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La commune de Paris. 1871 - 2011

Il collettivo francese di artisti anonimi Raspou Team si rimette all'opera e scatena la rivolta e l'insurrezione sui muri e per le vie di Parigi. E ci dice che la Comune di 140 anni fa, le sue idee e i comunardi, non sono mai morti e che una volta la Ville Lumière aveva un popolo padrone della strada. 

Il 18 marzo del 1871, in cima all’Hotel de Ville di Parigi, sventolava una bandiera rossa. Nasceva la Commune de Paris, primo governo del popolo della storia. “Parigi operaia, con la sua Comune, sarà celebrata in eterno, come l’araldo glorioso di una nuova società”, diceva Karl Marx. E nel 2011, a 140 anni dai fasti e dalle disfatte dei comunardi, a Parigi rispuntano i volti fieri dei proletari, il cipiglio orgoglioso dei rivoltosi, il grido di protesta delle baionette alzate. All’ombra dell’obelisco di Place de la Concorde, sotto lo sguardo dell’angelo d’oro di Place de la Bastille risorge la Comune al grido di “Vive le peuple de Parisgrazie al progetto del collettivo Raspou Team. Sulla collina di Montmartre o lungo la rue d’Aboukir, in ogni luogo dove si è incendiata la rivolta dei comunardi, un’immagine d’altri tempi ci riporta indietro di 140 anni. Ma il racconto non si esaurisce nel tempo di un ricordo. Accanto ad ogni fotografia, una piccola placca in ceramica, con un codice QR, collega direttamente l’istantanea alla storia.

Fotografando il codice con un telefonino, si arriva sulle pagine on-line del “Journal illustré de la Commune de Paris”, voce del progetto, a metà tra agit-prop e web-documentario. Gli articoli, 45 in tutto, narrano l’avvenimento come se la battaglia si infiammasse nel momento stesso della cronaca. L’obiettivo è quello di raccontare una rivoluzione accesasi 140 anni fa in tempo reale, ma con gli strumenti informatici e gli infiniti supporti multimediali dell’era web 2.0. La Storia si mescola all’attualità, la tecnologia fruga negli archivi del passato nazionale e racconta memorie nello schermo di uno smartphone. I secoli si incrociano e il tempo si mescola allo spazio. L’informazione e l’arte sfruttano ogni supporto possibile. Dalla fotografia al video alle parole. Alla radio. Dal 18 marzo, infatti, sulle onde di FPP, Fréquence Paris Plurielle, ogni settimana c'era il racconto, “in diretta”, degli avvenimenti salienti della settimana dei comunardi.

Un inno alla libertà d’espressione e all’uso democratico di ogni mezzo di informazione. Un invito alla sperimentazione e a servirsi di tutto quello che internet ci ha messo a disposizione. Le foto sono incollate alla vecchia maniera sui muri della città. Il giornale è in open source. E il codice QR si ricava da appositi generatori gratuiti su internet.

E se le barricate, i fucili, le bandiere rosse sventolavano per la libertà del proletariato, la lotta per la libertà del collettivo Raspou Team, tre giovani, e anonimi, artisti, è contro il “flicage” sistematico e contro il monopolio dello spazio pubblico. Le strade, i muri sono lo spazio della libertà e della condivisione. È proprio in nome di questo principio che la street art è proibita e considerata reato. Ma gli stessi muri e le stesse strade sono date via al primo acquirente, vendute come spazio pubblicitario o di propaganda politica.

Non lasciare ai “vendeurs de lessive” (venditori di detersivi, ndr) ogni centimetro quadro della città e l’infinito spazio del web. Riappropriarsi degli strumenti narrativi e dell’arte del racconto attraverso le parole e le immagini. Questa l’idea di fondo.

Il progetto sulla Comune di Parigi sboccia dal primo lavoro del collettivo, Désordres Publiques. Realizzato con lo stesso principio del codice QR, l’opera prima del Raspou team metteva in scena, attraverso 20 placche in ceramica disseminate per la capitale, un panorama completo dei disordini, delle rivolte, dei moti che avevano agitato Parigi in epoche differenti, dal maggio del ’68 all’Esposizione Coloniale. Con la Comune di Parigi, il Raspou Team fa un passo in avanti e lega lo spazio al tempo. Le foto e gli articoli sono comparsi il giorno esatto in cui si verificò l’avvenimento che raccontano.

L’obiettivo è quello di trasmettere la memoria della rivoluzione lì dove la libertà stessa sembra ridursi ogni giorno di più: nello spazio pubblico. E insieme al racconto dell’evento, rigorosamente al presente storico, anche video, immagini, contenuti multimediali e il fascino di essersi affacciati improvvisamente su un passato che ritorna.

 

Qui il link al sito del collettivo e qui direttamente la mappa di ogni street art nascosta nelle vie di Parigi. 

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