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Le ultime parole di Tiziano Terzani

Le ultime parole di Tiziano Terzani

Vi sono miti come la mamma, la famiglia, i missionari, il volontariato, che, in genere, vengono sottratti alla critica, visto che ben altre sono le porcherie da denunciare e mettere in risalto.

Da destra a sinistra, vi è pensiero unico su certi argomenti e il territorio in cui vengono acquartierati è quello della neutralità e non belligeranza.

Terzani, con la sua vita e i suoi scritti, è stato elevato in questo “limbo” e, sia i cattolici che l’Espresso invitano a riflettere sulle sue parole.

Proprio su questo terreno, quello del cosiddetto “senso comune” o comune sentire, si realizzano capolavori squisitamente ideologici, che poi impediscono quel giusto antagonismo che ci dovrebbe essere tra posizioni politiche, imbrigliando le differenze nella tenace melassa delle cose che si hanno in comune.

Terzani è diventato un santino in mano a persone espertissime, che sanno bene che le più profonde ideologie passano attraverso simboli e storie personali, con conseguenti convinzioni che poi è quasi impossibile smantellare.

Ha molto aiutato in questo operazione anche il suo aspetto di profeta, il pacifismo derivato dalla esperienza di inviato di guerra come giornalista, la sua religiosità, estesa anche a contaminazioni buddiste e mistiche, la sofferenza e la serenità nella sua morte per tumore.

Con questo personaggio a disposizione, ecco realizzarsi quel “sincretismo” politico indispensabile per chi non vuole cambiare nulla, culminato con la frase che sintetizza tutta la sua esperienza di vita, che è ideologia pura, che recita così: “ora è il momento di pensare che la sola rivoluzione che possiamo fare è quella interiore, cominciamo da noi stessi”.

Parole inutili e generiche, che accontentano tutti i benpensanti di destra e di sinistra, che vedono benissimo le persone impegnate in solitari percorsi interiori, che magari durano tutta la vita, basta che non si occupino del sociale e lascino in pace capitalisti e politicanti a farsi i loro affari.

I miti resistono perché vengono alimentati da teste pensanti molto raffinate e potenti.

Facciamo un esempio, quello della “non violenza”, legato al personaggio mistico e profetico di Gandhi.

Tutti, a parole, lo rispettano, ma se andiamo a vedere gli effetti sulla storia vera, quella di oggi, la “non violenza” non è praticata da nessuno. La stessa India è diventata una potenza nucleare ed è pronta alla guerra col Pakistan. Nel mondo si ricorre all’uso della forza con normalità, non si è mai speso tanto per gli armamenti, e i rapporti tra gli Stati sono basati su reciproche minacce, muri di cemento o acciaio, missili pronti all’uso.

Anche duemila anni di predicazione cristiana, non solo non hanno portato alcun risultato sui comportamenti individuali e collettivi, nessuna rivoluzione interiore ha pagato, anzi, i cristiani stessi hanno cominciato ad uccidere, con le Crociate, e hanno poi continuato allegramente appoggiando la penetrazione colonialista europea in tutto il mondo, con il terrore, le conversioni forzate, la tortura, le varie Inquisizioni, i roghi per gli eretici.

Le parole di Terzani sono così condivise da tutti perché sono inoffensive.

Anche se fossero praticate su larga scala sarebbero ininfluenti sul granitico potere del capitale e del suo braccio mediatico e militare, che teme solo l’uso della violenza e delle rivoluzioni

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