna, "ci siamo guardati negli occhi e in quello sguardo c’era un anno intero di sofferenza". "La parola perdono - ha sottolineato - non esiste perché non potrò mai perdonarlo. Lui dovrà chiedere perdono a Noemi e alla sua coscienza". "Bisogna che cambi questa giustizia - ha aggiunto la mamma di Noemi - che cambino queste leggi: un reo confesso di un delitto fatto con così tanta crudeltà non può partire con un rito abbreviato per minori". "Bisogna dargli l’ergastolo - ha concluso - poi si vede in che maniera recuperarlo, ma in un secondo momento. Intanto deve pagare"."Non c’è soddisfazione di nulla. Mia figlia non c’è più. Ora resterà (Lucio Marzo, ndr) in carcere per 18 anni e 8 mesi, spero che rifletta su quello che ha fatto", ha aggiunto la madre di Noemi. "Mi aspettavo anche 30 anni, non basta una vita per un gesto come questo", ha detto lasciando lasciando l’aula dopo la sentenza.dall’Ansa

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