Moro, 40 anni dal sequestro
40 sono gli anni trascorsi dal 16 marzo 1978, giorno in cui avvenne il sequestro dell'Onorevole Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse. 40 anni in cui ancora non e' emersa una verita' definitiva e certa. Nel corso di questo lungo periodo, si e' composto un quadro frammentario, contraddittorio e insufficiente a delinare l'insieme che nella realta' giace ancora dietro le quinte di tale tragico momento storico.
Da piu' parti e' giunta voce che l'Onorevole potesse essere salvato, da Raffaele Cutolo sino alle dichiarazioni di un sottoufficiale della Guardia di Finanza. Le ulteriori dichiarazioni di Bettino Craxi, rese in quei momenti drammatici, avallano ancor di piu', sulla base di strane coincidenze, la probabile intenzione di abbandonare Moro al suo destino, per oggettive (o soggettive?) impossibilita' al compromesso. I misteri legati alla sparizione di documenti dai fascicoli giudiziari, alla scomparsa di una delle 18 cassette audio sequestrate nel covo delle BR, la probabile infiltrazione di membri dei servizi di sicurezza nelle colonne dei brigatisti, che abbiano in qualche via contribuito all'attacco, come le possibili partecipazioni di servizi dell'intelligence estera, pongono il caso Moro in un alea di interesse internazionale alla sua eliminazione. E appare strano, in riferimento al richiamo di Kissinger, allora Segretario di Stato degli U.S.A., per cui il compromesso storico fra il partito della Democrazia Cristiana ed il Partito Comunista avrebbe dovuto essere evitato, non risolve per nulla, quale possibile movente, cio' che poi e' accaduto.
Molto piu' importanti ed esecrabili ragioni giacciono insieme al corpo dell'Onorevole, e forse mai emergeranno. Enrico Berlinguer non era affatto un leader temibile, ne' per gli USA ne' per qualsiasi altro stato mondiale. Eppure la giustizia italiana, ovvero, le commissioni appositamente costituite per l'istruzione delle indagini in merito, ipotizzano un insieme di forze, nazionali ed internazionali, legali e criminali, quali possibili mandanti ed organizzatori del processo e condanna a morte del grande statista. Era forse Aldo Moro a conoscenza di qualcosa di indicibile ? Non resta che attendere, forse invano, come invane sembrano le attese per le tragedie di Ustica, Bologna, Piazza Fontana, Enrico Mattei, Pier Paolo Pasolini etc. etc. La visione onirica di Marco Bellocchio, nel suo lungometraggio "Buongiorno Notte", suggerisce un finale sospeso, a lieto fine, in cui Moro abbandona con le proprie gambe il covo brigatista e si allontana poco alla volta. Ci piace ricordarlo cosi'.
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