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Mondiali di calcio: orgoglio Serbia. Jovanovic complica la vita alla Germania

 
E’ stata una vera e propria battaglia quella di Port Elizabeth. A fronteggiarsi erano Germania, squadra europea dal gioco più convincente e Serbia, aspirante rivelazione Mondiale in cerca di riscatto dopo il passo falso contro il Ghana nella prima partita del girone.
 
Il match è decisivo per entrambe le squadre, il gioco è duro e non si fanno sconti. Dopo soli venti minuti sono già quattro gli ammoniti, in una partita che alla fine conterà ben otto cartellini gialli e uno rosso.
 
L’arbitro non dà certo una mano, anzi, sarà lui il peggiore in campo. Una gara gestita di male in peggio, tollerando troppo o troppo poco, che gli sfugge subito dalle mani sotto i fischi impietosi del pubblico tedesco.
 
E’ Miroslav Klose a farsi espellere, alla fine del primo tempo. Era stato il primo ad essere ammonito e l’arbitro lo manda fuori per somma di ammonizioni, giudicando severamente un intervento senza cattiveria da parte del centravanti in maglia bianca. Non perde tempo la Serbia, che va immediatamente in vantaggio.
 
Zigic fa bene il suo mestiere, facendo valere la propria stazza per confezionare un assist che Jovanovic, dimenticato in area dai difensori tedeschi, trasforma in gol. E’ una gioia incontenibile quella del neo attaccante del Liverpool, che corre ad abbracciare i suoi tifosi, poi l’allenatore. Sarebbe davvero una vittoria storica, e porterebbe la sua firma. La Germania non molla. Al contrario, spinge più di prima, alla ricerca del gol del pareggio, con la fame di chi è già sul pari e vuole vincere. Loew non cambia nulla nella formazione che solo pochi giorni prima aveva annichilito l’Australia, e il gioco dei tedeschi convince sempre di più. Ma il gol non arriva.
 
Podolski è bravo a crearsi ottime occasioni ma non va mai fino in fondo. Spreca tanto, troppo, mandando sempre fuori. Allora ci pensa Vidic (in maniera praticamente identica a quanto fatto da Kuzmanovic contro il Ghana) a regalare alla Germania un’occasione d’oro. Il tocco di Vidic sarebbe consentito, se si giocasse a pallavolo, ma purtroppo questa volta il difensore dello United ha sbagliato gioco. Rigore per i tedeschi. Podolski va sul dischetto ma si lascia ipnotizzare da Stojkovic: il tiro è fiacco e poco angolato, il portiere intuisce la direzione e gli oppone i suoi guantoni. Mani al cielo per il portiere serbo, che tiene a galla la sua nazionale.
 
Ora la partita è frenetica, irresistibile. La Germania spinge con tutte le forze, la Serbia è chiusa nella propria area ma non rinuncia a pungere nelle ripartenze guidate da un Krasic che si è ormai lasciato alle spalle la brutta prestazione della partita precedente.
 
La Germania sfiora più volte il pareggio, Kheidira colpisce la traversa con un missile dal limite dell’area, Kolarov salva sulla linea l’immediata ribattuta dei tedeschi.
 
La Serbia risponde con una traversa di Zigic e il palo pieno colpito da Jovanovic, che manca di un soffio il raddoppio. La squadra di Artic gestisce male un paio di ripartenze che li avrebbero visto in netta superiorità numerica, con la Germania sbilanciata in avanti, e che avrebbero potuto chiudere virtualmente una partita in bilico fino all’ultimo minuto.
 
Si riscatta quindi la Serbia. Dopo la sconfitta contro il Ghana erano riapparsi i fantasmi del 2006, quando la nazionale balcanica se ne era tornata a casa dopo tre sonore sconfitte (sarà difficile dimenticare il 6-0 contro l’Argentina), ma questa volta la qualificazione agli ottavi è sempre più vicina. Al contrario della Germania, poi, i serbi non hanno ancora raggiunto il massimo della forma fisica, come ha dimostrato la grande stanchezza con cui la squadra ha affrontato gli ultimi minuti di gara. Oltre alla condizione fisica la Serbia dovrà trovare anche un bel gioco, meno macchinoso di quello mostrato finora. Si spera che i serbi abbiano abbandonato quella tendenza masochistica che ha procurato ai loro avversari davvero troppi rigori. Le premesse ci sono tutte, la Serbia ci crede.

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