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Mondiali di calcio: Italia eliminata. Nere colline d’Africa

Mondiali di calcio: Italia eliminata. Nere colline d'Africa

"Esaltarsi per la vittoria in Champions di un club fatto soltanto di giocatori stranieri con tecnico straniero e poi pretendere che la Nazionale brilli è, per lo meno, ipocrita" scriveva Vittorio Zucconi. Ora che è finita la nostra avventura in terra d’Africa, possiamo anche tirare le somme e dire ognuno la nostra, liberamente, perché di tutti quelli che ne parlano e scrivono nessuno è laureato o ha il master in analisi di tecniche calcistiche o ha fatto un corso veloce a Coverciano. La mia osservazione vale quanto la sua, bellezza.

Non potevamo - al plurale, perché la Nazionale sono anch’io e non solo Lippi e Cannavaro quando perdono - fare il blocco Inter, perché non esiste una squadra "italiana" che si chiama Inter. Potevamo fare il blocco difensivo, invece che con i brocchi della Juve, con i primi in campionato: con la Roma (Cassetti, Motta, Tonetto ed Andreolli), potevamo fare il blocco di centrocampo con il blocco Milan (Gattuso, Pirlo, Ambrosini e basta, gli altri sono stranieri) o della Samp (e qui ce ne sono di più: Franceschini, Guberti, Mannini, Padalino, Palombo, Poli, Semioli e Soriano), potevamo fare un 4-3-3, o un 3-3-1-3 come il Cile, o un 3-4-3, o un 9-1 come la Nuova Zelanda.

Oppure potevamo, per la gioia di Bossi, comperare la partita con la Slovacchia, oppure schierare la formazione fantasma padana, campione del mondo dei bar sport. Potevamo...

Col senno di poi potevamo fare molto, ma la realtà è che non l’abbiamo fatto. Sta di fatto che i campioni del mondo in carica se ne tornano a casa come i vice campioni del mondo, come una qualsiasi Serbia o Slovenia, Nigeria o Algeria, dopo 36 anni da un’altra bruciante eliminazione.

Eppure i bookmaker ci davano a 1,55 per la vittoria, 3,75 per un pareggio e a 6 in caso di vittoria della Slovacchia. Lascio a chi se ne intende dire cosa è mancato, dove abbiamo sbagliato, cosa hanno indovinato gli altri, e tutti gli altri sproloqui del caso.

La Nazionale riflette esattamente la Nazione: una compagine allo sbando, senza progetti, che va avanti cullandosi delle stellette (passate) cucite sul petto, rassegnata per la mancanza di prospettive. Speriamo, come Nazionale e come paese, nello stellone e nel fattore C che tante gioie ci hanno dato nel passato, ma ora - in mancanza di uomini dalle grandi capacità - stiamo decisamente e inesorabilmente andando verso la decadenza in tutti i campi, anche non sudafricani.

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