Mario Monti, gli Indignados e la Bce: facciamo il punto

Non è male ricordare che è l’economia il primo di tutti i poteri e, quando i riti bizantini della politica diventano un serio ostacolo alla soluzione dei problemi, ecco la zampata della Confindustria e delle banche che impongono il loro uomo, Mario Monti, quale primo ministro.
L’operazione è stata resa possibile anche perché la cosiddetta opposizione è divisa, non ha programmi né identità, e comunque si dovrebbe piegare agli ultimatum della Europa sul risanamento dei conti e sul rilancio dell’economia, obiettivi totalmente impossibili da realizzare per il peso enorme degli interessi da pagare ai detentori dei titoli del Tesoro.
In tutto il mondo globalizzato si assiste al fenomeno degli “indignados” che, per la prima volta, vede milioni di persone manifestare contro il sistema capitalista e finanziario che crea disuguaglianze inaccettabili, disoccupazione, precariato, assenza di futuro, speculazioni, guerre, distruzione ambientale.
L’Italia è dentro questa crisi e né Mario Monti, né l’attuale opposizione sono in grado di fare nulla perché è una crisi sistemica, si può solo rispondere con l’adozione di un altro sistema.
Solo una presa di posizione del genere, accompagnata dal taglio drastico di tutte le spese militari e dei nostri interventi militari all’estero (cancellando il contratto con gli USA per l’acquisto di 130 cacciabombardieri), associata con l’eliminazione del Senato, delle province, con una seria politica contro l’evasione fiscale, possono rendere possibile l’ uscita dalla crisi.
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