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 Home page > Tribuna Libera > Alessandro Orsini e la gogna dell’Accademia

Alessandro Orsini e la gogna dell’Accademia

Della ridda di anatemi di cui è stato fatto segno il collega Alessandro Orsini, vorrei richiamare l'attenzione solo su alcuni perché provengono da istituzioni e persone che la libertà di ricerca, pensiero ed espressione dovrebbero difendere sotto il profilo istituzionale e deontologico. 

La "Libera Università Internazionale degli Studi Sociali Guido Carli" (LUISS) ha diramato giorni fa una nota ufficiale in cui, con riferimento esplicito a Orsini, che in quell'ateneo insegna, si legge come essa reputi "fondamentale che soprattutto chi ha responsabilità di centri di eccellenza come l’Osservatorio sulla Sicurezza Internazionale debba attenersi al rigore scientifico dei fatti e dell’evidenza storica, senza lasciar spazio a pareri di carattere personale che possano inficiare valore, patrimonio di conoscenza e reputazione dell’intero ateneo".

Lascia veramente attoniti la circostanza che tale nota, che spicca per rozzezza e assenza di consapevolezza dei doveri che presiedono all'indagine scientifica, sia stata pensata, formulata e veicolata da un consesso scientifico.

Quali sarebbero i fatti e le evidenze cui allude questo penoso documento? Di tutta evidenza, l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia. Ora, mi domando, vi è forse un solo essere umano sulla faccia della terra e che abbia accesso a un qualunque mezzo d'informazione, compreso quindi ovviamente il professore Orsini, che non sia al corrente di tale fatto? Perché, questa, difatti, è l'unica evidenza circa il conflitto russo-ucraino. Tutto il resto, cause più o meno prossime, azioni da intraprendere, sviluppi, possibili esiti e conseguenze della guerra, non può che appartenere proprio alla sfera di quei "pareri di carattere personale" di cui sopra, che ogni studioso, forte dei suoi studi pregressi, va maturando e maturerà in scienza e coscienza.

Non meno sconcertante è stata la presa di posizione del deputato e docente di Storia contemporanea, Andrea Romano, che ha definito "inaccettabile" non che un ospite di una trasmissione su un canale della televisione pubblica percepisse un compenso, ma che lo percepisse proprio Orsini, derubricato a "pifferaio della propaganda di Putin", per poi presentare a tal riguardo un'interrogazione alla Commissione Parlamentare di Vigilanza.

Le valutazioni di Orsini, come quelle di qualsiasi persona, possono, ça va sans dire, essere condivise o meno. Che richieste, poi, di ostracismi, censure e messe al bando popolino la mefitica palude dei social è prassi alla quale oramai abbiamo fatto tutti il callo; che questi miasmi, però, vengano propalati da chi per l'abito scientifico che veste dovrebbe aborrire la gogna è cosa alla quale, forse ingenuamente, non vorrei abituarmi.

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