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 Home page > Attualità > Ambiente > Lago di Bolsena: lo scempio delle 22 torri eoliche di 130 metri

Lago di Bolsena: lo scempio delle 22 torri eoliche di 130 metri

Piansano (Vt): come previsto il ricorso del Comitato “No eolico” è (semi) fallito: delle 30 torri progettate se ne faranno 22. Ma altre 700 torri sono ancora in progetto (Tuscania, Canino, Cellere, Arlena di Castro, Tessennano). Cosa fare allora?
Di fronte a scempi del genere (in contrasto con le norme paesaggistiche di Comune, Provincia e Regione), il Ricorso Amministrativo (Tar, Consiglio di Stato, ecc.) deve essere l’ultima spiaggia: solo se ne è garantito il successo, solo dopo aver operato con altre tecniche di guerriglia ambientalista (il ricorso è sempre molto costoso e spesso pericoloso, ecc).
 
Molto meglio procedere con una semplice, ma efficacissima, lettera raccomandata ad personam (previa lunghissima ricerca di nomi, cognomi, indirizzi, normative, ecc.).
 
Così congegnata:
- a tutti i funzionari pubblici che devono approvare il progetto (sono circa una cinquantina fra Comune, Provincia, Regione, Autorità di Bacino, Soprintendenza Beni Ambientali, Soprintendenza Archeologica, ecc.);
- per conoscenza a Prefettura. Carabinieri, Camera di Commercio, Associazioni Economiche, ecc.;
- per conoscenza a stampa e tv, soprattutto locali;
- la lettera va firmata da tutte le associazioni ambientaliste, locali e nazionali;
- la lettera deve contenere, oltre a una sintetica descrizione dello scempio, l’elenco (dettagliato e con i relativi dati e riferimenti) di tutte le Leggi, europee, nazionali e regionali e di tutti Regolamenti e Normative violati dal progetto in atto.
 
Le esperienze degli ultimi 20 anni attestano che una strategia del genere funziona benissimo perché spesso sarà santa burocrazia a bloccare il progett.
Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di Sandro kensan (---.---.---.123) 17 ottobre 2011 14:08
    Sandro kensan

    Ma visto che queste pale eoliche fanno la ricchezza del paese non sarebbe meglio favorirle che osteggiarle? non sarebbe meglio opporsi alle nuove strade e alle nuove costruzioni che sono uno scempio del paesaggio e della natura?

  • Di Renzo Riva (---.---.---.167) 21 ottobre 2011 01:19
    Renzo Riva

    Tempi duri per le rinnovabili e alla mercé della Francia

    Di seguito la risposta dell’ Acquirente Unico ai reclami.
    .
    PROCEDURA DI PRESENTAZIONE RECLAMI, ISTANZE E SEGNALAZIONI ALLO SPORTELLO PER IL CONSUMATORE DI ENERGIA


    RECLAMI DEI PRODUTTORI

    Attualmente lo Sportello non valuta i reclami dei produttori di energia elettrica (ad esempio: connessioni di impianti fotovoltaici o simili, problematiche relative allo scambio sul posto o al conto energia).
    .
    Pertanto è inutile inviare reclami; non pagano!

    Altra notizia negativa

    http://rassegna.governo.it/testo.as...

    Da "IL SOLE 24 ORE" di mercoledì 12 ottobre 2011
    ,a Colloquio risolutivo tra il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, e il numero uno di Edf, Henri Proglio

    libera E •san via allo spezzatino

    Raggiunto l`accordo politico - Si tratta sulla put o sulla valorizzazione degli asset

    Cheo Condina

    Il Governo italiano sblocca il riassetto di Edison. Dopo una cena informale, avvenuta settimana scorsa a Roma, ieri è intercorsa la telefonata risolutiva tra il ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, e il numero uno di Edf, Henri Proglio, che ha sancito, come rivelato dall`agenzia Radiocor, il via libera all`operazione sullo schema di marzo. Quest`ultimo, bocciato la scorsa primavera dal ministro Giulio Tremonti in difesa dell`italianità, prevede lo spezzatino della ex genco Edipower e la scissioneproporzionalediTransalpina di Energia (la holding italofrancese che controlla il 61% di Edison) con Edf destinata a salire sopra il5o% di Foro Buonaparte.

    Ora scatta la volata finale per chiudere le trattative entro la scadenza dei patti fissata al 31 ottobre ma la sensazione, questa volta, è che l`accordo sia davvero a portata di mano. Certo, resta da definire lo sno do più critico del riassetto, quello dell`eventuale put a tre anni per

    la holding italianaDehni, che avalle del riassetto resterebbe col 30% del capitale di Foro Buonaparte. Su questo punto, Romani ha lasciato autonomia negoziale a Edf e A2A, chiedendo ai francesi di assicurare alla cordata tricolore un`uscita onorevole (che sia in denaro, in asset o mista) e soprattutto accettabile in termini di minusvalenze potenziali per i Comuni di Milano e di Brescia, soci di maggioranza di A2A.

    Ma anche sulla cosiddetta way out chi segue da vicino la trattativa si diceottimista sullapossibilità di mettere nero su bianco una soluzione condivisa in tempi rapidi.
    In realtà i negoziati erano entrati in dirittura d`arrivo da almeno due settimane con contatti eincontri quotidiani tra A2A, assistita dall`advisor Mediobanca e rappresentata dal direttore generale Renato Ravanelli, e i francesi di Edf Ora che c`è anche l`avallo politico (considerato necessario da Parigi) si potrà dare il colpo di reni finale.
    Sulla put tutte le opzioni restano aperte. Dalla semplice uscita a tre

    anni (con gli italiani che vorrebbero però una garanzia sulla valutazione a fairvalue ditutto ilpacchetto del3o% di Edison) alla possibile uscita attraverso un conferimento degli asset rinnovabili di Edison (valutati fino a 8oo milioni) e un conguaglio cash, fino all`ipotesi estrema, ma non certo peregrina, di un`uscita immediata per cassa.

    In tutti e tre gli scenari il tema più spinoso è tuttavia lo stesso: la valutazione di Foro Buonaparte, che oggiinBorsa vale o,9 europer azione ma sia italiani che francesi hanno in carico a i,5 euro. A2A punta a ottenere 1,5 euro tra tre anni, Edf (facendosi forte di un report di Bnp Paribas che la valuta addirittura 0,56 euro) non offrirebbe più di o,9 curo. Il numero giusto (del quale Consob terrà conto per stabilire il prezzo dell`Opa obbligatoria di Edf), come spesso accade, potrebbe essere nel mezzo. «Anche se proprio su questo fronte - sottolinea una fonte molto vicina agli azionisti di maggioranza di A2A ci saremmo aspettati un sostegno

    più concreto daparte diRoman ».

    Sullo spezzatino di Edipower, la

    ex genco che ha come soci Edison (5o%), A2A e Alpiq (20% a testa) e l:ren(lo%) e che detiene7.6ooMW di capacità installata, i giochi sembrano più definiti e rispetteranno grosso modo gli accordi di marzo.

    Foro Buonaparte rileveràle centraliagas di Sermide e Chivasso, mentre Alpiq (socio al 20%) avrà un altro ciclo combinato (Turbigo oPiacenza) oltre a un minor carico di debito.
    Qualche incertezza resta sulle sorti dei tre nuclei idroelettrici Inizialmente ad AiA erano destinati i due più grossi (Udine e Valchiavenna) e a Edison ilpiù piccolo (Tusciano), ma le forti critiche dilren (che controlla il lo% di Edipower) e le ambizioni diEdisonper l`impianto friulano potrebbero rimescolare le carte in extremis. «Per ora resta valido lo spacchettamento di marzo conclude una fonte - e trovare la quadra senza scombinarlo non sarà difficile: Iren gradirebbe anche, per competenza territoriale, il ciclo combinato di Piacenza».
  • Di (---.---.---.93) 1 settembre 2013 23:09

    DI sicuro siete le stesse persone che poi STRILLANO quando aumentano le bollette, ancora non avete capito che i combustibili fossili sono destinati a terminare, tutta l’energia che dipende da loro costerà sempre di più a partire dai carburanti.

    Se si punta alle rinnovabili come l’eolico è proprio perchè stiamo andando incontro al collasso energetico (senza pensare minimamente a quello ambientale), importiamo l’energia elettrica dall’estero (vedi blackout nazionale del 2003), siamo schiavi degli altri e non solo in termini di economia.
    Siete semplicemente tarlati mentali, informatevi prima di scrivere certe sciocchezze!!

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