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Mondiali di calcio: incubo Inghilterra

Ancora pareggio, passaggio del turno a rischio per la squadra di Capello.

 
Dev’essere un problema di condizione fisica. Non c’è altra spiegazione. Questo viene da pensare dopo aver assistito alla partita dell’Inghilterra a Città del Capo. Gli spalti erano gremiti di tifosi inglesi, accorsi a decine di migliaia, che si aspettavano tutto eccetto la deludente prestazione della loro squadra contro un’Algeria, almeno sulla carta, piuttosto modesta.
 
Partita fotocopia rispetto a quella che aveva visto l’Inghilterra pareggiare 1-1 con gli Stati Uniti, e questa volta la squadra di Capello è stata fortunata a non prendere gol.
Lo so, suona ancora strano parlare così dell’Inghilterra, qualificatasi al Mondiale con una sfilza di straordinarie vittorie ottenute a una media gol impressionante. Di quella squadra non è rimasto assolutamente nulla. Svanita come la sua aggressività, la qualità dei singoli e il feeling fra i compagni.
 
E’ un’Inghilterra fiacca, stanca, quella che scende in campo. Ed è così fino alla fine. Non lasciamoci ingannare da occasioni sporadiche, più fortuite che frutto di efficaci azioni offensive. Per una squadra così sarà una piccola impresa imporsi sulla Slovenia (vittoria necessaria ormai al passaggio del girone), che si sta dimostrando, al contrario, una formazione solida ed efficace.
 
Ma veniamo subito a cosa non è andato per il verso giusto.
 
Innanzitutto, e lo dice uno che odia criticare le scelte tattiche di allenatori esperti come Capello, due sono le spiegazioni: o sono stati scelti gli uomini sbagliati o la loro disposizione tattica è da rivedere completamente.
 
E’ ridicolo vedere un omone grande e grosso come Heskey costretto a ricevere spesso palla sulla fascia e incominciare a correre per mettere in mezzo cross per… praticamente nessuno.
 
Inspiegabile poi è l’utilizzo difensivo di questo giocatore. Se il colosso dell’Aston Villa va ad aiutare in fase difensiva, chi resta in avanti? Così Rooney si è trovato molte volte a fare da sponda sui lanci in avanti, il che è pressappoco paradossale visto che quel compito è cucito su misura per Heskey.
 
Ora, se si vuole sfruttare la stazza di questo giocatore e i suoi colpi di testa, servono di sicuro i cross dalle fasce, che sono mancati in maniera imbarazzante. L’azione offensiva dell’Inghilterra non aveva né capo né coda, come se gli stessi giocatori non sapessero quali soluzioni praticare.
 
La partita si chiude sullo 0-0 dopo novanta minuti agonizzanti, in cui l’Algeria si è dimostrata molto più pericolosa in attacco e più efficace in difesa. Sono solo un paio le occasioni da gol prodotte dagli inglesi. Forse solo una davvero pericolosa.
Veniamo ora alla qualità degli uomini.
 
Più che le parole bastano gli stop, falliti a dozzine, i tiri velleitari e i passaggi inconcludenti, per descrivere la condizione non solo di Rooney, ma di tutti i suoi compagni.
 
A confronto gli algerini sono delle schegge impazzite, non sbagliano un passaggio, fanno sempre la cosa giusta, dribblano e difendono meglio degli inglesi. Solo Barry si salva da questo punto di vista, sempre pronto a mettere una pezza dove serve (e ha neutralizzato più di una chiara occasione da gol).
 
Molto meglio (per quanto questo può valere) quando Defoe è entrato al posto di Heskey. Un attaccante rapido ha modificato in positivo l’approccio tattico dell’Inghilterra, in cui Heskey sembra sempre più fuori posto.
 
Dulcis in fundo, la coppia da cui ci si aspettava di più, Gerrard e Lampard, è andata incontro ad un altro, irrimediabile flop. I due sono irriconoscibili. Sbagliano le verticalizzazioni più elementari, effettuando pochi e inguardabili cross, indecisi fra ingaggiare timide offensive o coprire in difesa, dove vengono puntualmente saltati dai giocatori in maglia verde pistacchio.
 
Forse i giocatori inglesi hanno subito troppo quest’ansia da prestazione, sentono sulle spalle quella maledizione che da più di quarant’anni grava sulla squadra della verde Inghilterra.
 
Quel che è certo è che questa squadra ha bisogna di ritrovare una condizione psicofisica, smarrita nel lungo viaggio verso il Sudafrica.

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