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La Germania inizia a ritirare il suo oro

La Germania ha la seconda riserva aurea del pianeta, con circa 3.400 tonnellate d’oro. Di questa quantità solo il 31% è conservato a Francoforte, mentre il restante 45% è negli Stati Uniti, il 13% in Francia e l’11% nel Regno Unito. Ora, secondo le indiscrezioni del tedesco Handelsblatt, la Bundesbank ha deciso di iniziare a rimpatriare una parte dell’oro conservato dalla FED e anche di quello depositato a Parigi, per testare l’autenticità dei lingotti d’oro che verranno consegnati. Inoltre, la testata tedesca sottolinea come la distribuzione di oro tedesco fuori dalla Germania sta per cambiare, quindi la prossima settimana inizierà il rimpatrio parziale dell’oro tedesco e poi gradualmente la quota da rimpatriare incrementerà.

Questo è veramente un cambiamento di grandissima importanza perché simboleggia come la fiducia tra le banche centrali sia venuta meno. Ora la questione si complica se si pensa che la Bundesbank a novembre dichiarò questa faccenda della corsa al rimpatrio di oro inutile e che non voleva assolutamente ritirare parte delle sue riserve. Quindi cosa vorrà significare questo improvviso cambiamento? Preoccupazione per la fiducia e credibilità del governo e della banca centrale statunitense?

La FED comunque aveva già avvertito che non fosse importante se ci fosse oro fisico o solo oro cartaceo, perché la cosa fondamentale era la dichiarazione del deposito dei lingotti, non se i lingotti ci fossero o meno. Molti hanno sollevato forti dubbi che esistessero effettivamente queste riserve di oro nella Federal Reserve, alcuni ipotizzano addirittura la falsificazione con lingotti di tungsteno. Interessante sarà la reazione degli USA a questa corsa all’oro da parte della banca centrale tedesca, perché non sta chiedendo il ritiro del suo oro Chavez o qualche dittatore di secondo piano, ma lo sta chiedendo la quarta potenza economica mondiale e la seconda maggiore riserva di oro al mondo.

Se si verificasse l’impossibilità di restituire l’oro alla Germania, la fiducia nella Federal Reserve da parte di tutto il mondo crollerebbe con conseguenze devastanti anche per la fiducia nel dollaro americano. Se la notizia sarà confermata, si tratterà di un’ulteriore bomba ad orologeria per Washington già alle prese con l’avvicinarsi inesorabile del tetto del debito.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.28) 17 gennaio 2013 10:41
    Damiano Mazzotti

    Certamente... Come è certo che pure la Banca centrale tedesca ha bisogno di garantire i bilanci traballanti di molte banche con qualcosa di concreto quando la prossima bolla scoppierà. I tedeschi sono più "furbi" degli italiani e sono capacissimi di fare la chirurgia estetica per risistemarsi come una vecchia prostituta: ad esempio non hanno inserito i debiti locali e i debiti previdenziali nel loro debito pubblico, che così facendo salirebbe oltre al 100 per cento del Pil. Del resto l’unificazione con la Germania est l’hanno fatta pagare a tutti gli europei e si sono presi un mercato vergine tutto per loro e dei lavoratori disposti a lavorare per meno di 400 euro al mese.

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