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Meeting interreligioso tra cristiani e monaci sufisti

Un grande evento spirituale e culturale ha aperto il XXV “Vò on the Folks” a Brendola: una serata dedicata al dialogo interreligioso tra cristiani e mussulmani sufisti che si rifanno al profeta Mevlana Rumi, noti in tutto il mondo per il loro rituale di danza e preghiera come “dervisci rotanti”.

“Vò on the Folks” è una rassegna di “musica dei popoli” che è il fiore all'occhiello del panorama culturale della Sala della Comunità di Brendola.

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Brendola Dialogo interreligioso tra cristiani e monaci sufisti

IL DIALOGO

La chiesa di San Michele in Brendola, venerdì 7 febbraio, ha ospitato il meeting interreligioso tra il maestro Sheik Nail Kesova e la Confraternita dei Dervisci rotanti dalla Turchia, con don Gianluca Padovan, delegato della Curia per il dialogo interreligioso e don Gianpaolo Marta, parroco di Brendola. Moderatore Gianmaria Pitton, del Giornale di Vicenza.

Come benvenuto, i monaci sono stati accolti dai canti del coro dell'Unità Pastorale di Brendola.

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Monaci dervisci - ingresso in chiesa di San Michele in Brendola

Ha aperto la serata don Gianluca, che fu a Brendola come seminarista, porgendo un saluto ai presenti e ai monaci (in inglese): “Quello che portiamo qui è un cammino fra uomini e donne che si ritrovano alla ricerca della parola di Dio. Ringrazio don Gianpaolo che ha aperto le porte della chiesa, la comunità cattolica di Brendola, che accoglie un gruppo di credenti mussulmani, per approfondire insieme la parola di Dio. Non è un evento costruito con leggerezza, ma seguendo le parole di Cristo, che invitava tutti a entrare nella sua casa. E' dall'incontro che nasce la conoscenza e l'amicizia. Anche Papa Francesco ha stretto relazioni con persone di altre religioni per dialogare sul mistero di Dio. Molti sono gli inviti dal mondo mussulmano a stringere rapporti reciproci, per amicizia, fratellanza, tutti gli uomini sono posti sulla Terra dalla mano di Dio. Come comunità di credenti siamo chiamati a metterci in gioco, nello spirito di fratellanza a Dio. Il documento sulla fratellanza umana di Abu Dhabi, sottoscritto dal Pontefice e dal Grande Imam di Al Azhar, invita a evitare le inutili discussioni, a pregare Dio pur essendo diversi e se non abbiamo punti in comune, pregare l’uno per l’altro”.

Il parroco Don Giampaolo Marta ha salutato i presenti con le parole: “Siamo in chiesa, luogo ove i cristiani si trovano per pregare Dio. In questo luogo sacro è stata battezzata Santa Maria Bertilla Boscardin, che qui veniva ogni giorno a pregare dalla sua umile casa, percorrendo quella che chiamiamo “via dei carri” perché vi transitavano gli animali da traino per i lavori in campagna, ma che è anche la via dell'umiltà, della semplicità, dove “tutto è niente” secondo le sue parole, è solo servire Dio”.

Il giornalista Gian Maria Pitton ha illustrato in sintesi la cofraternita dei sufisti: “La corrente che si rifà al profeta Mevlani ha una dimensione mistico/ascetica nel mondo mussulmano. Si avvicina per certi aspetti ascetici al cristianesimo di San Francesco, che si recò in Medio Oriente. I discepoli “dervisci o danzatori di Dio”, esprimono un rituale ricco di simbologie, secondo gli insegnamenti di Mevlani, la cui tomba si trova a Konja, nella Turchia centrale”.

Il maestro Sheik ha spiegato le origini del loro profeta e del loro rituale: “Il nome del profeta Mev-lana è formato dalle parole Dio e maestro, è il nostro Signore, il nostro maestro. È detto anche Rumi, che “apparteneva” alle terre di Roma, prima dell’impero ottomano. Nella nostra esistenza materiale noi apparteniamo alla terra e torneremo alla terra, ma molte persone dimenticano che abbiamo anche un’esistenza spirituale, per cui soprattutto apparteniamo a Dio e a lui torneremo. La Terra l'abbiamo in prestito da Dio e la daremo indietro. Per questo durante la danza ripetiamo tre volte “io non sono niente”, perché è stato Dio a soffiare l’anima dentro di noi. Alcuni nostri strumenti sono in bambù, su cui si soffia aria, come Dio ha soffiato l'anima in noi”.

Mevlana è stato anche un poeta, in alcuni suoi versi paragona il sistema solare a sé e ai suoi fedeli: egli è il sole che sta al centro, i fedeli gli girano attorno come i pianeti. La danza dei monaci è incentrata su questo punto di riferimento, attorno cui tutto gira.

Il giornalista chiede al maestro come è nata questa danza: “La tradizione dice che Rumi passava vicino al negozio di gioielleria di un suo amico, che stava battendo l’oro con il martello, con un ritmo regolare… questo ritmo lo portò a sentirsi vicino a Dio e cominciò a girare cantando Allah, Allah… Tutti gli atomi, tutte le creature più piccole dell’universo girano intorno a Dio e ripetono il suo nome. I dervisci girano pensando alla bellezza, alla forza, all’energia di Dio, ognuno in modo diverso, portandolo nel proprio cuore e questo aumenta la concentrazione, fino in alcuni casi a raggiungere l’estasi. È come esserci e non esserci, staccarsi e guardare il proprio corpo da fuori”.

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Monaci musicisti dervisci con il maestro Seik Nail Kesova

IL CONCERTO

Sabato 8 febbraio, alle 21.00, inaugurazione ufficiale di Vò on the Folks, con una breve presentazione del presidente della Sala Ivan Pelizzari e l’attribuzione di una targa di riconoscimento al direttore artistico Paolo Sgevano.

Si è partiti subito con la musica sufi, una mezzora solo musicale per portare i monaci alla massima concentrazione. Il profeta Mevlana in alcuni suoi versi ha paragonato sé stesso al sistema solare, come pure Dio è un sole: i suoi seguaci ruotano intorno a lui come i pianeti con il sole. La loro danza è incentrata su questo punto di riferimento (Dio, il profeta, il maestro) attorno cui tutto gira. Lo spettacolo è “un servizio all’umanità” ha detto il maestro, poiché il movimento circolare della nostra vita iniziato con Adamo, fa parte della storia dell’umanità.

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Monaci danzatori dervisci - esibizione

“Tutta la musica, quella bella, dà l’effetto di estasi, perché ha una sorgente divina: chi l’ha composta ha sentito il soffio di Dio” spiega il maestro Sheik. “Molte sono le persone che vanno in estasi anche con la musica occidentale, quella classica. Ogni musica ha una sorgente divina, in essa è instillato il soffio di Dio”.

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Monaco danzatore derviscio

I monaci dervisci rotanti con il loro rituale sono stati dichiarati nel 2008 “Patrimonio immateriale dell’umanità” da parte dell’UNESCO.

Il meeting interreligioso e l'esibizione dei dervisci rotanti sono stati l'unico evento di Vò on the Folks 2020: a interrompere la famosa rassegna di musica etnica è arrivato il coronavirus e tutti gli altri spettacoli sono stati annullati.

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