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La Thatcher e l’involuzione dello Stato Sociale

Lunedì, all’età di 87 anni si è spenta Margaret Thatcher che è stata dal 1979 al 1990 primo ministro del governo conservatore inglese. Sicuramente rappresenta il simbolo della politica neoliberale che, insieme allo statunitense Ronald Reagan, ha contrassegnato una svolta epocale nella politica economica internazionale degli ultimi decenni del Novecento. Ricordiamo brevemente che già agli inizi degli anni Settanta la crisi petrolifera, la contrazione naturale della produzione e l’aumento della disoccupazione con il connesso aumento della spesa pubblica avevano provocato ampi deficit nei bilanci di molti Stati in Europa e negli Stati Uniti.

La Thatcher con il suo determinismo conservatore portò indietro la concezione dello Stato, riducendone gli interventi e liberalizzando ancor di più gli spazi di manovra delle imprese, prima produttive e poi favorendo la deregolarizzarione di quelle finanziare, creando i presupposti di ciò che oggi chiamiamo il “finanzcapitalismo”, che ha prodotto la terza fase del capitalismo e cioè quell’economia, fatta dalle borse azionarie di tutto il mondo, dove è il denaro a produrre altro denaro, svincolando l’economia stessa dal suo elemento naturale che è rappresentato dalla produzione delle merci.

In correlazione alle liberalizzazioni, le privatizzazioni, ovvero la devoluzione di tanti organismi pubblici statali (sanità, istruzione, trasporti ecc) alle gestione dei privati, hanno progressivamente demolito lo “Stato Sociale” in gran parte del mondo democratico sostenendo sempre di meno le fasce più deboli della nostra società.

La Thatcher e l’insieme del sistema neoliberale sono stati coerenti con il loro tradizionale credo ideologico, non per nulla si definiscono conservatori, anche se nelle politica nostrana vengono abilmente camuffati per moderati, mascherando le scelte di fondo sul piano economico con qualche trovata populista in occasione di ogni campagna elettorale. Quello che si comprende di meno è la coerenza di diversi movimenti politici d’ispirazione cristiana o socialdemocratica, che negli ultimi decenni rincorrono le politiche neoliberali come storicamente hanno fatto i partiti del centrodestra di mezza Europa. Misteri della coerenza politica e naturalmente della logica!

Comunque, nel riconoscere la grandezza politica della signora Thatcher, non nascondiamo - di fronte alla sua dipartita - l’avversione per il suo modello economico che ha prodotto senza ombra di dubbio tutte le crisi finanziarie che dal 2007 stanno strangolando sempre di più il mondo intero, mentre i nostri “strillozzi” nazionali continuano con i sofismi politici, senza giungere a decisioni condivisibili.

 

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