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Italia-Nuova Zelanda: per favore, un po’ di silenzio

Italia-Nuova Zelanda: per favore, un po' di silenzio

I bookmakers ci davano a 1,22, in caso di pareggio la quota saliva a 6,00 e fino a 15,00 in caso di vittoria della Nuova Zelanda, come a dire che non c’era storia per la seconda partita del girone F. Invece è andata come è andata, con la nazionale azzurra generosa ma stitica in fatto di realizzazioni.

Ovviamente tutti a sparare sulla diligenza, esperti e meno esperti, con la sola differenza che i primi sono pagati (e a volte strapagati) per sparare, gli altri nisba. Cosa saggia sarebbe aspettare almeno la fine delle partire del girone, o ancor meglio del campionato, prima di tirare le somme o dare giudizi, tanto Lippi fa comunque quello che vuole; ma, si sa, se i soloni del calcio rimanessero silenti come si riempirebbero ore di trasmissione e pagine intere dei giornali?

Per non smentirmi non voglio quindi dare nessun giudizio tecnico sulla squadra, il CT o i singoli giocatori, ma azzardare qualche risposta a quanto ho sentito dire da lor signori, primo fra tutti Marino Bartoletti, che ho sempre stimato per le sue conoscenze calcistiche e musicali, tornato in auge dopo un lungo periodo di silenzio con la tessera del centrodestra.

Nel dopo partita il buon Marino ha esordito criticando la scelta di Lippi di aver fondato la nazionale sul blocco Juve (5 undicesimi). Sono d’accordo; è un peccato però che non abbiamo potuto portare in Sud Africa Milito, Maicon, Eto’o, Julio Cesar, Zanetti, Samuel o Muntari che hanno vinto Coppa Italia, scudetto e Champions. Saperlo prima, potevamo naturalizzarli tutti per avere un blocco Inter.

"Non posso accettare - ha proseguito Bartoletti - che i campioni del mondo in carica pensino di passare il turno con un altro pareggio contro la Slovacchia". Orbene, prendiamo l’Italia di Bearzot, campione del mondo nell’82, quando nella prima fase incontrammo la Polonia, il Camerum ed il Perù; finimmo secondi del girone con 3 punti, tre pareggi (0-0 con la prima e 1-1 con le altre due), il resto lo conosciamo, con Pertini in tribuna a gridare per la gioia.

E qui passiamo ad una obiezione che fanno tutti gli esperti di calcio: a questa nazionale manca la qualità. Benissimo. In Spagna scesero in campo Zoff, Collovati, Scirea, Gentile, Cabrini, Oriali, Bergomi (per sostituzione disperata), Tardelli, Conti, Graziani, Rossi (reduce da due anni di squalifica per il calcio scommesse), Causio e Altobelli. Bearzot fu aspramente criticato per non aver portato in Spagna Beccalossi e Pruzzo. Dopo, ripeto dopo e solo dopo la vittoria mondiale i nostri furono insigniti del marchio di qualità: prima solo l’1% degli intervistati da Gallup in 19 paesi dava credito agli azzurri (per la serie: facile parlare dopo).

Italia-Nuova ZelandaIeri pomeriggio abbiamo assistito ad una partita di calcio, dove 11 giocatori si contendono la gara contro altri 11 giocatori diretti da un arbitro e da due assistenti che possono anche non vedere fuorigioco e falli vari. Questo è il calcio, non è una gara di tiro al piattello. Nella tabella della Gazzetta dello Sport le statistiche parlano da sole e non occorre essere degli esperti per capire da quale parte stava la qualità.
Non per fare il tremontiano, ma anche l’Inghilterra non è andata oltre il pareggio contro un’Algeria che si difendeva in undici, per non parlare della "grande" Germania che le ha prese dalla Serbia. Per una volta tanto, prima di sputare sentenze aspettiamo almeno la fine del girone.

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