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Commento di

su La candidatura di Renzi e l'ostracismo del Pd


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1 agosto 2013 14:48

Per quanto mi riguarda non troverei nulla di scandaloso nell’eliminazione delle primarie aperte agli esterni per l’elezione del segretario di un partito.

Detto questo, se nessun esterno può pretendere di partecipare alla vita interna di un partito, è pur vero che un partito, nella sua autonomia, può però decidere di far partecipare gli esterni alla sua vita interna e quindi anche alle sue primarie (per varie ragioni, perché crede così, a torto o ragione, di allargare i consensi o più semplicemente per rimpinguare le casse con la richiesta di un obolo).

Che poi ci sia il rischio che gli elettori dei partiti dello schieramento A, approfittando delle primarie aperte, eleggano il leader di un partito dello schieramento B e addirittura il candidato premier dello stesso schieramento B, beh, questo è innegabile, anche se fino adesso questo rischio è stato sventato (anche in questo caso se un partito ritiene che il rischio di ’entrismo’ sia più basso della probabilità di allargare i consensi concedendo il diritto di voto anche ai non iscritti, non vedo perché tale diritto esso non dovrebbe poter riconoscere).

Ma il punto che volevo toccare nel mio intervento è un altro.

Le primarie che hanno eletto Bersani segretario del Pd nel 2009 non hanno coinvolto solo gli iscritti. Ora, i dirigenti del Pd che (e non sono pochi), pur nulla avendo obiettato su quel tipo di meccanismo, oggi lo contestano solo perché, è mia convinzione, potrebbe portare all’elezione di una persona sgradita danno prova, a mio avviso, di disonestà intellettuale e di come siano intenzionati a difendere la validità delle regole solo fino a quando queste possano garantire esiti a loro favorevoli.



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