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 Home page > Tribuna Libera > Le Quirinarie e la confusione a sinistra

Le Quirinarie e la confusione a sinistra

Sarebbe facile ironizzare su come sia andato nel pallone il blog di Grillo, ma soprattutto il sacro comandamento dei grillini sulla democraticità dello strumento della consultazione via web. Già in occasione delle parlamentarie, soprattutto a Roma, si è avuto di tutto e di più. Candidati che sono stati esclusi senza sapere perché e per come, ma in linea con i prerequisiti, voti mai resocontati, e altre inezie di questo genere. Ora ci si mettono anche le Quirinarie. Prima questo fantomatico attacco hacker davvero strano, senza che vi siano state rivendicazioni hacker, che è di per se cosa anomala. Ma, ripeto, è troppo facile fare ironie su questo.

Quello su cui mi voglio soffermare è sulla rosa dei candidati che i grillini hanno prescelto e sopratutto, due fra tutti: i nomi di Prodi e della Bonino.

Oh, è vero che come diceva un vecchio slogan di un vecchio saggio: "Le contraddizioni in seno al popolo", ma quello era un altro uomo, altri tempi e soprattutto altra ideologia, tutto questo condannato dai grillini.

Ed è altrettanto vero che, come ormai tutti condividono, il fenomeno grillino è un fenomeno che ha ramazzato di tutto e di più attraverso slogan tanto banali, generalisti e onnicomprensivi senza mai scendere nei contenuti, nello specifico, nel come, quando e chi, proprio perché se lo si fosse fatto avrebbe diviso ciò che lo slogan generico aveva accomunato.

Ma detto tutto questo, pur tuttavia, mi stupisce che ad alcune parole d'ordine o slogan anche nella loro generalità hanno fatto seguito contraddizioni cosi evidenti e palesi. E che diamine, almeno un po di coerenza e di "Nomina sunt consequentia rerum".

È noto ormai (a meno di una sconfessione dell'ultima ora da parte di Grillo che non ho sentito, sempre possibile per carità di dio!) il referendum sull'euro, chiarito dalla sua portavoce con il quale si voleva affermare che il popolo si doveva esprimere sulla politica europeista (e bla bla) e sulle loro note opposizione (fino a prova contraria) alla politica europeista.

Ma allora perché non dirlo così come lei ce l'ha chiarito? Come mai la nomination di Prodi, il padre di questa Europa e della necessità che venisse prima l'unita monetaria e poi quella politica? Dimenticanza? Ignoranza? Confusione? Intromissione di troll?

Ma non solo. Non si era detto (loro avevano detto) che tutti i politici dovevano andare a casa, e soprattutto il PD e tutti quelli che avevano fatto parte del PD (politica di ieri e rovina del Paese)? Che non ci si poteva fidare del PD e dei politici piddini? Cosa tra l'altro in molte parti vere. Ma Prodi allora che centra?

Ma passiamo ad altro e tra i papapibili c'è anche il prezzemolino buono per ogni stagione e per ogni occasione: "la Bonino". Anche qua vale il discorso fatto per i politici della passata era geologica vista dai grillini come fumo negli occhi (in verità non solo dai grillini, dai renziani per esempio). Ma la Bonino è dagli anni '70 che fa politica e politica nelle istituzioni, ha fatto di tutto, ha occupato posti di responsabilità mondiali ed europei, sempre dentro a di tutto e di più. E non sempre (quasi mai) nel senso a favore dei cittadini (popolo, gente, chiamateli come più vi aggrada), grande amica di Mario Monti, con il quale ha condiviso lunghi anni alla Commissione Europea (ecco che ritorna l'Europa e L'Euro), il penchant della Bonino per gli OGM, senza parlare dell'amore viscerale di questa per la TAV (sì, proprio quella per la quale hanno manifestato i grillini istituzionali, ma solo ultimamente).

Ma allora si tratta "delle contraddizioni in seno al popolo"? O delle diverse anime, dell'accozzaglia di umori, interessi, l'interclassismo, populismo (nel senso etimologco e politico del termine) del grillismo, lo stesso che lo farà implodere nel prossimo venturo?

Ma soprattutto come è pensabile, per i marxisti, vedere questo movimento come un'area interessante, portatrice di valori e di proposte (non slogan) condivisibili?

Non è che la febbre del grillismo ha preso e contagiato un po' tutti, dai piddini, ai renziani, fino all'estremismo di sinistra, nella loro forsennata ricerca di una strada che fosse una?

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.204) 16 aprile 2013 19:43

    Trio coatto >

    Berlusconi pretende un governo “paritetico” con il PD, anche se di durata contenuta. Non vuole sentire parlare di appoggio esterno ad un governo Bersani. Meglio andare subito ad elezioni.
    Grillo fa conto su un governo “inciucio” di B&B. Rifiuta il confronto con Bersani, a cominciare da una possibile convergenza di programma.
    Renzi, che sogna sempre una rivincita alle primarie, pur di “fare presto” e tornare al voto non disdegna la via del governo “di scopo”.

    Sono “posizioni” distanti e distinte.
    Eppure tutti e tre appaiono mossi da un unico intento.
    Evitare che Bersani possa dare visibilità e consistenza ad una sua formula di governo.

    Non è solo questione di contenuti, né c’è il timore di improbabili soluzioni salvifiche.
    La politica è da tempo in caduta e soffre di una profonda crisi di “credibilità”.
    Tutti e tre conoscono Bersani e quindi sanno con quale e quanta attenzione, equilibrio, coerenza, decisione e tempismo assolverebbe a siffatto incarico.

    Ecco il punto.
    Credibilità e fiducia sono un connubio inscindibile che è foriero di crescente consenso.
    Il tempo non cancella mai le Voci dentro l’Eclissi di uomini esempio di …

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