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Matteo Cosmi: “Mai riciclato soldi dei Piromalli”. E minaccia azioni legali contro AgoraVox

Riceviamo dall'avvocato Marco Martines, difensore di Matteo Cosmi, una lettera di rettifica per l'articolo "Clemente Mastella e le telefonate dei boss" (leggi l'articolo).

In questi giorni si è detto e scritto su di me:

a) che sarei un "faccendiere P3", di professione commercialista e/o broker, indagato per riciclaggio dalla Procura della Repubblica di Roma;
b) che avrei consegnato 14 milioni di euro a Gianfranco Lande per conto di tali Paolo e Giuseppe Piromalli;
c) che in questi giorni gli uffici della mia società, nel centro di Forlì, sarebbero stati abbandonati.


Con l'occasione, è anche stato ritagliato su di me il ruolo di colui che trovava i soldi per Flavio Carboni per l'affare eolico.
Intendo fare presente, senza timore di essere smentito da alcuno, trattandosi di fatti tutti documentati, quanto segue.

  1. Non ho mai svolto la professione di "faccendiere" (aggettivo che è e va considerato ingiurioso), né di commercialista, né di broker e mai ho millantato di esercitarla. Sono regolarmente iscritto nell'Albo dei promotori finanziari, opero da sempre nella prestazione di consulenza finanziaria, godendo della fiducia di investitori di rilievo.
  2. Gli uffici nel centro di Forlì non sono mai stati abbandonati, poiché si sono semplicemente trasferiti, sempre in centro, in sede più spaziosa come chiunque avrebbe potuto controllare consultando un elenco telefonico.
  3. Non ho mai avuto necessità di chiarire rapporti di sorta con il noto Flavio Carboni, e tanto meno mai ho avuto il ruolo di procacciare denaro per questi nell'affare eolico, né sono mai stato indagato per questo, né tanto meno oggetto di un provvedimento dell'Autorità Giudiziaria.
  4. Sono stato anzi ascoltato semplicemente come persona informata sui fatti, nell'ambito di quella vicenda, non avendo mai procurato nulla, e non avendo mai patrocinato o consigliato alcun investimento nell'affare eolico, pur essendo stato avvicinato in tale prospettiva, ma senza alcun seguito da parte mia.
  5. Sono io stesso una vittima del "crack EGP", avendo affidato alla società di investimento la somma tracciabilissima che risulta ormai pubblicamente.
  6. Non ho mai consegnato a Lande 14 milioni di euro per conto di tali Paolo e Giuseppe Piromalli.
  7. Sono incredulo sulla notizia di una investigazione su tale aspetto del tutto fasullo, ed addolorato sia per la notizia che ne è stata data sia per le relative modalità.
  8. Ho conseguito professionalmente un unico investimento in un fondo gestito dalla società EGP nella persona di Gianfranco Lande, che consiste in una somma di denaro certa, tracciata, lecita e di provenienza trasparente e documentata.
  9. È ovvio che sono a disposizione dell'Autorità Giudiziaria nei cui accertamenti confido.
  10. Non accetto quindi mi si passi per riciclatore, faccendiere od altro.
  11. Ho dato mandato al mio legale di procedere nei confronti di chiunque continui a propalare notizie false, diffamatorie e calunniose sulla mia persona, nonostante queste mie precisazioni.
     
Matteo Cosmi


Questa lettera di rettifica dev'essere un modello standard che Cosmi ha inviato indistintamente a tutti i giornali, dunque senza leggere cosa avevamo scritto. Infatti non lo abbiamo mai chiamato "faccendiere" né abbiamo mai menzionato gli uffici di Forlì. Per quel che ci riguarda, l'indagine per riciclaggio del denaro sporco della famiglia Piromalli a suo carico è una notizia di stampa diffusa da giorni su tutti i media nazionali e dalle agenzie, e confermiamo che la Procura di Roma non voglia smentirla. Rettifichiamo invece che Cosmi abbia "trovato i soldi" per l'affare eolico di Flavio Carboni: nell'ordinanza di custodia cautelare a carico di Carboni, emessa dal gip di Roma Giovanni De Donato lo scorso luglio e confermata dalla Cassazione, si legge che, secondo le risultanze investigative della procura, Matteo Cosmi è stato contattato nell'ambito della "individuazione di possibili linee di finanziamento" per il progetto eolico e che ha partecipato, il 21 ottobre 2009, a un incontro nella residenza romana del coordinatore del Pdl Denis Verdini, indagato nell'inchiesta, alla presenza dello stesso Carboni, ma non risultano notizie del riscontro che questi avrebbe avuto da Cosmi. Per questo unico errore chiedo scusa all'interessato e ai lettori.
Fe.Pi.

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