• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > Mare Nostrum, armati di fuciletto a tappi

Mare Nostrum, armati di fuciletto a tappi

Proprio non riusciamo a toglierci di dosso il cliché di popolo imbelle e anche un po' vigliacco. Ogni occasione è buona per mostrarci per quello che siamo anche se il ministro degli esteri Paolo Gentiloni prova a fare la voce grossa.

La vicenda è di poche ore fa. Solito barcone carico di disgraziati in balia di onde alte dieci metri che lo sbalzavano in aria come un fuscello, probabilmente partito sotto minaccia delle armi dalle coste libiche, che lancia un disperato grido di aiuto. Come da copione una motovedetta della Guardia Costiera (così riportano le cronache) si fionda sul posto ed inizia il trasbordo dei superstiti, perché nel frattempo altri sono affogati nel mare in tempesta. Operazione difficile, ad alto rischio per i soccoritori, ma sacrosanta sia per un senso di umana pietà nei confronti di questi poveracci che per la "legge del mare" che impone il soccorso a chi è in difficoltà.

Fin qui quindi, valutazioni politiche sulla opportunità nella prosecuzione di questa "mission" a parte, nulla da eccepire. Il fatto nuovo è che, mentre si svolgevano le operazioni di trasbordo, è spuntato un barchino con a bordo quattro uomini armati di Kalashnikov, evidentemente arma in dotazione ai delinquenti di ogni parte del mondo, che hanno intimato agli italiani di accelerare le operazioni di trasbordo, ovviamente aumentandone i rischi,e di riconsegnare loro l'imbarcazione.

"Ridateci il nostro barcone", questo l'ordine perentorio, ovviamente prontamente eseguito perché i nostri non sono armati come converrebbe in una situazione critica come quella di avere l'Isis alle porte di casa, e anche se lo fossero non avrebbero certamente ordine di sparare. Perché l'Italia è buona e generosa nell'accoglienza e ha l'ordine di non sparare. Mai. E se lo fanno ci portano in un porto indiano, piuttosto che libico, e ci tengono sotto processo per una ventina d'anni. Le nostre navi militari, i nostri aerei da guerra, il nostro esercito, le nostre forze di polizia, hanno il compito di "pattugliare" il Mediterraneo e di condurre operazioni di salvataggio. Sono più forze da parata che operative. Punto.

Adesso, passi che siamo etichettati ,a torto o a ragione, come un popolo di ladri e corrotti, di evasori fiscali, di voltagabbana, di buonisti pelosi, ma qui stiamo rasentando la follia, stiamo entrando in una dimensione del ridicolo internazionale che non ha limiti. Come si fa, in una situazione di terrorismo internazionale, di guerra fondamentalista alle porte di casa, a mandare nostri militi, armati evidentemente solo di fuciletto a tappi e fischietto, a prestare soccorso, rischiando essi stessi di fare una brutta fine?

Ma provate ad immaginarvi la stessa situazione in un contesto simile condotto da inglesi, francesi piuttosto che tedeschi o americani. Sarebbe finita cosi? Con la riconsegna del barcone o con un paio di missili sulla testa dei quattro scafisti? Voi che dite?

Poi ha voglia il ministro Gentiloni di proclamare l'intenzione dell'Italia, ovviamente sotto l'egida dell'ONU ovvero in un quadro di legalità internazionale, di farsi parte coordinante di un intervento armato in Libia, per rimettere in sesto i danni provocati da francesi ed inglesi.

Ma chi ci crede? 

Foto: Noborder Network/Flickr

 

Commenti all'articolo

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità