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Leda Bertè: vi racconto mia sorella Mimì

E’ in una serata particolare, calda, con un cielo carico di stelle, che mi accingo con un pizzico di giusta emozione, a bussare ad una porta di una casetta situata nel centro di Lacco Ameno, ad aprire è Leda, la sorella più riservata tra le Bertè, quella che nell’ombra ha seguito la carriera di Loredana e della compianta Mia Martini.

 

 

 L’emozione è tangibile, si respira nell’aria, la casa è accogliente e la stessa Leda mi riceve con un sorriso, ha nella voce e nello sguardo qualcosa che mi ricorda Mimì. Mi accomodo in una accogliente stanza e mi lascio trasportare dalla sua voce calda, materna che ritorna indietro negli anni, scava nei ricordi, negli aneddoti legati al passato e al presente della sua famiglia, raccontandomi dell’infanzia trascorsa con le sorelle in estate a Bagnara Calabra in compagnia dei nonni, una vita semplice, segnata da gesti e valori, da scorci e paesaggi che a suo avviso si avvicinano molto a quelli della nostra bellissima isola.

“Dicevo ieri che molti panorami e prospettive che vedo passeggiando per le strade d’Ischia mi riportano alla mente ricordi della mia infanzia, la campagna, il mare, alcuni sfondi che mi riconducono indietro nel tempo a quando da bambina mi svegliavo presto al mattino per seguire mia nonna mentre sbrigava le sue faccende in campagna”. Leda è legatissima ad Ischia di cui è ospite da ben 6 anni insieme alla sua famiglia e mi racconta che spesso in passato si è trovata a discutere con sua madre la quale preferiva trascorrere le sue vacanze nell’Isola di Capri: “Mimi amava moltissimo la vostra terra, il suo amore per la città di Napoli è testimoniato dalla grande esperienza musicale vissuta con Roberto Murolo nel successo Cu' mme' e dalle collaborazioni con Enzo Gragnaniello. Ho molti ricordi legati a lei e alla vostra Isola, l’ho seguita anni addietro, in una serie di serate in varie località d’Ischia, ne era rimasta incantata!”.

 Un mondo semplice che non esiste più, ma che dovrebbe essere conservato, molti valori stanno scomparendo ed uno di questi è la musica, che ha segnato gran parte della storia della sua famiglia: “Loredana era splendida, di una bellezza folgorante, a Mimì invece, bastava sentire delle note uscire dalla radio perché cantasse. Un talento innato. Quando lei ha avuto un certo successo, Loredana si è imposta con Renato Zero, entrando come ballerini nei "Collettoni" di Rita Pavone. Le mie sorelle hanno creato stili e tendenze, anticipato i tempi e soprattutto si sono imposte nel panorama musicale Italiano, non si diventa artisti, si nasce artisti ed è la vita, le esperienze, la gavetta che rendono un personaggio unico nel suo genere, chi canta deve rendere partecipe chi ascolta della sua emozione, cosa che Mimì riusciva a fare splendidamente”.

“La musica può salvare la vita, oggi i ragazzi si fanno trasportare da sogni facili offerti dalla Tv, dove spesso si vedono molti dilettanti salire sul palco senza avere le dovute conoscenze, facendosi illudere dai tanti Talent che promettono sogni di gloria, ma che spesso illudono le speranze; concordando con un articolo scritto di recente da Renato Zero sul Corriere in cui egli afferma che “Aspiranti artisti venivano usati come gladiatori”. "La musica è un qualcosa di serio", dichiara Leda Bertè, ma spesso le persone la sottovalutano. “Mimì ha pagato in prima persona le sue scelte professionali, poco commerciali, ma coerenti con il suo modo di interpretare la musica, in questo modo ha creato canzoni stupende comen“Almeno tu nell’universo” e “La nevicata del 56” a cui io mi sento molto legata, con testi mai banali né scontati.

Si è lucrato troppo sul nome di Mimì, lo stesso premio Mia Martini di Divino Romeo non è che uno "schiaffo" a mia sorella. Recentemente mi sono recata a Bagnara Calabra ed ho visto una statua di Mia posta sul lungo mare, ritratta nel momento massimo di patos interpretativo, l’ho trovata “brutta”, ma soprattutto la cosa che mi ha indignato di più è stato il fatto che il suo nome era stato cancellato. Leda è attivissima nel preservare ai posteri la memoria della sorella scomparsa e delle donne Berté, per questo ha fondato l’associazione Onlus il Minuetto, nata con l’obiettivo di tutelare l’immagine di Mia Martini e soprattutto mantenere un legame con tutti i suoi ammiratori che continuano ad essere tanti e a volerle bene.

“Farò di tutto per presentare e sostenere questa Associazione Culturale, cercando sempre contesti degni della figura di Mia Martini” anche se è una Onlus e spesso non riceviamo i dovuti aiuti da chi di dovere. Un nuovo progetto si sta facendo strada, quello di creare una sede in cui i giovani talenti possano confrontarsi e potere esprimere la loro passione canora attingendo così dall'interminabile bagaglio culturale di un’artista che ha segnato la storia della musica italiana, contribuendo alla realizzazione del museo dedicato a Mia Martini, dove si intenderà ricostruire il patrimonio discografico e videografico dell'artista e i tempi sono propizi, ma Leda non ci ha voluto fare anticipazioni.

Ascolto questa donna parlare, seguo il ritmo melodioso delle sue parole che si confondono nella mia mente a quelle delle canzoni di Mimi e di Loredana Bertè, mi distraggo e penso che nelle sue vene scorre il loro stesso sangue, la guardo, la studio e mi perdo in una sua risata che è la stessa che ho visto in una intervista in Tv da Loredana.

Le chiedo cosa ha significato per lei essere la sorella maggiore di Loredana e di Mia Martini e lei mi risponde con un sorriso bonario: "Ho sempre svolto il ruolo della sorella più grande, il mio è sempre stato un ruolo materno, un compito che ho accettato di buon grado: le seguivo, le accudivo, sono fuori dal mondo dello spettacolo, devo dirti che non lo amo, ho dovuto costruirmi da sola quello che ho (da 30 anni infatti Leda è impiegata al Ministero di grazia e giustizia). Ho sempre guardato con distacco a questo mondo, a volte prendevo in giro mia madre perché loro avevano ricevuto il suo dono, lei era l'artista di casa che ha trasmesso il talento a Mimi e a Loredana, io avevo altre passioni, amavo la cultura, la lettura, ricordo ancora tutte quelle volte che per essere entrata di nascosto nello studio di mio padre e aver curiosato tra i suoi libri le ho buscate, una sola materia non ho amato, il latino, perché papà che era insegnante mi costringeva a studiarlo”.

Nostro padre è stato sempre un padre-padrone che avrebbe dovuto mostrarsi più paterno ed ancora oggi crede di essere l’unico erede di Mimì e di disporre a piacimento delle sue memorie, ci sono molti biografi che si autodefiniscono ufficiali, ma nessuno è veramente autorizzato dalla famiglia Bertè, ogni giorno ne esce uno nuovo, ma nessuno ha raccontato la verità.

Le chiedo se è giunto il momento di farsi carico di questa verità e raccontarla in un libro, lei con un sorriso mi risponde che i tempi sono propizi, che la vita gioca brutti scherzi, per cui questo progetto sarà uno di quelli che lei si propone di realizzare al più presto. Concludo una meravigliosa chiacchierata con la domanda "Chi è Leda? Sappiamo tutto di Mimì e di Loredana, ma di Leda invece, si conosce ben poco".

Mi risponde con un sorriso bonario affermando di essere sempre stata una donna forte, materna che si è costruita da se, che ha lottato per affermarsi nella vita, nel suo lavoro, molto diverso da quello delle sue sorelle di aver sofferto un po’ per i pregiudizi della gente che la credevano “la sorella di” affermando soprattutto di essere una madre ed una nonna amorevole.

Io dal canto mio la saluto felice di aver incontrato una donna che non dimenticherò mai più, per le emozioni che mi ha trasmesso, per la sua forte interiorità, esco dal portone della sua casa sicura che questo incontro unico non lo dimenticherò, incamminandomi attraverso le stradine di Lacco Ameno sotto un cielo di stelle certa che Mimi da lassù in questo momento sta sorridendo…

 

Foto Mia Martini: Wikipedia

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