• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > Stati Uniti verso la guerra civile?

Stati Uniti verso la guerra civile?

Un anno e mezzo fa, alla luce delle prime rivolte nere contro le violenze della polizia scrivevamo questo articolo 2016-2018: USA in guerra civile. Ora,non è successa ancora nessuna delle scintille che potrebbero scatenare una guerra civile, ma la situazione, con le ennesime eccessive uccisioni di neri da parte della polizia e soprattutto con l’attacco diretto e ben riuscito contro la polizia stessa con l’uccisione di ben cinque agenti, è precipitata. 

A nostro avviso, noi che siamo dei complottisti moderati (cioè che cercano di capire eventuali strategie dei poteri forti dai fatti e non da teorie non dimostrate), vediamo, come per la creazione del Superstato Europeo, una mano esterna nel fomentare disordini negli USA, come anche suggerito nell’articolo di Maurizio Blondet. Questa mano esterna,come ampiamente dimostrato nelle recenti rivoluzioni, dalla Libia all’Ucraina, utilizza il metodo dell’attacco ad un paese dall’interno fomentando manifestazioni e poi utilizzando agenti provocatori che uccidono sia da una parte che dall’altra portando entrambe le parti ad un livello di confronto più violento. Una strategia che si è rivelata perfettamente funzionante e che ha portato agli USA una serie di successi geopolitici senza nessun pesante intervento sul suolo dei paesi colpiti. Ucraina, Libia e Siria erano tre paesi ostili a Washington e grazie a questa strategia due di questi sono stati praticamente disintegrati come se fossero stati colpiti da delle testate atomiche e uno di loro, l’Ucraina è passata dalla loro (nostra) parte.

Cosa succederà ora dopo l’uccisione dei cinque poliziotti? Che tutti i poliziotti americani se già prima erano iper-stressati a causa dell’alto livello di criminalità e a causa della diffusione capillare delle armi, ora si sentiranno tutti sotto tiro da parte degli afroamericani e inevitabilmente, con la tensione a mille, ci sarà un naturale incremento dei neri uccisi anche se disarmati, magari solo per un gesto brusco o ambiguo. E questo provocherà ulteriori manifestazioni, ulteriori scontri in una spirale che prima o poi potrebbe anche raffreddarsi ma che purtroppo andrà a sovrapporsi ad alcuni punti elencanti nel nostro precedente articolo, come il sempre presente rischio di collasso finanziario e valutario, la depressione economica e l’incremento della disoccupazione soprattutto tra i neri, il rischio di ulteriori attentanti, fatti bellicosi a livello geopolitico, attentati da parte di estremisti bianchi o neri, ma soprattutto le elezioni americane di Novembre che in qualsiasi caso eleggeranno un presidente bianco e, soprattutto se venisse eletto Donald Trump, l’ipotesi guerra civile passerebbe dalla fantapolitica alla realtà. Immaginate la già grave situazione di tensione etnica-sociale degli ultimi due anni con un presidente di colore, figuriamoci con un presidente bianco e magari populista e repubblicano come Trump, pure ambiguamente razzista. La situazione diverrà esplosiva. E’ inutile negare la realtà, nonostante un’integrazione che dura ormai da secoli, bianchi e neri non si sono integrati negli Stati Uniti ed ora a causa della crisi economica si rischia lo scontro. Non so se la causa sia dovuta al colore della pelle, ad una diversa mentalità dovuta alla diversa genetica oppure semplicemente al fatto che la maggioranza dei neri non abbia avuto pari opportunità a livello economico, ma sta di fatto che la realtà è che gli USA sono un paese diviso su basi etniche, religiose e sociali e le guerre civili più sanguinose nascono proprio da queste divisioni che covano nascoste. E a tutto questo, come scritto nel nostro precedente articolo, si aggiunge una diffusione enorme delle armi private, cosa che virtualmente rende le forze dell’ordine in inferiorità numerica rispetto alla popolazione armata. Vogliamo riproporre la mappa etnica degli USA:

mappa etnica degli stati uniti

 

L’area sud-orientale è quella più nera degli USA, dove anche si sono verificate più rivolte, sarà l’area più calda a cui potrebbe aggiungersi l’area ispanica sud-occidentale soprattutto se venisse eletto Trump che promette di colpire con forza l’immigrazione clandestina soprattutto di quell’etnia.

Detto questo, alcuni lettori si chiederanno perché presunti poteri forti dovrebbe volere la fine degli USA o una guerra civile al suo interno? Una risposta definitiva la si avrà solo a posteriori, ma comunque possiamo pensare a delle ipotesi:

1) IPOTESI BLONDET, FAVORIRE GOLPE OBAMA: secondo l’ipotesi di Maurizio Blondet, l’obiettivo di questa tensione etnico-sociale è quello di portare ad un tale livello di caos da “costringere” il presidente Obama a imporre la legge marziale e quindi a rinviare le elezioni di Novembre che vedrebbero Trump, candidato inviso ai poteri forti, vincente. E’ sicuramente un’ipotesi affascinante ma messa solamente così ci sembra poco convincente perché non possiamo credere che non esistano altri modi per eliminare Trump: la pura e semplice eliminazione fisica da parte di un’estremista, qualche scandalo creato ad arte come quello che eliminò politicamente Strauss-Kahn, tirare fuori qualcosa di illecito e ancora nascosto nella carriera imprenditoriale del magnate, e via dicendo. Ci sembra eccessivo fomentare una guerra civile solo per fermare Trump. Alternativamente potrebbe comunque essere un’ipotesi giusta per fomentare gli americani di altre etnie, soprattutto i bianchi, che finora sono rimasti giustamente in disparte, ma vedendo violata la democrazia da una legge marziale potrebbero anche loro scendere in piazza soprattutto la parte repubblicana, e quindi lo scenario sarebbe provocare disordini da parte degli afroamericani, proclamare una legge marziale antidemocratica che faccia arrabbiare i bianchi, far scendere in piazza anche i bianchi e far collassare definitivamente il paese nella guerra civile. Inoltre, una legge marziale potrebbe portare anche ad uno scontro istituzionale, non sappiamo se tutte le forze armate sarebbero fedeli e non sappiamo se tutti gli stati sarebbero d’accordo soprattutto quelli più bianchi e repubblicani, vedere a questo proposito il nostro primissimo articolo Verso gli Stati Divisi d’America. Riproponiamo in tema con quello appena detto la mappa politica degli Statespolarizzazione politica usa

Da questa cartina si evince come gli stati più neri siano dominati da governi repubblicani,fattore che potrebbe essere decisivo nella frammentazione del paese.

2) IPOTESI TRUMP: se nella prima ipotesi immaginiamo i poteri forti che provocano il caos per salvare il paese da Trump e poi successivamente immaginiamo una ribellione anti-Obama delle parti più bianche delle istituzione americane e degli stati americani (Texas in primis), in questa ipotesi vediamo la tensione protrarsi più o meno intensamente fino a Novembre e poi nel caso di vittoria di Trump, infiammarsi fino a portare il paese alle soglie della guerra civile soprattutto se la vittoria del magnate fosse come probabilmente sarà, accompagnata da crolli borsistici e valutari. Se il governo Trump reagirà con durezza isolandosi politicamente e a livello internazionale, anche in questo caso non escludiamo rivolte oltre che popolari anche a livello istituzionale.

3) IPOTESI CLINTON: nel caso vincesse Hillary Clinton la situazione potrebbe stemperarsi ma non escludiamo comunque un peggioramento degli eventi soprattutto se debito pubblico, crisi economica mondiale e tensioni (o guerre) con Russia e Cina diventassero ingestibili.

4) EVENTO ECCEZIONALE: in una situazione particolare e di tale importanza come quella in cui si ritrovano gli States (ricordiamo debito gigantesco, disparità e depressione economica, valuta in discussione, rischio deriva populista, importanti tensioni geopolitiche, gravi tensioni interne) bisogna essere mentalmente pronti a eventi imprevedibili di portata storica come una guerra improvvisa, un colpo di stato, l’avvento di nuove formazioni terroristiche, grosso attentato, crollo finanziario rapido o chissà cosa.

Vogliamo concludere ragionando però sul perché i poteri forti, da sempre visti come filoamericani, dovrebbero volere proprio il crollo della propria roccaforte?Innanzitutto dobbiamo comprendere che questi poteri sono internazionali, senza patria. Poi possiamo ragionare sui loro obiettivi. Da come si stanno evolvendo le cose l’obiettivo remoto più probabile sembra essere quello di un Superstato Globale e ragionando come abbiamo fatto per la creazione del Superstato Europeo è chiaro che l’unica superpotenza mondiale, potentissima economicamente e militarmente ma ormai disprezzata dall’opinione pubblica di più di mezzo mondo non potrà mai guidare il processo per la creazione di uno stato mondiale, nessuno lo accetterebbe perché sembrerebbe più una assimilazione che una libera associazione. Stesso discorso vale per le altre due potenze minori Cina e Russia. La prima a causa della sua diversità culturale e della sua arretratezza politica (sì per me il politburo comunista è qualcosa di arretrato) non potrà mai essere accettata come guida di un governo mondiale e tantomeno la Russia che più che altro non ne ha proprio i mezzi essendo economicamente e demograficamente secondaria. Quindi, a nostro avviso, l’eliminazione da parte dei poteri forti degli USA sarà presumibilmente accompagnata dal collasso degli altri grossi player che hanno criticità ancora più gravi di Washington. Credo che i poteri forti puntino proprio sull’Europa per guidare la formazione di un Superstato mondiale, perché l’Unione Europea ne è già un esempio su scala ridotta e perché l’Europa non è impopolare a livello globale come le altre potenze. A molti di voi che gridano alla fine dell’Europa, questa sembrerà un’eresia ma analizzando bene e globalmente la situazione l’Unione Europea e l’Euro potrebbero rispettivamente essere la superpotenza del futuro e la fine degli USA, servirebbe a costringere gli europei a farsi un esercito unico e una politica estera comune completando il percorso di accentramento dei poteri a discapito degli stati nazionali. Quindi questa è la mia tesi: i poteri forti vogliono il collasso degli USA per permettere all’Unione Europea di emergere come nuova potenza mondiale. PS: questa conclusione non significa affatto che io sia favorevole all’attuale Unione Europea, sto solo proponendo la mia visione sui fatti attuali. Personalmente sono eurocritico, vorrei una Federazione di Liberi Stati Europei libera dall’attuale dominio delle banche e della finanza. Quindi sì all’Europa Unita no all’attuale Unione delle banche e delle oligarchie finanziarie (Giusto per chiarire).

Questo articolo è stato pubblicato qui

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità