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 Home page > Attualità > Politica > La candidatura di Renzi e l’ostracismo del Pd

La candidatura di Renzi e l’ostracismo del Pd

I principi democratici servono se sono clava per i nemici. L’ostracismo della nomenclatura Pd contro Renzi rivela ancora una volta come la difesa della democrazia sia solo finzione. 

Da vent'anni la sinistra accusa giustamente Berlusconi di confezionare leggi per tutelare esclusivamente i propri interessi.

Ciò che sta avvenendo all'interno del Pd sulla questione delle regole da adottare per l'elezione del segretario e del candidato alla premiership del Paese dimostra come i censori della politica berlusconiana non fossero affatto animati dall'indignazione per la democrazia violata e conculcata.

Gli oligarchi, sempre gli stessi, del Pci-Pds-Ds-Pd che ieri si stracciavano le vesti per le famigerate leggi ad personam berlusconiane sono oggi in prima fila nel definire un'architettura di regole barocca che ha, cosa evidente a tutti, come unico obiettivo quello di fare fuori una sola persona, il sindaco di Firenze (le cui qualità politiche possono essere variamente giudicate, ma questa è un'altra questione).

Il fatto che lo stesso gruppo di potere passi disinvoltamente dalla condanna della legislazione ad personam all'invocazione della regolamentazione contra personam mostra ancora una volta alla luce meridiana come quasi sempre l'appello alla salvaguardia dei principi democratici sia nella lotta tra élite politiche finzione, velo, cortina fumogena per occultare il ben più prosaico, meno edificante ed unico fine perseguito da quelle élite; il conseguimento del potere o la sua perpetuazione.

 

Foto: European University Institute/Flickr

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.126) 29 luglio 2013 14:30

    ricordo che renzi è quello che ha perso le primarie contro bersani, e che non c’è nessun segno concreto che egli sia il nuovo che avanza o che possa sconfiggere qualcuno alle elezioni.

    le primarie finora hanno eletto capi traditi dal loro stesso partito, il pd, che nel frattempo è esploso. e non saranno gli elettori di centrodestra che dicono di volere votare renzi (ma poi votano berlusconi come hanno sempre fatto) a cambiare le cose
  • Di paolo (---.---.---.146) 29 luglio 2013 19:13

    Premesso che credo siano ormai note le mie scarsissime simpatie per il PD , non riesco francamente a capire dove e in cosa consista l’ostracismo nei confronti di Renzi .

    Primo ,il segretariodi un partito deve essere scelto da chi vive , milita o è iscritto al partito .Punto.

    Secondo ,il segretario è il candidato naturale all’elezione come premier ,ciò non vieta tuttavia la partecipazione di altri soggetti alternativi purché l’elezione avvenga con primarie aperte soltanto a chi milita nel partito .Altrimenti sarebbe sufficiente a forze estranee o antagoniste organizzarsi per far eleggere colui che ritengono più conveniente per loro . E’ come se il capo di una azienda venisse eletto da una azienda concorrente ,è pura follia.
    Quello che pretende Renzi ,cantore logorroico e immaginifico che ha zero possibilità di essere rieletto sindaco di Firenze , è un assurdo che non esiste a livello planetario.

    Ma de che persecuzione stai a di’ ? (in romanesco) .

    • Di (---.---.---.185) 1 agosto 2013 14:48

      Per quanto mi riguarda non troverei nulla di scandaloso nell’eliminazione delle primarie aperte agli esterni per l’elezione del segretario di un partito.

      Detto questo, se nessun esterno può pretendere di partecipare alla vita interna di un partito, è pur vero che un partito, nella sua autonomia, può però decidere di far partecipare gli esterni alla sua vita interna e quindi anche alle sue primarie (per varie ragioni, perché crede così, a torto o ragione, di allargare i consensi o più semplicemente per rimpinguare le casse con la richiesta di un obolo).

      Che poi ci sia il rischio che gli elettori dei partiti dello schieramento A, approfittando delle primarie aperte, eleggano il leader di un partito dello schieramento B e addirittura il candidato premier dello stesso schieramento B, beh, questo è innegabile, anche se fino adesso questo rischio è stato sventato (anche in questo caso se un partito ritiene che il rischio di ’entrismo’ sia più basso della probabilità di allargare i consensi concedendo il diritto di voto anche ai non iscritti, non vedo perché tale diritto esso non dovrebbe poter riconoscere).

      Ma il punto che volevo toccare nel mio intervento è un altro.

      Le primarie che hanno eletto Bersani segretario del Pd nel 2009 non hanno coinvolto solo gli iscritti. Ora, i dirigenti del Pd che (e non sono pochi), pur nulla avendo obiettato su quel tipo di meccanismo, oggi lo contestano solo perché, è mia convinzione, potrebbe portare all’elezione di una persona sgradita danno prova, a mio avviso, di disonestà intellettuale e di come siano intenzionati a difendere la validità delle regole solo fino a quando queste possano garantire esiti a loro favorevoli.


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