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Le regole del gioco...

Penso che i maggiori difetti della politica siano l’ambiguità, il sistematico ricorso alla menzogna e alla calunnia, il vendersi al miglior offerente nel caso dei voltagabbana, e la cosa più grave quella di aver lasciato l’intera economia in mani private anche nei settori come la sanità e le autostrade, dove per il profitto si decide della vita dei cittadini. 

La “Costituzione più bella del mondo”, come viene definita la nostra, e quindi intoccabile, non è riuscita a proteggere i cittadini italiani dal potere assoluto del denaro e del controllo dei grandi mezzi di informazione, con il risultato di falsificare la realtà definendo democratica una società che è profondamente oligarchica. I partiti politici, tutti screditati, cambiano la più importante delle leggi, quella elettorale, a seconda delle convenienze del momento e non riescono mai a trovare una intesa che vada nell’interesse generale, che dia governabilità, e che rispetti la Costituzione, dimostrando una incapacità riformatrice e dunque un blocco evolutivo delle regole democratiche.

Appare evidente che solo il Presidente della Repubblica, in quanto rappresentante “super partes” di tutti gli italiani, può sbloccare questa situazione, insediando una Commissione di studio al massimo livello, con personalità indipendenti di sua scelta, con l’obiettivo di formulare una nuova legge elettorale da proporre al voto del Parlamento. Forse il fine mandato del Presidente Mattarella e il semestre bianco potrebbero favorire questa iniziativa anche se fosse solo per mettere in evidenza l’incapacità dei partiti di mantenere le promesse fatte di cambiare la legge elettorale.

Se dipendesse da me, alzerei la soglia di sbarramento dal 3 al 10%, perché avere molti partitini non è segnale di democrazia ma nasconde un ruolo di ricatto o di manovre sottobanco di minoranze senza futuro. L’effetto di questa nuova regola di accesso al Parlamento sposterebbe l’elettorato che non vuole buttare via il suo voto verso quei 3 o 4 partiti maggiori, fino a raggiungere il probabile traguardo del bipartitismo, senza più schede elettorali lenzuolo.

Un altro punto essenziale è quello della governabilità che si ottiene solo abolendo le litigiose coalizioni fra partiti, che non funzionano e sono in costante competizione scaricando sull’alleato (avversario) le colpe di ciò che non funziona e dunque assegnando al primo partito, il vincitore delle elezioni, un premio di maggioranza che gli consenta di governare senza ricatti. E’ chiaro che, per funzionare, questo nuovo sistema deve contemplare la regola che durante la legislatura non è possibile passare da un partito ad un altro e se si è in dissenso la decadenza dal ruolo parlamentare e automatica, con il subentro del primo dei non eletti dello stesso partito.

Così sarebbe anche finito il mercato dei voltagabbana che è un fenomeno che sputtana la politica tutta. Il sistema elettorale più trasparente adatto a questo cambiamento è il proporzionale puro con preferenze, con il divieto di presentarsi in più collegi, ma solo in quello in cui si risiede da più di due anni Forse è obbligatorio toccare la Costituzione per ottenere queste nuove regola, ma qualunque cambiamento è impossibile senza.

Paolo De Gregorio

Foto di Julia Casado da Pixabay 

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