• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Politica > La maledizione del superlativo

La maledizione del superlativo

A noi, immersi nel “clima d’odio”, nei “dossieraggi“, nel “metodo-Boffo. Nel mare in cui la giustizia intesse trame per “rovesciare la volontà popolare“, l’inchiostro diventa “fango” e i bit le armi dei “pericolosi sovversivi” del nuovo millennio. A noi, abitanti del pianeta “eversione”, dove le Istituzioni sono un ostacolo alla democrazia, dove un leader può essere definito “Nerone” e allo stesso tempo dichiararsi impotente. Dove si è talmente abituati a insulti, bestemmie di Stato e bassezze lessicali da emendarle con un “pranzo della pace” che quasi finisce a botte. Dove chi viene cacciato “ha deciso di andarsene”. Dove chi dissente odia e chi odia è necessariamente violento. A noi che confondiamo impunità e garantismo, procure e quotidiani, maggioranza e opposizione, fischi e pallottole.

 

A tutti noi, italiani del 2010, farebbe bene ricordare che un popolo che disgiunge il linguaggio dal suo significato è un popolo a rischio. Perché a furia di convivere con parole che non significano più nulla si finisce per abitarlo, il nulla. Come ammonisce il filologo Viktor Klemperer, una lingua vuota «Non la si parla impunemente, si finisce per assimilarla, per vivere secondo il suo modello». E non solo quando, come Klemperer, si prova sulla pelle la cieca assolutezza di un regime totalitario: «La distorsione dei significati», riassume Enzo Golino, «sfruttando dolorosamente la naturale disponibilità delle parole, avviene anche in maniera spontanea quando si interiorizzano gli schemi di un pensiero malsano che si ispira alla violenza e la ispira». Cioè anche quando, ad esempio, si parla di un presidente del Consiglio democraticamente eletto come di uno «stupratore della democrazia» e, allo stesso tempo, quando un presidente della Repubblica, agitando la Costituzione, viene accusato di tradirla. Mentre nel mezzo volano quotidianamente gli stracci.

A noi tutti, dunque, giova riascoltare il monito di Klemperer, con cui Golino chiude la nuova edizione del suo magnifico saggio “Parola di Duce“:

Certo, la millanteria e la menzogna finiscono [...] per essere riconosciute come tali. [...] Ma una cosa è altrettanto certa: la propaganda riconosciuta come millanteria e menzogna ha tuttavia effetto se si ha la faccia tosta di continuare a sostenerla imperturbati; quindi la maledizione del superlativo non è sempre autodistruzione, bensì abbastanza spesso distruzione dell’intelletto che le si oppone“.

E dalle nostre parti se qualcosa manca non sono certo menzogne e facce toste che le sostengano imperturbate.

Commenti all'articolo

  • Di alessandro tantussi (---.---.---.156) 10 ottobre 2010 11:42
    alessandro tantussi

    mi piace l’articolo, e l’ho votato, ma non condivido la tesi. Il fatto è che non esiste una formula matematica per definire ciò che sia dossieraggio e ciò che non lo sia. Non esiste nemmeno modo di stabilire se chi produce l’indagine giornalistica sia in buona fede o no. Salvo il fatto acclarato di clamorose deformazioni della realtà, ma davvero proprio clamorose, io sono per la la libertà di scrivere. La garanzia della verità è data dal fatto che esista una stampa alternativa a quella che scrive il dossier, una stampa che tenta di smontare la tesi avversaria e quindi di sconfessare il dossier, per lo più non cè bisogno dei carabinieri. Se il dossier non viene demolito il dubbio resterà, ma se viene demolito ope legis resta il dubbio della prevaricazione. Il confronto, magari pure lo scontro, questa è la garanzia contro il dilagare del letame sparso in modo consapevole circa il fatto che si tratti solo di letame. Che il mondo non sia rose e fiori è una gran bella verità, ma così è. E forse non è neppure un male. Mi viene in mente una vecchia canzone di de André: dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior. E pensare che quelle parole, quando furono scritte sembravano perfino forti ed ora sembrano un pò sdolcinate. Pesi e contrappersi, tesi ed antitesi, con la speranza di trovare la miglior sintesi possibile senza l’intervento della magistratura, che nessuno garantisce sia adamantina. Ecco che i dossier, per me, dovrebbero essere definiti semplicemente inchieste. Anche quando mi fanno incazzare. 

  • Di pv21 (---.---.---.201) 10 ottobre 2010 13:01

    Berlusconi ora afferma: “Se la nostra politica non ha entusiasmato è colpa del partito, non del governo”. Da quando esiste un PDL senza SB come leader indiscusso? Da tempo il Cavaliere non si fa vedere a Napoli, Aquila e Messina. Non si è visto nè a Prato, nè a Varazze. Non c’è più il “governo del fare”? Promette però che: "nel 2013 l’Italia sarà più liberale”. La ricerca del Consenso Surrogato di chi cede alla fascinazione mediatica non dissolverà le "nebbie" autunnali di quella crisi (ex-ripresa) che da mesi grava sul paese come Se fosse stagnazione ...

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares