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La vera Democrazia inizia con la riforma dell ’art. 92 della Costituzione

Siamo all’ennesimo esempio di governo che, invece di mettere in atto politiche nazionali in grado di sostenere il rilancio dell’economia interna del paese, con conseguenti reazioni positive nella quotidianità di milioni di famiglie italiane, non fa che depredare diritti civili, contrabbandandoli per “eccezionali riforme del sistema Italia”.

Solo chi non ha alcuna intenzione di vedere, leggere e udire, può non accorgersi di quanto stia accadendo. L’attuale governo poi, ha tutti i sintomi del mal governo, arrivando anche al palesarsi di inciuci pre-nomina di Matteo Renzi a premier, dopo la pubblicazione delle intercettazioni telefoniche che stiamo diffondendo in queste ore, e che spiegano con molta chiarezza i giochi di potere che sono alla base di un sistema politico che non si fonda certo sulla trasparenza.

Il Partito Democratico ha chiarito coi fatti che di “democratico” in Italia esiste solo il termine che compare nel logo del partito. Ogni azione, ogni decisione, ogni legge partoriti da questo governo, sono l’ostentazione di una volontà ferrea ad abbattere quanto più possibile, il criterio di Democrazia e Diritti umani.

Come diceva Montanelli: “La Sinistra ama talmente i poveri che ad ogni governo li triplica”. Renzi è la ciliegia sulla torta di questo criterio. Non lui ma tutto ciò che gli ruota intorno e che muove i suoi fili. I veri potenti, quelli che non compaiono mai in tv ma decidono le sorti di ogni singolo cittadino comune.

In questo periodo, sono molte le persone che si chiedono “Chi ci toccherà dopo Renzi”? Basta fare un giro sui Social Network per verificare come questo sia un pensiero ricorrente del cittadino italiano medio.

A mio avviso, la domanda da porsi sarebbe un’altra: come evitare che ci facciano nuovamente subire un premier nominato dal Presidente della Repubblica del momento e quindi, non avere alcuna voce in capitolo nella scelta del Presidente del Consiglio?

La risposta la trovate nell’art. 92 della nostra Costituzione, o meglio: la trovereste nella riforma di questo articolo, che attualmente recita:

“Il Governo della Repubblica è composto del Presidente del Consiglio e dei ministri, che costituiscono insieme il Consiglio dei ministri.

Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri”.

Molti italiani pensano che il Presidente del Consiglio venga “eletto” dai cittadini, e fanno un errore sostanziale, in quanto – semmai – viene nominato dal Presidente un politico che dovrebbe essere fra i più votati dai cittadini e questo potrebbe in qualche modo determinare una sorta di criterio democratico, ma così non è.

La nomina avviene su disposizione del Presidente della Repubblica che non valuta certamente le percentuali più o meno reali di affezione dell’elettorato a un politico piuttosto che a un altro. Non possiamo poi dimenticare gli scandali legati alle "primarie" del Partito Democratico, con le migliaia di voti prodotti da extracomunitari pagati pochi euro per adempiere a un compito che nemmeno capivano...

Sono decisioni prese a tavolino e sempre per mettere in atto un disegno politicoche ha un quadro molto più grande alle spalle e che parla di politica nazionale e internazionale. Se pensate che la nomina del nostro Presidente del Consiglio sia solo un affare nazionale, vi sbagliate di grosso.

Ogni decisione importante per una nazione, passa al vaglio della politica internazionale. Europea in primis nel nostro caso, ma anche internazionale. Troppiinteressi scorrono attraverso la geopolitica, termine oggi molto in uso fra i politicanti nazionali.

Un termine che ha molti significati e che ancor oggi non ha una determinazione assoluta. Yves Lacoste, geografo francese esperto di problemi del Terzo Mondo e di geopolitica, ci da questa interpretazione: "Viene considerata geopolitica quella situazione nella quale due o più attori politici si contendono un territorio. In questo contendere, le popolazioni che abitano il territorio conteso, o che sono rappresentate dagli attori che se lo contendono, devono essere coinvolte in questo conflitto attraverso l'uso degli strumenti di comunicazione di massa". (Fonte Wikipedia)

Credo sia la definizione più pertinente del termine.

Tornando all’art. 92 della nostra Costituzione, solo una sua completa riformaridarebbe sovranità al popolo italiano. Se solo si permettesse alla popolazione di scegliere il massimo rappresentante politico del territorio in cui vive, ecco che si porrebbe il primo passo nel percorso di realizzazione di un sistema realmente basato sui criteri della Democrazia.

Invece, stanno attuando riforme costituzionali laddove esse giovano solo a mietere vittime civili, privandole per sempre delle fondamentali regole di Diritto inalienabile nei confronti degli esseri umani.

Il problema di fondo, è che la maggior parte dei cittadini italiani continua a considerare “normale” il fatto che le scelte importanti per la nazione, e di conseguenza per la vita dei cittadini, vengano prese senza alcuna partecipazione civile. Salvo poi imprecare ogni qualvolta queste imposizioni si abbattono sullo stato di benessere generale del paese.

Fondamentale sarebbe l’azione collettiva popolare su un tema del genere, eppure pochi si rendono conto dell’importanza di questi criteri che dovrebbero davvero portare la gente nelle piazze a manifestare scontento e a chiedere fermamente una revisione di tutte le norme che, di fatto, impediscono la realizzazione della Democrazia che, solo sulla carta, è il regime scelto dalla nostra Repubblica.

Purtroppo, bisogna ancora una volta considerare che uno dei più grandi successi dei governi degli ultimi decenni, è l’abbattimento metodico del livello culturalenazionale, operato chirurgicamente attraverso azioni sempre più mirate e precise.

Tutto ciò, sta dando i suoi frutti: la maggior parte degli italiani continuano a pensare di non aver diritto ad aver voce in capitolo sulla propria esistenza. Si lamentano, ma seguono gli ordini e le imposizioni. Spesso è inutile persino tentare di spiegare.

 

Foto: Palazzo Chigi/Flickr

Questo articolo è stato pubblicato qui

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