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Marco Travaglio, schierato dalla parte della verità

15 anni, gli ultimi 15 anni della storia del nostro Paese in modalità “Bignami”.
Questo è ciò che ha offerto alla propria affezionata platea il Teatro Ciak, nell’ambito delle proposte in cartellone nella sua trentuduesima stagione, la seconda nella nuova sede presso la Fabbrica del Vapore (dal 18 al 23 Novembre con l’aggiunta di 2 serate stante il grande successo di pubblico registrato). Tutto ciò grazie alla capacità di sintesi e di analisi che da sempre sono prerogativa di Marco Travaglio e che ne fanno una delle voci maggiormente pungenti del giornalismo italiano dell’ultimo periodo.

Schierato sempre e comunque dalla parte della realtà, quella scaturente dai processi e dalle sentenze giudiziarie da cui attinge a piene mani (omettendo ciò che non è funzionale alla propria ricostruzione, sostengono i suoi detrattori), Travaglio in un “one man show” di oltre 3 ore non risparmia nessuno. Da destra a sinistra senza distinzioni con, non potrebbe essere altrimenti, una particolare attenzione alle vicende legate all’ascesa ed alla scesa in campo di Silvio Berlusconi.

Fanno eccezione Di Pietro, pochi altri (Veltri, Tabacci) oltre ai giudici protagonisti delle principali inchieste di questi anni; sono proprio loro, servitori dello Stato sino alla morte, infatti, ad ergersi protagonisti della storia italica nella rilettura del giornalista prestato al teatro.

Commovente riascoltare, in uno degli intermezzi musicali tra un monologo e l’altro, la voce di Paolo Borsellino nell’ultima intervista concessa prima della strage di via D’Amelio; toccante rievocare lo spessore professionale ed umano di Giovanni Falcone; sempre problematico reimmergersi in una fase, quella di Tangentopoli, ancora oggi oggetto di dibattito e con ferite non ancora rimarginate.

Ne esce un giudizio fortemente negativo sulla classe dirigente di questi anni con un esplicito rimpianto per la statura politica ed umana dei padri costituenti, ricordati ed elencati prima della lettura di stralci della celebre intervista nella quale Berlinguer rappresentò a Scalfari la “questione morale” come spartiacque nella vita politica del nostro paese.



Non mancano nel corso della serata i riferimenti ai mostri sacri del giornalismo italiano, “maestri” del Travaglio: Enzo Biagi e, soprattutto, Indro Montanelli rievocato in un gustosissimo racconto della vista al Mausoleo di Villa Certosa ad Arcore.
Il pubblico, in gran parte giovane, segue con particolare attenzione la rilettura di questi anni; c’è chi, più avanti con l’età, accompagna il susseguirsi degli eventi anticipandone nomi e vicende quasi a sancire la propria appartenenza a pieno titolo alla società civile; non manca un sorriso su talune vicende, indecifrabile tra l’ironico, il sarcastico, non necessariamente amaro, comunque.

Non si esce, infatti, da una simile serata, demotivati e disillusi; anzi è quasi un pungolo a “sporcarsi le mani” con la politica a servizio del bene comune. E che non si dica che nessuno non ci avesse mostrato come e cosa non si debba fare e che, troppe volte, in passato si è fatto ....

Prossime date:

10 dicembre, Carrara Fiere, Padiglione C, Marina di Carrara

19, 20, 21 dicembre: Teatro delle Celebrazioni, Bologna

Cristiano Robbiati

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