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 Home page > Tempo Libero > Sport > Morosini e le sberle della vita

Morosini e le sberle della vita

Ho pensato a questo per tutta la serata. A cosa avrei fatto verso l’una di questa notte maledetta, l’ora in cui mi siedo davanti al computer, una camomilla da bere e un commento da fare. Quello della partita dell’Inter, ovviamente. Ho aperto un blog per questo, per commentare l’Inter, con un po’ d’ironia se possibile. Tanto per fare qualcosa e distrarsi dai problemi quotidiani. Cosa che accade, peraltro, già durante i novanta minuti di gioco: una bolla d’aria dentro la quale sguazzare.

E invece no. Stanotte non si parla di Inter. A Pescara è morto un ragazzo, Piermario Morosini, centrocampista del Livorno, durante una partita di serie B. E ti viene voglia di bestemmiare, anche se non è colpa di nessuno. Una tragica fatalità. Si parlerà del ritardo dei soccorsi, dovuto a una macchina dei vigili che ostruiva l’ingresso al campo e ha rallentato di un paio di minuti l’arrivo dell’autoambulanza. Si parlerà di controlli e ci si domanderà come un calciatore, a questi livelli, possa morire d’infarto durante una partita

Ma non avrà senso. Perché scavando si scoprono altre cose, che prima non si conoscevano e che fanno riflettere. Morosini: una vita segnata dalle tragedie. È la frase ricorrente sui giornali online che danno la notizia e pubblicano il video del dramma. Orfano di madre a quindici anni, di padre a diciassette, un fratello disabile morto per suicidio e una sorella ricoverata da anni in ospedale.

Siamo abituati a guardare le figurine Panini e non gli uomini che indossano quelle casacche. Siamo portati a pensare ai soldi, al successo, a quanto questi giovani siano fortunati, senza pensare che le ascisse e le ordinate della vita sono uguali per tutti.

Spesso sprechiamo il nostro tempo alla ricerca di qualcosa che non c’è o che comunque non è fondamentale. È importante vivere bene, cogliere la gioia che riescono a procurarci i piccoli gesti, l’amore dei nostri cari, l’affetto degli amici. Goderne fino a quando sarà possibile. Tutto il resto è polvere che il vento porta via. #solocosebelle era l’hashtag più utilizzato da Morosini su twitter. Un ragazzo tra tanti, innamorato del mondo come la stragrande maggioranza dei suoi coetanei. Solo cose belle, nonostante le sberle del destino. Fino all’ultima, quella che l’ha fatto stramazzare su un prato verde, un sabato qualunque. 

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.94) 16 aprile 2012 18:49

    Anch’io voglio dire che ci sono ! Ho una tale tristezza che non riesco a non pensare a Piermario.

    Non sapevo neanche chi era, di calcio non ci capisco niente, ma questa vicenda mi ha toccato profondamente, soprattutto perchè penso che se c’era un ragazzo che meritava la concretizzazione di un sogno, fosse proprio lui.

    Per placare la mia angoscia, voglio credere che se ne sia andato soddisfatto, che in fondo, qualcosa di positivo, nella sua breve vita, si sia realizzata; un amore importante, il lavoro preferito e tanto affetto da tutti, perchè una persona così non poteva che trasmettere e far nascere "buoni sentimenti".

    Di solito, per le mie password, uso nomi di personaggi "nobili" perchè passati alla storia per gesti umanitari, la prossima certamente sarà PIERMARIO, la prossima ancora MOROSINI e la prossima ancora, SOLOCOSEBELLE.

    Donatella 

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