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Monti, dimentichi le mafie: 140 miliardi di euro l’anno, basterebbero per coprire la Spendig Review?

Parliamo copiosamente di Spending Review, ma nessuno cita mai le mafie: 140 miliardi di Euro l'anno, secondo Confesercenti, evasi dalle casse dello Stato.

Monti, perché i soldi non li prendiamo da lì?

Nell'arrabattamento generale, l’affannosa corsa alla ricerca di spiccioli che chiamiamo "spending review" continua prepotente. Si parla di tagli alla sanità e alla scuola, ridimensionamenti di spesa necessari, imposti dalle borse e dai mercati -queste entità mistiche e sovrannaturali- che, dopo averci liberato di un primo ministro discutibile, ci regalano il brivido di una politica fatta di azzardi quotidiani, autorizzati o rispediti al mittente ogni lunedì all’apertura delle borse. Poco male, oggi l’ordine del giorno arriva sempre più in doppia copia: una per noi, l’altra per l’Europa, e questo renderà più pressante l’esigenza di intervenire e restituire il primato alla politica piuttosto che a ignoti finanzieri.

Intanto, in Italia, il nostro Governo tecnico agisce testardo e determinato: combattente e combattuto, (osteggiato nel suo operato solo formalmente, intendiamoci, visto che nessuno intende mettere la faccia e la poltrona sui tagli alla spesa pubblica e sull’austerity) e redige i conti di casa, decidendo su cosa dovremo risparmiare nel futuro. Senza realizzare la vera sfida che stiamo perdendo ogni giorno.Peccato. Peccato per tutti, non solo per Monti, primo Presidente del Consiglio veramente stimato da larga parte degli italiani, anche da quanti, pur consapevoli del suo ammiccare al conservatorismo, finalmente gioiscono di una posa e di uno stile sobrio dettato da anni di competenza e carriera sudata in un mondo, quello della finanza e delle imprese, che molto spesso si rivela più meritocratico di quanto crediamo.

Perdiamo una sfida ogni giorno quando, mentre in Campania (come nel Lazio) si muore per un colpo di pistola vagante, e si decimano così cittadini di serie b che non meritano neppure due parole al telegiornale, ci dimentichiamo che in Italia uno dei propulsori più significativi, la vera impresa mai considerata è la mafia. Anzi, le mafie tutte, che ogni anno, secondo le stime di Confesercenti, muovono un giro d’affari dai volumi orientativi che si aggirano intorno ai 140 miliardi di euro, di cui 100 almeno di utili. Ditelo piano: 140 miliardi di euro. Ogni anno. Tragico.

Tragico non solo perchè tacere sul ruolo assolutamente fondamentale del loro innesto nell’economia sana convince i benpensanti che la mafia sia un gioco da cowboys, ma anche perché questo silenzio è sintomo preoccupante di una sottovalutazione del fenomeno, delle dinamiche che lo articolano e dell’impatto che ha sulle nostre vite quotidiane. Le mafie non hanno alcun interesse a restare illegali. La moltitudine di denaro che annusano è tale e tanta che non può fermarsi, deve circolare, deve essere investita, altrimenti viene scoperta dalle forze dell’ordine. Così scopriamo che aprono pizzerie come fossero funghi, che cannibalizzano le imprese del nord, le più meritevoli che giustifichino grandi investimenti e abbiano significativi costi d’acquisto. 

Diceva Borsellino: “seguite i soldi” e la lezione, nonostante si attui con mezzi scarsissimi, è stata appresa e praticata. A loro l’illegalità non conviene e a noi costa ancora lacrime, ancora sangue, tagliare ulteriormente la spesa pubblica, con le scuole che cadono a pezzi e i professori, più missionari che professionisti del futuro, che vengono immolati nuovamente all’altare dei conti pubblici da sanare. Non si tratta di scendere a patti con le organizzazioni, ma di comprendere il fenomeno, capire le principali voci di guadagno e riappropriarsi del diritto cositutivo e fondante di questo Paese, quello della redistribuzione. Comprendere come incidere, come riportare lecitamente questi denari nel bilancio dello Stato, sfidando i benpensanti se necessario, senza timore.

Politica: le mafie hanno un giro d’affari di 140 miliardi di euro l’anno; cari Bersani, Casini, Alfano, Vendola, giornalisti di Repubblica, del Corriere, del Resto del Carlino...insomma, come diceva Totò: Italiani! Sveglia.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.145) 5 luglio 2012 19:15

    Apprezzabile l’intento di richiamare l’attenzione su un aspetto macroscopico, gigantesco, del quadro economico italiano: i conti delle mafie, che nel XII rapporto Sos Impresa della Confesercenti, assommano a 135 miliardi di euro.

    L’articolo, per certi aspetti ridondante, mi lascia però molto perplesso per alcune affermazioni ripetute.

    Cosa si intende con le affermazioni "le mafie non hanno alcun interesse a restare illegali." e ancora "A loro l’illegalità non conviene" e infine "Comprendere come incidere, come riportare lecitamente questi denari nel bilancio dello Stato, sfidando i benpensanti se necessario, senza timore". Insomma signorina dove vuole andare a parare??!!??

    Sullo stesso argomento è stato pubblicato sempre su Agoravox un articolo che entra un pò più nello specifico dei conti presentati nel rapporto, http://mafiepolitica.blogspot.it/2012/01/mafia-la-piu-grande-liberalizzazione-di_19.html.

    Dei 135 miliardi 68,5 provengono da attività sui mercati illegali (droga, traffici umani, prostituzione, ecc. ...), altri 66,5 sono prelievi fatti in maniera diretta sull’apparato produttivo (estorsioni, usura, espropri di imprese, furti, ecc. ...) per un ammontare di 25 miliardi di euro, e in maniera indiretta (frutto di investimenti finanziari nell’economia legale) per un ammontare di 41,5 miliardi.

    Il problema che si pone non è quello di "riportare lecitamente questi denari nel bilancio dello Stato" ma:

    1°impedire che gli imprenditori paghino questa "tassa" occulta di 25 miliardi (che sollievo sarebbe!);

    2°espropriare i capitali illecitamente accumulati dalle mafie;

    3°abbattere drasticamente le entrate della criminalità dai mercati illegali, che comunque sottraggono soldi all’economia legale.

    Tutto questo è un sogno??? !! Si se pensiamo al ceto politico che abbiamo (con l’aggiunta della ditta Casaleggio associati).

     No sul piano teorico, basta che ci sia la volontà politica di farlo. Le mafie non sono imbattibili, se in 150 anni non ci si è riusciti è solo perché il ceto politico italiano non ne vuol saper assolutamente di risolvere questo problema.

     

    • Di Silvia De Marino (---.---.---.254) 5 luglio 2012 19:39
      Silvia De Marino

      Cito 140 miliardi di euro, e non 135, riferendomi ad affari italiani (cfr. http://affaritaliani.libero.it/cron...), ma sono chiaramente felice di correggermi al ribasso.

      Con l’espressione "non hanno alcun interesse a restare illegali" intendo assolutamente quello che ho scritto. Non v’è alcuna vocazione nelle mafie a restare nell’illegalità, non è una missione essere dei criminali, anzi. Probabilmente il braccio armato delle mafie ne percepisce un valore quasi religioso di destinazione del proprio fato, ma non è così per le teste pensanti che manovrano gli affari mafiosi.

      Dicendo: "Comprendere come incidere, come riportare lecitamente questi denari nel bilancio dello Stato, sfidando i benpensanti se necessario, senza timore", intendo tra le righe di liberalizzare le droghe leggere e pesanti. E’ una mia convinzione profonda che sia dovere dello Stato di prendere atto del fenomeno ed intervenire, prevenendo per esempio quella triste diffusione di AIDS e compagnia bella che spesso seguono questo genere di traffici. Lì, intendo andare a parare.

      Per quanto riguarda la ridondanza, me ne scuso; sono ancora agli inizi e la prego, ringraziandola, di serbare un po’ di pazienza per noi che siamo principianti :). 
      Ripulire lo stile e migliorarmi è una tensione che cerco di esercitare quotidianamente.

      Sulla fattibilità della lotta alle mafie sono perfettamente d’accordo con lei. Se non lo conoscesse già, visto che mi sembra molto informato in merito, la sollecito a cercare il progetto Notti contro le mafie, parola ai giovani. Ne sono stata ideatrice e promotrice, tutt’ora continuiamo la lotta. Siamo felici di saperci dallo stesso lato della barricata.

      Grazie per il suo contributo.
      s
  • Di Silvia De Marino (---.---.---.254) 5 luglio 2012 19:37
    Silvia De Marino
    Cito 140 miliardi di euro, e non 135, riferendomi ad affari italiani (cfr. http://affaritaliani.libero.it/cron...), ma sono chiaramente felice di correggermi al ribasso.

    Con l’espressione "non hanno alcun interesse a restare illegali" intendo assolutamente quello che ho scritto. Non v’è alcuna vocazione nelle mafie a restare nell’illegalità, non è una missione essere dei criminali, anzi. Probabilmente il braccio armato delle mafie ne percepisce un valore quasi religioso di destinazione del proprio fato, ma non è così per le teste pensanti che manovrano gli affari mafiosi.

    Dicendo: "Comprendere come incidere, come riportare lecitamente questi denari nel bilancio dello Stato, sfidando i benpensanti se necessario, senza timore", intendo tra le righe di liberalizzare le droghe leggere e pesanti. E’ una mia convinzione profonda che sia dovere dello Stato di prendere atto del fenomeno ed intervenire, prevenendo per esempio quella triste diffusione di AIDS e compagnia bella che spesso seguono questo genere di traffici. Lì, intendo andare a parare.

    Per quanto riguarda la ridondanza, me ne scuso; sono ancora agli inizi e la prego, ringraziandola, di serbare un po’ di pazienza per noi che siamo principianti :). 
    Ripulire lo stile e migliorarmi è una tensione che cerco di esercitare quotidianamente.

    Sulla fattibilità della lotta alle mafie sono perfettamente d’accordo con lei. Se non lo conoscesse già, visto che mi sembra molto informato in merito, la sollecito a cercare il progetto Notti contro le mafie, parola ai giovani. Ne sono stata ideatrice e promotrice, tutt’ora continuiamo la lotta. Siamo felici di saperci dallo stesso lato della barricata.

    Grazie per il suo contributo.
    s
  • Di (---.---.---.90) 5 luglio 2012 21:30

    Vede lei continua a scaricare le responsabilità su altri (politici.statali) dei danni della criminalità mafiosa . Ma se in 150 anni non si è ottenuto un accidente, forse forse non servirebe una rivoluzione copernichiana nelle famiglie in primis,,,,,,la mia. la sua, degli italiani .
    Una rivoluzione educativa, la cui natura poi apre un grande capitolo di confronto.

    P.S.: non ho la sua formazione e mi scuso per eventuali errori nella forma.

    • Di (---.---.---.99) 6 luglio 2012 08:43

      Non deve scusarsi di niente, l’importante è capirsi.

      Non c’è nessuna mecessità di immaginare improbabili rivoluzioni culturali per sconfiggere definitivamente le mafie (da non confondersi con qualsiasi forma di criminalità organizzata). Trattandosi di una specifica forma di criminalità organizzata, la cui essenza sta nel rapporto di questi con la politica e la pubblica amministrazione, che penetra nello Stato e ne piega gli enti al suo servizio, per sradicarla occorre spezzare i legami tra clan e amministrazione pubblica, legami che nel concreto si realizzano sul terreno della corruzione. E’ mediante atti corruttivi che si salda il rapporto voti contro favori tra mafiosi e politici. Ne consegue che per spezzare questo rapporto occorre agire sul terreno della lotta alla corruzione, ed è quì che casca l’asino.

      Il ceto politico italiano (sin dalle origini e fino a oggi) si è sempre ostinatamente rifiutato di sottoporre il suo agire ai controlli di legalità. Il rifiuto a stroncare la corruzione rappresenta il più grande aiuto alla vita e alla sopravvivenza delle mafie.

      Ecco perché in 150 anni non si è mai risolto il problema delle mafie.

      In ogni caso se vuole approfondire questi temi può andare sul sito http://mafiepolitica.blogspot.it/ dove

       troverà ampie spiegazioni della tesi sinteticamente su esposta.

    • Di (---.---.---.124) 6 luglio 2012 15:06

      ma va benissimo il suo discorso. Solamente che questo legame corruttivo dal mio punto di vista lo combatti con una rivoluzione che inizia nelle famiglie.
      Perchè un soggetto diventa corruttibile? forse da quando il giudizio , le frustrazione hanno iniziato a pervadere l’animo umano? com’è l’io-governo (l’amministratore della personalità di un individuo)...latitante o integro?
      I politici italiani rispecchiano l’italiano medio, marziani. E secondo me il rinnovamento educativo che abbiamo davanti è molto + formativo per tutti gli italiani rispetto alla fustigazione dei politici o degli statali (i cosidetti capri espiatori).
      grazie per questi momenti di confronto.

    • Di (---.---.---.124) 6 luglio 2012 15:09

      ma va benissimo il suo discorso. Solamente che questo legame corruttivo dal mio punto di vista lo combatti con una rivoluzione che inizia nelle famiglie.
      Perchè un soggetto diventa corruttibile? forse da quando il giudizio , le frustrazione hanno iniziato a pervadere l’animo umano? com’è l’io-governo (l’amministratore della personalità di un individuo)...latitante o integro?
      I politici italiani rispecchiano l’italiano medio, non sono marziani. E secondo me il rinnovamento educativo che abbiamo davanti è molto + formativo per tutti gli italiani rispetto alla fustigazione dei politici o degli statali (i cosidetti capri espiatori).
      grazie per questi momenti di confronto.

    • Di Silvia De Marino (---.---.---.254) 6 luglio 2012 15:21
      Silvia De Marino

      A mio avviso si diventa corruttibili quando la legalità diventa una scelta. Cioè, quando la dimensione legale di un fenomeno non è conveniente.

      Non bisogna lasciare agli individui la scelta di comportarsi secondo legge, bisogna rendere conveniente farlo. L’umanità è per natura egoista. Dobbiamo adottare strumenti che consentano di forzare l’istinto egoistico in favore di quello collettivo. :) 
      Grazie per questo scambio, e per il vostro contributo!
      s
  • Di pv21 (---.---.---.21) 8 luglio 2012 20:06

    Tecno-placebo >

    Da un lato Monti ripete che l’Italia “può difendersi da sola” sui mercati finanziari.
    Dall’altro è il Ministro francese delle Finanze a sollecitare immediate misure anti-spread “per aiutare chi, come l’Italia, ha problemi con la volatilità dei tassi”.

    Da un lato è il Governatore di Bankitalia a ricordare che circa 200 punti di spread dipendono da “scarsa competitività e bassa crescita”.
    Dall’altro Monti rimarca che sono le “critiche” tipo quelle del Presidente Confindustria a far aumentare i tassi d’interesse ed a danneggiare le imprese.

    Non conta che in soli 4 mesi il nostro Debito sia aumentato di 51 miliardi e che il Pil del 2012 calerà almeno del 2%?
    E’ irrilevante che il “cruciale” obiettivo del pareggio di bilancio sia rinviato al 2014?
    Sta di fatto che come Draghi ha paventato dei “rischi al ribasso” per l’economia ed ha escluso che la Bce torni ad acquistare Titoli di Stato, gli interessi da pagare sui Btp decennali sono risaliti al 6% e la Borsa ha girato in rosso.

    Adesso per Monti di “rischioso” c’è solo il mese d’agosto che (come noto?) scatena gli attacchi speculativi.
    Di enunciati e di teoremi “paludati” trasuda un qualsiasi Dossier Arroganza

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