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Le regole del Bretton Woods e le responsabilità di un sistema economico egemone

Come molti di voi probabilmente sapranno il Sistema di Bretton Woods si formò quando, quasi al termine della Seconda Guerra Mondiale, i delegati di oltre 40 nazioni si ritrovarono nel New Hampshire per dare vita a un ordine monetario totalmente concordato, pensato per governare i rapporti monetari fra stati nazionali indipendenti.

Le regole di Bretton Woods prevedevano un sistema di tassi di cambio fissi, che pensavano sarebbe stato più idoneo a promuovere gli scambi commerciali(e così è stato) e la creazione di un Fondo Monetario Internazionale con i compiti di equilibrare squilibri causati dai pagamenti internazionali (e così è stato).

Il 15 agosto 1971 però, senza aver preventivamente consultato gli altri membri del sistema monetario internazionale, e neppure il suo Dipartimento di Stato, il presidente Nixon annunciò la sua nuova politica economica: abolizione della convertibilità del dollaro in oro e imposizione di un dazio doganale del 10% sulle importazioni soggette a dazio; questa data segnò la fine del periodo di Bretton Woods.
 
Molti ritengono questa data e questo avvenimento come l'inizio del relativo declino degli Stati Uniti non più in grado di assolvere le responsabilità di una potenza egemone in un sistema economico e politico guarda caso creato proprio da loro. Gli Stati Uniti infatti stavano attraversando una fase di difficoltà economiche provocate dal coinvolgimento nella guerra del Vietnam e anche la crisi economica del 1973 contribuì ad accrescere un senso di instabilità che si avvertì in tutto il mondo proprio con la fine del sistema di Bretton Woods. In tempi di crisi economica , infatti, ci appare più chiaro che politica ed economia sono strettamente legate e, purtroppo, è ciò di cui molti si sono resi conto in questi tempi di crisi economica.
 
In questi anni che ci separano dal 1971 il sistema economico mondiale si è retto proprio su quelle organizzazioni come il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale create dagli accordi di Bretton Woods.

Oggi, e in particolare agli albori della crisi economica del 2008, si è risvegliata una voglia a livello internazionale di ricreare un sistema economico come quello di Bretton Woods, il cosiddetto Bretton Woods 2, probabilmente con l'intento di far riassumere agli Stati Uniti il suo ruolo di potenza egemone nel sistema economico mondiale; infatti, come ci insegna la "teoria della stabilità egemonica", i mercati internazionali dipendono dall esistenza di una potenza liberale dominante e in sua assenza un economia mondiale aperta risulterebbe molto più difficile da realizzate, a fronte del costante rischio di uno scadimento delle relazioni economiche in una concorrenza di stampo nazionalistico, egoistico e protezionistico come avvenne durante la crisi mondiale del 1929.

Alcuni quindi auspicano l'organizzazione di un nuovo summit internazionale che abbia il compito di ridefinire la struttura finanziaria del globo. Tale incontro veniva auspicato già entro novembre 2008, con l'allusione al G20 che si tenne a Washington. La richiesta di una nuova Bretton Woods è stata espressa anche il 25 settembre 2008 da Nicolas Sarkozy che ha detto:
Bisogna ricostruire tutto il sistema finanziario e monetario dalla base così come si è fatto dopo la Seconda Guerra Mondiale
Credo sia necessario una nuova conferenza in tal senso poiché, oltre a ripristinare fiducia nel sistema, ridefinisce le posizioni e le gerarchia in un sistema post-guerra fredda dove la posizione degli Stati Uniti, che lo vogliano o no, rimane, seppur in lento e graduale declino, la posizione egemone. Il rischio è che gli stessi Stati Uniti accettino un egemonia sul sistema economico internazionale di cui, però, non sono già in grado di sopportarne le responsabilità.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.164) 2 febbraio 2012 12:41

    Eccellente esposizione, mi sorge però spontanea una riflessione, che inevitabilmente (ai giorni nostri poi) da luogo a nessuna certezza ma solo a domande. Il punto centrale è che ruolo rivestirebbero le grandi potenze in ascesa (Cina, India e Brasile, ma anche la silenziosa Russia) nell’auspicabile Bretton Woods 2? Ne sarebbero escluse oppure, una volta partecipi, accetterebbero le condizioni poste da un Occidente ormai in affanno? Forse ci si dovrebbe interrogare in realtà sul ruolo che dovrà rivestire l’Occidente stesso in futuro; sarebbe il punto di partenza per uscire dal pantano della crisi. L’influenza sui mercati finanziari dei paesi che crescono (economicamente parlando) è notevolissima ed ormai tutto sembra appianato, basti pensare al debito americano detenuto in gran perte dalla Cina. In tempi recenti abbiamo poi sperimentato come all’improvviso queste questioni "alte" e lontane possano invece abbattersi sulla vita di tutti i giorni. Tuttavia non bisogna cadere nell’errore che queste questioni siano avulse dai problemi strettamente politici, congeniti dei paesi occidentali. È in atto una crisi della Politica. Chissà se la mediocrità di chi gestisce i processi decisionali in quest’epoca tanto cruciale sarà all’altezza di trovare il bandolo della matassa, scommettendo su nuovi equilibri in un nuovo B.W., riflettendo sul futuro e sul senso della persistenza delle organizzazioni internazionali, esposti sopra nel bell’articolo di L.D.

    Ciò che è chiaro è l’estremo bisogno di un repentino incontro, ma che sia finalmente un dialogo di spessore. Stop. Ragioniamo  
    E. Litinas
    • Di L.D. (---.---.---.87) 2 febbraio 2012 16:11

      è sempre piacevole conoscere ( virtualmente ) così gentili e educate persone e imbattersi in così propositive e astute osservazioni.

      Innanzitutto credo che lei possa convenire con me che il relativo declino degli USA non ha comportato lo sfacelo dell’ economia liberale mondiale e ciò ci permette di sostenere che una regolamentazione ( e noti bene, solo regolamentazione e assolutamente non "creazione" ) dell’ economia mondiale è possibile anche in assenza di una potenza fortemente egemone. 
      Ancora oggi, la regolamentazione dell’ economia sembra essere basata sugli sforzi cooperativi di Usa, Europa e Giappone e di quelle istituzioni, come l’ FMI e la Banca Mondiale, che proprio il sistema di Bretton Woods ha creato. Le potenze in ascesa hanno sicuramente uno sviluppo straordinario, sicuramente vedranno aumentare la loro influenza sia politica che economica che militare e quasi sicuramente scalzeranno dalle loro poltrone le maggiori potenze ora riconosciute; nonostante ciò, ancora oggi, a mio parere, vivono e godono dei benefici del sistema economico mondiale di stampo occidentale e poco vi partecipano in quanto a regolamentazione.
      Detto ciò, per rispondere alla sua domanda riguardo al ruolo di Cina, India, Brasile e Russia in una possibile Bretton Woods 2 mi auguro e ritengo auspicabile per tutti noi che si possa venire a formare una sorta di " concerto " di grandi potenze, simile a quello attualmente presente all’ ONU, che comprenda al suo interno anche le potenze in ascesa di Cina, India e Brasile.
      Mi rendo conto che un "concerto" di grandi potenze che, bene o male, decide quasi tutto non sia la rappresentazione ideale della democrazia che ci si augura vi sia anche in ambito economico ma credo sia il metodo migliore per assicurare stabilità a tutto il sistema e probabilmente l’ unico in grado di assumersi determinate responsabilità.
  • Di (---.---.---.161) 4 febbraio 2012 22:19

    Parlare di "concerto mondiale" porterebbe tutti gli stati a farsi la guerra per prevalere su un altro. Il mio ragionamento ricade su una questione morale dell’economia e del sistema mondiale. Come detto prima un sistema liberale ha bisogno di una potenza che si prenda la responsabilità e i doveri a trascinare le altre economie per rendere stabile e ricco il mercato globale. Gli USA, dopo la fine della seconda guerra mondiale,intraprese una azione che non si era mai fatta prima e che era ritenuta impraticabile: si prese le sue responsabilità di potenza ancora integra e finanziò tutti gli stati europei per la loro ricostruzione e risveglio economico. E’ da ricordare che il debito pubblico dell’europa era enorme, ma non era solo di capitali ma anche di persone e infrastrutture. La situazione poi dopo il "decennio di vera democrazia", dove il blocco occidentale dell’europa (ovvero il blocco più bellicoso della storia) si organizzò non più in un concerto ma in una comunità. Il passaggio non pacifico da concerto a comunità segnava un periodo di "storia comune" creando una costituzione legislativa quasi unica tra gli stati europei. La guerra aveva unito i paesi che si erano combattutti in tutti quei secoli. In questo decennio o quindicennio inizio una democratizzazione della maggior parte degli stati creando un principio di coesione politica. Breton woods servì prorpio come base per unire i leader europei ma sopratutto i mercati finanziari. Per regolare questi accordi si istituì un ente che è sovrannazionale e quindi non dovrebbe dipendere da politici di nessuno stato. La comunità europea è pure sovranazzionale anzi possiamo dire che è come "fonte primaria del diritto europeo" ma non ha una leadership definita e autonoma. Questo argomento è molto combattuto poichè una comuntà senza leader è persa ma chi potrebbe essere il leader? Non ci sarebbe conflitto di interessi per qualsiasi candidato? I parlamentari europei quanta autonomia politica possiedono in confronto alla prorpia nazione? Per tutti questi motivi si è scelto solo di introdurre una moneta europea senza nessun leader definito. Dopo tutta questa spiegazione (che è servita sopratutto... ho un esame a giorni!!) ci rendiamo conto che si sta parlando solo del passato o di aggiustare una cosa che è gia rotta e vecchia. Il sistema di breton woods o il capitalismo sono pensieri politici passati, basta pensare anche solo al cambiamento tecnologico e demografico avvenuti in questi 50 anni. Il sistema attuale per risanare questa crisi è di cercare di aggiustare la situazione economica senza farsi le domande che si sono fatte le persone che hanno creato questo capitalismo che ora in declino ma che è molto servito a noi occidentali. Il pensiero politico alla fine della seconda guerra mondiale era un atteggiamento di totale cambiamento dei vecchi meccanismi diventati obsoleti e distruttivi per gli europei sommati alla presa di cosienza del popolo che spingeva i politici a drastici cambiamenti. Si sono fatte modifiche e instaurato rapporti diplomatici mai pensati prima di allora. Il popolo ha gia fatto il suo passo, noi popolo stiamo scendendo in piazza a chiedere drastiche modifiche del sistema mondiale. Tocca ora ai politici che dovrebbero modificare questo sistema avendo come primo obbiettivo una storia comune: questa crisi e una coesione europea di 50 anni, come secondo obbiettivo il popolo. Questo sistema sta diventando distruttivo non si può più riparare ormai e tutto sfasciato si deve buttare.

    • Di (---.---.---.68) 6 febbraio 2012 14:14

      Riferendomi all’ ultimo commento che sinceraemnte mi sembra un po confuso vorrei chiedere all ’ultimo ragazzo allora a quale modello economico sociale e politico ci si debba riferire per il futuro.Inoltre vorrei sapere "il noi popolo che sta scendendo in piazza" a quale modello si ispira, secondo quali ideali e in che direzione.

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