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Mondiali di calcio: illusioni e verità delle nazionali

Mondiali di calcio: illusioni e verità delle nazionali

In nazionale contano le prove giuste al momento giusto. Il campionato propone tanti calciatori, il CT ne convoca altrettanti, sta a te fare la partita buona nel momento buono per entrare nel giro. Puoi fare anche un anno pessimo, il CT di turno ti telefona di sicuro. Riguardo alla nazionale italiana di ieri, questo discorso vale per due motivi: la totale estraneità al ruolo di alcuni calciatori e la loro imperfetta forma fisica da una parte, la consacrazione di altri giocatori che possono diventare titolari a lungo dall’altra.

Per quanto riguarda il primo argomento, è palese che Iaquinta può giocare all’ala solo se è in perfetta salute come nel 2006, quando Lippi lo ha provato lì e lì se ne innamorato, che Marchisio, provato in quel ruolo da Lippi nella partita di Tiblisi del 5 settembre 2009, vinta 2-0 da Kaladze, non ha il passo rapido per smarcarsi con la palla e servire un attaccante. Ma le partite che marchiano a fuoco sono una manna per chi cerca un posto al sole. E ieri è anche nato il numero 8 del nostro futuro, Montolivo, in coppia con De Rossi saranno i nuovi Dino Baggio-Albertini degli anni 10, Pepe sarà l’ala tornante pelata, in ricordo del Domingo nazionale, Criscitò il nuovo numero 3 che aspettavamo dalla finale del 2006.

Le partite della Naz
ionale creano illusioni e verità. Col Paraguay c’è stato il bello e il brutto.

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